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Il clima è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri

Solo qualche link e qualche minuto per leggere due interessanti esercizi di giornalismo da mettere a confronto.

Lascio volentieri a voi la libertà di giudicare.

Ancora buona domenica.

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Published inAttualità

6 Comments

  1. Guido Botteri

    Una piccolissima osservazione sull’articolo del corriere:
    si scandalizza per i 50 mila dollari a favore di un oppositore (averlo chiamato “negazionista” la dice lunga sulla faziosità della giornalista), ma non del milione buttato…ehm, volevo dire “investito” ( 🙁 ) in energie rinnovabili, dalla stessa Google.

  2. Andrea G.

    Dice bene Donato, l’articolo del cds fa venire i brividi lungo la schiena per quanto intollerante sia verso le idee altrui. Purtroppo la signora fa parte di una vastissima schiera di illuminati, come mia zia Mirella, i quali credono che quello che pensano loro sia la Verità mentre quello che pensano alcuni sia semplicemente la posizione di poveri stupidi o, peggio, di idioti in malafede. Solo che mia zia Mirella non è una scienziata e non scrive sul cds.

  3. donato

    Spesso mi capita di non condividere le opinioni di coloro che scrivono su Critica Scientifica (soprattutto quando si parla di teoria dell’evoluzione), ma questa volta debbo convenire quasi integralmente con quanto scrive Enzo Pennetta a proposito dell’articolo del Corriere.
    Leggere l’articolo mi ha fatto correre un brivido di paura lungo la schiena e mi ha fatto venire in mente che la stragrande maggioranza dei membri delle famigerate SS naziste erano usciti dalle migliori università tedesche ed erano degli intellettuali di primo livello: quando la cultura diviene serva dell’ideologia diventa il principale pericolo per la libertà. Così è sempre stato e così sarà sempre e quando ciò si verifica è l’Uomo a soccombere: l’altra sera ho rivisto Agorà (il film su Ipazia, la filosofa alessandrina uccisa dagli sgherani del vescovo Cirillo, Dottore della Chiesa) e ho avuto modo di riflettere molto sulla pericolosità delle ideologie e dei fondamentalismi che le caratterizzano.
    L’articolo del Corriere è un’ulteriore dimostrazione di come l’intolleranza e la mancanza di rispetto per chi la pensa in modo diverso, costituiscono uno dei tratti dominanti della personalità umana. La realtà, a volte, supera l’immaginazione!
    Ciao, Donato.

    • Gianni

      Tutto interessante e condividibile tranne il riferimento al film Agorà. E’ noto che il film non rispetta la storia. La scuola di Ipazia era frequentata da pagani e cristiani e da quel convivio culturale ne sono usciti anche dei prelati. Il vescovo Cirillo seppe del linciaggio di Ipazia a cose fatte. I responsabili furono degli eretici detti parabolani e il fatto si consumo’ nel quadro dei dissidi tra Costantinopoli (che metteva tasse) e l’Egitto (che non voleva pagarle). Non furono la filosofia né la matematica di Ipazia all’origine del dramma, ma la sua prossimità al prefetto Oreste, amico dei bizantini. Mi sono preso la libertà di intervenire su questo punto per amore di verità, principio a cui CM è attaccato.

    • donato

      Il riferimento al film Agorà è stato solo una scorciatoia per arrivare ad Ipazia 🙂 .
      Mi sono interessato alla storia della filosofa, matematica ed astronoma alessandrina dopo l’uscita nelle sale cinematografiche del film Agorà e, effettivamente, come scrivi, il film e la storia hanno poche cose in comune. Concordo con te anche sul fatto che la scuola di Ipazia fu frequentata da cristiani e da pagani: Sinesio, vescovo di Cirene, fu un allievo di Ipazia ed a lei dedicò parole sublimi.
      Circa le responsabilità del vescovo Cirillo, però, non concordo con te. Personalmente reputo il vescovo Cirillo responsabile di quanto è successo ad Ipazia di Alessandria sulla base delle fonti storiografiche: Socrate Scolastico, Filostorgio e Damascio di Damasco, in particolare.
      Per quel che riguarda i parabolani ed il loro ruolo nell’assassinio di Ipazia, mi sembra che le fonti storiche siano piuttosto oscure, comunque Socrate sembra sostenere che tra le loro fila il vescovo Cirillo avesse inserito i monaci responsabili dell’assassinio di Ipazia.
      ( http://academia.edu/2417343/Ipazia_lintellettuale )
      Scrive Socrate Scolastico: “Per la magnifica libertà di parola e d’azione, che le veniva dalla sua profonda cultura, accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e non era motivo di vergogna per lei stare in mezzo agli uomini. Infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale. Per questo motivo, allora, l’invidia si armò contro di lei. Alcuni, dall’animo surriscaldato, guidati da un lettore di nome Pietro, si misero d’accordo e si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario: qui, strappatale la veste, la uccisero colpendola con i cocci.”
      Filostorgio, da parte sua, scrive che se i cristiani colti ed ormai ai margini dell’ortodossia vedevano di buon occhio Ipazia, altri cristiani (quelli più ortodossi, suppongo) non la tolleravano proprio e si scagliarono contro di lei fino ad ucciderla.
      Tanto Filostorgio che Socrate sono considerati storici della Chiesa e contemporanei degli eventi: rischiarono grosso a scrivere queste cose perchè molti che parteciparono al massacro di Ipazia erano ancora vivi. Chi, però, accusa in modo aperto Cirillo per aver ordinato l’omicidio di Ipazia è Damascio che visse circa un secolo dopo i fatti.
      Per venire a tempi a noi più vicini, Silvia Ronchey nel suo saggio “Ipazia, l’intellettuale” scrive che gli autori del misfatto erano monaci analfabeti e fanatici assoldati dal vescovo Cirillo. S. Ronchey, però, si spinge molto oltre e attribuisce la tragica fine di Ipazia agli attori protagonisti dei profondi sconvolgimenti sociali che caratterizzavano quel periodo storico: “Gli elementi in conflitto non sono tanto cristianesimo e paganesimo, quanto le classi dirigenti (locale e romana), le categorie sociali (vecchia burocrazia e nuova burocrazia ecclesiale), i bellicosi gruppi etnici, nel clima di instabilità che caratterizza il passaggio dei poteri e l’instaurarsi del cristianesimo nella vita e nelle strutture cittadine del tardo impero romano.”
      .
      Ciò che, però, mi ha colpito e mi ha confermato nella mia convinzione, è la narrazione di Giovanni di Nikiu che esalta Cirillo per aver liberato Alessandria dagli ultimi idoli (Ipazia) e per questo motivo lo definisce Teofilo.
      Questo senza citare Voltaire e tanti altri storici e pensatori che si sono occupati del caso di Ipazia nel corso dei secoli.
      Ovviamente è esistita anche un’altra serie di autori che si sono schierati su posizioni opposte e che hanno difeso l’operato del vescovo Cirillo, però, le loro tesi non sono riuscite a convincermi.
      Gianni, come puoi vedere sul vescovo Cirillo abbiamo idee molto diverse.
      Con quanto ho scritto, però, non penso minimamente di cambiare le tue convinzioni che, credo, si basano su considerazioni diverse dalle mie, ma altrettanto rispettabili.
      Per concludere ti ringrazio vivamente per questo civilissimo scambio di idee e, spero, che nel futuro avremo ancora modo di discutere sia di queste tematiche che di quelle, diciamo così, climatologiche.
      Ciao, Donato.
      .
      p.s.: spero che gli adm mi perdonino per questo “lungo” OT, ma non ho potuto fare a meno di chiarire la mia posizione e rispondere alla garbatissima critica di Gianni.

    • Gianni

      Grazie Donato per il tuo commento che dimostra una approfondita conoscenza delle fonti. In effeti la mia critica era al film che continua l’operazione ideologica di strumentalizzazione di Ipazia (http://www.ilgiornale.it/news/ipazia-martire-usata-clava-contro-i-cristiani-barba-storia.html). Da quello che anche tu scrivi, è chiaro che la storia di Ipazia (e delle circostanze che portarono alla sua brutale uccisione) resta nebulosa e difficile da decifrare mischiando complesse questioni politiche, religiose e filosofiche relative a un periodo molto lontano di cui non abbiamo più le chiavi interpretative. Proprio per questo mi sembra inappropriato prendere questa vicenda come esempio di intolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente, in particolare in materia scientiifca.
      Grazie per questa opportunità di dialogo.

      P.S. – Anch’io chiedo scusa per l’OT, ma questo tipo di confronti mostra il valore culturale di un blog come CM, che offre la possibilità di allargare il dibattito oltre il tema proprio della climatologia.

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