Salta al contenuto

Pausa dell’AGW improbabile, almeno quanto le sue spiegazioni

Appena qualche giorno fa ho partecipato (molto superficialmente) ad una discussione in atto su un altro blog climatico. Si parlava nella fattispecie più che altro di comunicazione o, più propriamente di difetto di comunicazione, cui sarebbe andata incontro la comunità scientifica omettendo di spiegare che le simulazioni climatiche, le cui previsioni di aumento della temperatura si stanno allontanando dalla realtà ogni giorno di più, comunque conterrebbero dei periodi di assenza di riscaldamento più o meno lunghi.

In particolare l’autrice del post, una ricercatrice inglese, portava ad esempio gli output di alcuni modelli (molto pochi in verità) le cui curve di temperatura sarebbero soggette a oscillazioni anche significative e in qualche modo simili all’attuale e perdurante assenza di riscaldamento.

 

Hawkins_et_al_2014_NCC_Fig1a
Figure 1a from Hawkins et al. (2014)

 

Al di là del neanche tanto sottile cherry picking con cui in un contesto dove si parla sempre ed esclusivamente di media dei modelli se ne va a prendere uno solo per dimostrare la propria tesi, resta il fatto che ci saranno pure dei modelli che prevedono delle pause, ma nessuno di questi aveva previsto questa interruzione del riscaldamento.

Forse questo accade perché in effetti, per quanto scavando le si possa anche trovare, con gli attuali protocolli CO2-dipendenti cui sono soggette le simulazioni climatiche – leggi sensibilità climatica troppo elevata – questi periodi di non riscaldamento sono davvero molto poco probabili nel complesso dei modelli.

A dirlo è uno studio pubblicato su Nature Climate Change appena da qualche giorno:

Recent observed and simulated warming

Non solo, i lettori più assidui ricorderanno che qualche giorno fa abbiamo parlato di un altro paper i cui autori affermano che se si tiene conto nelle simulazioni del relativamente recente cambiamento di segno della PDO, ovvero della prevalenza di condizioni di La Nina occorse nel Pacifico Equatoriale negli anni recenti, l’attuale assenza di riscaldamento diventa meglio riproducibile.

Sarà pur vero, ma nello studio appena segnalato si legge che nonostante questa riconciliazione, la possibilità che i modelli riproducano efficacemente l’assenza di riscaldamento, che poi equivale a riprodurre efficacemente la realtà, ragione per cui se qualcuno lo avesse dimenticato esistono le simulazioni, è ancora molto bassa.

Aggiungerei anche, come segnalato qualche giorno fa in una delle nostre discussioni, che forse sarebbe il caso di dare un’occhiata a quei pochi modelli che prevedono degli stop al riscaldamento, hai visto mai dovesse saltar fuori che sono quelli che non prevedono che finiremo arrosto…

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

7 Comments

  1. Ho detto quello che mostrano i dati e i rilevamenti satellitari , poi che fa piu freddo in zone mentre in altre è piu caldo , è sempre avvenuto anche in epoche piu ” fredde ” come durante la P.E.G. , o nel Medioevo epoca piu ” calda “. Adesso il Clima mediamente è piu caldo soprattutto per il Nord Emisfero , dove maggiore l’azione antropogenica o AGW .IL riscaldamento globale è rallentato , ma ,non significa che non c’e . L’ osservazione su la relazione tra la crescita della CO2 e la T. media che non è aumentata ,da oltre un decennio , è corretta , ma questa oltre decade ,comprende anche annate piu calde in assoluto , dati della Nasa e Noaa . E’ probabile che in questa decade , altri processi e meccanismi nel sistema Climatico in ” competizione ” con l’aumento costante dei GHG .

  2. Il Global Warming sembra meno globale , come dimostrerebbe la crescita dei ghiacci in Antartide , ma c’e da constatare anche la sensibile riduzione dei Ghiacciai Alpini , e quelli Artici . La NASA , ha fotografato in Groenlandia il Ghiacciaio Helheim Glacier , nel 2001 – 2003 e nel 2005 , in cui è evidente il ritiro del Ghiacciaio , che si stima in media di circa 10 Km. ( 6 miles ) all ‘anno .

    • Franco Zavatti

      Forse non ho capito bene cosa vuoi dire: il problema non è che da qualche parte è freddo e da qualche altra parte è caldo ma la relazione diretta e totalizzante aumento di CO2—> aumento di temperatura e viceversa, che è saltata (o sta saltando). Se accettiamo la preponderanza della variabilità naturale possiamo (inutilmente) piangere insieme sull’apertura del passaggio a Nord-Ovest o sul ghiaccio americano e sui 5-6 metri di neve in molte zone delle Alpi. Quello che non possiamo fare è massacrarci in svariati e fantasiosi modi per mitigare … proprio niente.

  3. alessandrobarbolini

    Io vedo che ci stanno nascondendo le vere grandi performance di questo inverno su scala emisfero nord….in TV,non ci parlano degli USA sommersi dal ghiaccio,non ci raccontano dell,antartide in crescita,ci tengono segreti l,Artide,non ci parlano della neve in Scozia…snobbano la copertura nevosa sul comparto asiatico,per non parlare delle nevicate in medio.oriente,Vietnam e non mi dilungò in merito….ah! Dimentica o le alpi pure loro sommerse e snobbate,ma per gloria nostra citate per problematiche dovute alla mancanza di corrente a cortina patria dei poveri VIP….per fortuna esiste internet che smaschera pilotaggio e ci documenta di tutti i fatti inerenti alla neve al ghiaccio,tutto quello che scomoda quei 4 gatti del agw,un certo blog da era glaciale ora …a tutti gli effetti ,perche no!..ci dia un,occhiata signor guidò guidi……su……iceage now….e buona glaciazione live,per buona pace di tutti gli spietati certisti delle future Maldive al polo sud

  4. Luigi Mariani

    Per rintracciare il GW dovremmo proporre una trasmissione di “Chi l’ha visto”.
    Peraltro mi domando se i modellisti che con i GCM hanno per anni calcato la scena dei nostri media terrorizzado il prossimo con scenari da incubo siano oggi sfiorati dal dubbio.

    • Buona idea Luigi.
      Comunque no, non vedo molti dubbiosi, però vedo molti meno entusiasti.
      gg

  5. alessandrobarbolini

    L,Inghilterra sotto l,acqua,ma ora salta fuori che in Scozia nevica da gennaio e hanno metri di neve…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »