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Grazie Greta

Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quando per la prima volta ebbi l’onore di scrivere un post su queste pagine: era l’Aprile del 2016 e il pezzo era dedicato all’imminente referendum sulle trivelle. In quella occasione si confermò il tradizionale approccio del nostro Paese alle questioni energetiche: scevro da fondamentalismi ambientalisti e orientato, piuttosto, ad un intelligente pragmatismo. A quell’articolo ne seguirono altri, tanti. E con questi, altrettante discussioni, confronti talvolta accesi. L’attenzione è stata spesso rivolta a quel “secondo livello”, politico e finanziario, che si manifestava sempre più chiaramente dietro alla cortina fumogena di una narrativa mediatica a senso unico. Ci siamo avventurati in questa indagine in beata solitudine, o meglio, in piccola e ottima compagnia, nello stile che da sempre ha contraddistinto il Villaggio di Asterix.

Poi è arrivata Greta. E tutto si è rivelato con una chiarezza sconosciuta fino ad allora. Che il fenomeno fosse legato a doppio filo con la politica si poteva intuire fin dalle origini, dall’affascinante intreccio di personaggi e di storie accomunate da un retroterra ideologico ben preciso, e dalle sorprendenti coincidenze. Il resto è storia nota, la storia di una protesta “contro il Sistema” fatta a colpi di selfie con gli esponenti più potenti e influenti dello stesso Sistema. Di comparsate agli happening più cari alle elites mondialiste. Di mega-bigiate collettive organizzate in strettissima prossimità di eventi elettorali importanti, a partire dalle elezioni europee per finire con le legislative in Austria di pochi giorni fa.

In pochi, tuttavia, hanno colto fin dall’inizio il valore squisitamente politico del fenomeno. Fino all’esito delle elezioni europee, quando unitamente al coro mediatico di sollievo collettivo per lo scampato pericolo, si è cominciato a parlare più esplicitamente, e con toni persino trionfalistici, del contributo di Greta & friends al salvataggio in extremis dell’Europa dal morbo sovranista. Da lì in poi, è stato un crescendo wagneriano: le foto con la T-shirt Antifa, la gita in barca col principe, il siparietto con Trump all’ONU, i legami con la galassia di Soros, Al Gore e Michael Bloomberg, e via dicendo.

Per chi scrive, tutto questo ha avuto il sapore di una liberazione. Finalmente il “secondo livello” era venuto allo scoperto, per urgenza, per necessità, per disperazione, vai a capire. Ma l’ha fatto, e finalmente tutta l’altisonante retorica sul global warming come materia di disquisizione destinata a sopraffine menti scientifiche votate alla salvezza del genere umano si è rivelata per quello che era: una costruzione mediatica con un fine politico ben preciso, e sottesa allo stesso, la trama fittissima di interessi dell’elite globalista che ad una certa area politica ha legittimamente affidato la realizzazione dei suoi progetti, e la difesa dei propri interessi.

A preparare il terreno a questa metamorfosi, è stata la scelta assolutamente incredibile da parte del mainstream scientifico, di dichiarare la ricerca “conclusa”: nel momento in cui la teoria dell’AGW è stata dichiarata a media unificati “scienza consolidata” (e come tale non più suscettibile di critica), essa ha perso nel medesimo istante la dignità stessa di scienza. Non esiste una “scienza consolidata” perché il divieto di fare ricerca (e divulgazione) in senso opposto all’opinione prevalente è la negazione della scienza stessa: è fondamentalismo, è ideologia, è politica. Quando la “scienza consolidata” ha consegnato le chiavi della ricerca climatica alla politica, il Global Warming è diventato solo uno dei tanti temi di battaglia politica. Chè un Global Warming oggi vale quanto una toilette gender-friendly o un utero in affitto, con buona pace di chi pensava di salvare il mondo in virtù delle sue raffinate conoscenze scientifiche.

Spianata la narrativa del consenso scientifico a colpi di napalm mediatico, si è avuto l’avvento di Greta. Un avvento che ha avuto del miracoloso, ma non (solo) nell’accezione dei fan adoranti. Perché è grazie a Greta e all’implacabile battage mediatico di questi mesi che è accaduto il vero miracolo: gli argomenti degli scettici climatici hanno trovato finalmente spazio sui media come nelle conversazioni da bar.

È grazie a Greta, infatti, che le voci di tanti scienziati non allineati, e forti di nomi assolutamente prestigiosi, sono finalmente arrivate al grande pubblico. È grazie a Greta che la bugia più odiosa, quella del mitico consensus al 97% (già messa in discussione da tempo su queste pagine), si è sgretolata nella forma di appelli pubblici, interviste, persino grafici spiattellati su alcuni giornali di larga diffusione. Giornali di area politica opposta a quella che sostiene Greta. Ma proprio questo è il punto: quando un argomento diventa materia di polemica politica, allora diventa divisivo di per sè, con buona pace della pretesa ridicola di essere “consolidato”. Chè non esiste niente di “consolidato” nemmeno in politica, a meno di trovarsi sotto una dittatura.

E allora sarà pur vero che l’avvento di Greta ha battezzato la grande operazione politica europea di ritinteggiatura di vecchi contenitori rossi in pessimo stato, in attraenti contenitori verdi scintillanti  a beneficio delle elites che di quei contenitori intendono continuare a servirsi. Ma il prezzo da pagare, per chi ha usufruito finora del diritto esclusivo di declamare i propri dogmi scientifici in beata solitudine, è stato altissimo: da oggi il global warming è tornato ad essere, per la prima volta da almeno 30 anni, oggetto di dibattito scientifico e non appannaggio di una elite di scienziati più illuminati (e coccolati) degli altri.

Da oggi ci sono partiti politici che vedono nel Global Warming un’arma politica da disinnescare, specularmente a quei partiti che nel Global Warming hanno visto, da tempo, una occasione imperdibile per accreditarsi come salvatori del Pianeta, a fronte di una agenda politica ormai a corto di argomenti. E questa è la premessa alla possibilità di investire finalmente fondi in una ricerca scientifica a 360 gradi che faccia giustizia di allarmismi inutili, infondati ed economicamente suicidi. E che restituisca agli scienziati il piacere di fare ricerca… per il semplice piacere di farlo, e non per la pretesa superomistica di salvare il Mondo.

Tutto ciò lo dobbiamo a questa piccola ragazzina e all’entourage che si porta dietro. E alla loro battaglia politica, non certo scientifica. Una battaglia assolutamente legittima, e per alcuni versi, persino benedetta.

 

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Published inAttualità

18 Comments

  1. TETTAMANTI GIANCARLO

    Analisi acuta e interessante. Diversi moribondi aleggiano all’interno di questa disanima. La scienza che viene manipolata dalla politica che diventa l’arma da usare contro il nemico pensiero . Insomma il trionfo dell’iposcisia usata sia coma arma di offesa che di difesa. Daltronde il sistema mondo attorno al quale aleggiano i moribondi veri (quasi tutti gli umani) ha scientemente , è ilcaso di dirlo, tolto ogni punto di riferimento alla verità che spesso vive di concetti semplici e non per forza bizantini. Quando viene veicolato il concetto che se fa freddo è colpa del caldo, esso passa per accertato per associazione di idee piu che per prove scientifiche. Da qui è nata l’idea balzana di veicolare la bugia attraverso la parte più accertata di una verità . L’impossibilità oggettiva di verificare un dato o un qualcosa che possa farci pensare che sia così, trova il trionfo in una bambina adoperata ad arte a tale scopo. I modus operandi degli inventori del GWA si è ripetuto nel “risveglio epocale”del movimento mediatico . Quindi la verità è sempre piu nascosta ai margini, ma direi che vale sempre la pena a cercarla, e gli stimoli non mancano di certo .

  2. Gian marco

    E se fosse la soluzione “meno peggio”
    Mi spiego e mi rifaccio al suo articolo precedente riguardo ad un immenente crisi dell industria tedesca.
    Se il gretinismo contribuissse a:
    1. Contenere i movimenti estrema destra germanici?
    2. Ridurre ricadute negative su economia nostrana?
    Sigismondi marci

  3. A. de Orleans-B.

    97% di consenso?

    A questo punto dovremmo iniziare una campagna su Change.org: se con un consenso del 97% gli addetti ai lavori affermano che la scienza climatica sia “settled”, mi sera giusto chiedere che i sostanziosi finanziamenti oggi assegnati agli istituti di ricerca climatica vengano subito riassegnati per programmi socialmente utili, quali la ricerca sulla malaria e sul cancro, patologie ancora ampiamente irrisolte che stanno uccidendo milioni di persone ogni anno.

    Non ha senso continuare a finanziare una ricerca che, a detta del 97% degli stessi scienziati, ha già scoperto quanto c’era da scoprire quando le stesse risorse potrebbero essere subito applicate a campi la cui utilità sociale è evidente e dove la scienza ha ancora un potenziale straordinario in termini di vite umane da salvare.

  4. rocco

    che l’ambientalismo sia politica è un dato di fatto noto da almeno 30 anni.
    Nulla di scientifico se non l’uso strumentale che si fa della scienza per cercare di dare autorevolezza ad una tesi politica.
    ma vi è anche tanta economia in gioco.
    è di pochi giorni fa la notizia che l’effetto Greta ha avuto un notevole impatto sui cosiddetti green bond ( https://www.ilsole24ore.com/art/il-fenomeno-green-bond-crescita-120percento-2018-ACqpBPa ), e bisognerà pur in qualche modo remunerare i sottoscrittori, magari imponendo per legge l’uso di vestiti in carta riciclata o fondine in cartone per gli agenti di p.s.
    Altro aspetto del gretinismo è quello religioso (già commentai con le profetiche parole di Patrick Moore, tra i fondatori di Greenpeace, che il movimento doveva assumere dei connotati religiosi per potersi affermare), e questo articolo lo spiega bene https://www.ilfoglio.it/cultura/2019/09/09/news/lecologismo-una-religione-occidentale-272932/
    Insomma, niente di nuovo sotto al cielo.
    Il consenso si guadagna con la politica, l’economia e la religione. La povera scienza è la cenerentola del sistema.

    • Rocco, sottoscrivo tutto, con convinzione.
      Altro aspetto del gretinismo è quello religioso
      Qui forse occorre un “ripassino” da Bignami, tutto condensato nell’immagine. Franco

      Immagine allegata

  5. Alessandro69

    ops continua… “ Quando innaffio le piante nel mio giardino, poi tocco le foglie, e fra me e me dico>..so benissimo cosa sta avvenendo dentro di voi ora, e vi ringrazio tanto per questo.” Ale

  6. Gianni

    “Alla salute della signorina Greta e nostra … e San Gennaro!” (https://www.youtube.com/watch?v=1F7H-zfGXtk, minuti 3.48-3.53).

    Nessuna sintesi fu mai migliore di questo brindisi di Toto’ in un film del 1962. Un vero profeta.

  7. Alessandro69

    Buongiorno (-:
    I miei complimenti Massimo per l’articolo. E’ un’analisi, dal mio punto di vista, attenta, e se vogliamo, anche considerevole dal punto di vista socio-filosofica. Tuttavia ho già da un pò di tempo la consapevolezza che tutte queste iniziative climatiche in cui i media, la maggior parte della stampa, i forum televisivi (spesso unilaterali), nonchè l’avvento di Greta, potrebbero o porteranno inesorabilmente il lettore, l’ascoltatore, l’insegnante, le famiglie, l’opinione pubblica comunque, all’accettazione plebiscitaria che l’uomo (noi) è colpevole dei cambiamenti climatici con le proprie attività, partendo dal 1850 circa. Ma la cosa che più mi spaventa è dovuta al fatto che si spiega in continuazione che tutta la comunità scientifica o quasi, stia dalla parte di chi colpevolizza la CO2 attribuendole, in seguito alle attività umane, un aumento non normale e collegato all’innalzamento delle temperature globali. Ecco, io non vorrei mai che in futuro si trovino soluzioni, da parte di questa grande comunità scientifica tanto omaggiata e deliberata dalle politiche economiche (soprattutto), che vadano a STRAVOLGERE il normale equilibrio della nostra atmosfera che si “rimodella” ricalcolando, nonostante tutto ( il numero degli abitanti del pianeta, le attività antropiche laddove ci si sforza anche di contenerle per un mero discorso di inquinamento e non di clima, ecc..), tutto ciò che si trasforma sotto di essa. Del resto, nel corso degli Eoni, delle Ere, delle Epoche e dei Periodi, il pianeta ( di cui noi siamo ospiti !!) è sempre cambiato. Allora innanzitutto, le nomenclature; geologicamente ora siamo nell’Olocene. Antropocene lo sottolineava con forza nella trasmissione della Gruber quella ragazzina (la Greta italiana) che aveva come antagonista il dott. Battaglia (puntata di qualche sera fa di Otto e Mezzo). Ecco! questa convinzione sul termine Antropocene ( e non Olocene) mi spaventa! Ma questo esempio è nulla in confronto a ciò che scrive ad esempio Ugo Bardi sul FQ (docente di chimica all’università di Firenze) qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/04/clima-da-feltri-ai-500-scienziati-importanti-ecco-la-marcia-delle-mummie-anti-greta/5495165/ per carità, posso condividere certamente alcune cose da lui scritte e altre no , quest’ultime soprattutto in merito al clima piuttosto che all’inquinamento (per il quale tanto è stato fatto e tanto si può ancora fare, a cui anche i negazionisti climatici ne sono sensibilizzati; vallo a spiegare a quella signora che in collegamento, sempre alla trassmissione sopracitata, supportava la Greta italiana. Nell’articolo al link, Ugo Bardi riporta a sua volta un collegamento ad un dibattito(youtube) presso la commissione “energia ambiente” del senato in cui C.Rubbia spiegava la sua posizione ( seppur in modo sufficiente) in merito ai cambiamenti climatici, sottolineando ad esempio che al tempo dei romani la temperatura ( almeno nel bacino del mediterraneo) era più alta di adesso: https://www.youtube.com/watch?v=4_T1QNRtToc
    il Dott. Bardi continua rimandando anche ad un altro link (climalterati) in cui si confuta e si smonta il discorso di Rubbia: https://www.climalteranti.it/2019/03/21/anche-un-premio-nobel-puo-raccontare-cose-sbagliate-su-clima/. Ora, premetto che avendo delle conoscenze limitate in fatto di Clima, in particolar modo alle scienze di fatto che studiano le dinamiche ad essa correlate, comunque un pò la chimica e la fisica la conosco, le basi diciamo. Mentre in ambito astronomico sono molto più preparato, e conosco a grandi linee l’evoluzione geologica del pianeta. Ricordo che un pò di tempo fa, presso un centro giovanile, raccontai (serata a tema) la storia del pianeta ridotta ad un solo anno solare. Dissi che l’uomo, in questa scala temporale ristretta, è apparso intorno a mezzogiorno del 31 dicembre (-:; trovai molto divertenti le reazioni di chi ascoltava.. ma è un’altra storia. Quindi, avendo bene in mente queste reazioni (che potrebbero essere di chiunque non sa), la propaganda mediatica, le manisfestazioni oceaniche, le manovre geopolitiche, il consenso globale nelle politiche a carattere ambientale e climatico, potrei pensare che stia già avvenendo un indottrinamento mentale univoco al fine di rilasciare la persuasione e la consapevolezza che l’umanità può e deve fare qualcosa per modificare,ad esempio, le percentuali di CO2 ora esistenti in atmosfera. Scusate, ma questa cosa mi terrorizza. Vorrei, se possibile, alcune risposte rassicuranti. Ad esempio un geologo che qui scrivesse qualcosa di più per meglio comprendere le dinamiche del pianeta, e del perchè di questo accanimento sulla definizione di “Antropocene”. Sapere anche che le temperature dal 2000 ad oggi circa non sono aumentate, non sarebbe male, Per lo meno Rubbia non parlò a vanvera. E poi capire, e questo è difficile me ne rendo conto, come certi studiosi, anch’essi affermati o comunque preparati, avvallino l’idea comune, oramai dilagante e dogmatica, che i colpevoli dell’aumento della CO2 siamo noi. Ma ci si rende conto che a pagare gli effetti di possibili scelte scellerate a carattere ambientalistico (collegato direttamente-e a torto direi io- al clima) saremmo sempre tutti noi e magari in modo irreversibile!? Quando innaffio le piante nel mio giardino, poi tocco le foglie, e fra me e me mi dico . Ale

  8. Fabrizio Giudici

    “Gretaceo”. Copierò anch’io.

    “Professore di epistemologia”. Mi sembra incredibile che si insegni ancora.

    “Metodo scientifico”. Eh?

  9. Stefano Ricci

    Grazie! Leggerla assume la veste di una profonda liberazione intellettuale. Non aggiungo altro alla semplice verità da lei tratteggiata. Grazie ancora.
    Stefano Ricci

  10. macio

    Si, Soros ci mancava, quando uscite dal “tema” siete peggio di quelli di Climialteranti e non è facile

    • Massimo Lupicino

      Fai un piccolo sforzo clicca sull’hyperlink e se proprio non ce la fai, usa google translator.

      PS climalterati non so cosa sia. È un sito per meteoropatici?

  11. Monica

    Complimenti per l’analisi. Diffonderò il più possibile.
    Grazie.

  12. Guillermo Lovotrico

    Articolo da incorniciare! A propositi di “scienza consolidata” Popper affermava che ogni verifica di una teoria scientifica non è mai conclusiva. Solo la falsificazione lo è perché, come diceva il mio professore di epistemologia, “non esistono eccezioni alla regola” se ci sono eccezioni la teoria cade. Inoltre una teoria può considerarsi valida se fa delle previsioni verificabili. Nel caso del AGW mi sembra che abbia fatto cilecca diverse volte. Alla fine tutto il discorso AGW si riduce ad interessi politici ed economici che “usano” la scienza ed i scienziati allo stesso modo che usa Greta che ha avuto la sfortuna di credere le castronerie che i primi gli hanno propinato, non potendo, per questioni di età e di competenze, verificare né studiare a fondo l’argomento. Sola fides (e non stiamo parlando di Lutero)

  13. robertok06

    Caro Massimo, ottima analisi!

    Siamo testimoni della nascita di una nuova era… no, non l’Antropocene, quello è roba vecchia che non fa più presa sul pubblico, mi riferisco al Gretaceo.

    • Guillermo Lovotrico

      🙂 “Gretaceo”. Questa me la segno!

    • Maurizio Rovati

      FA VO LO SA!

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