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Che Confusione!

Mi capita tra le mani un articolo uscito su L’Opinione, il titolo è “Effetto Serra, I Limiti di Una Teoria”. Penso, diavolo, era ora di leggere qualcosa di più approfondito del solito freddo no, caldo sì, sarà un disastro, no non lo sarà. Sopra il titolo una frase che però toglie ogni dubbio: “Il freddo inverno in corso smentisce i catastrofisti”. Addio sogni di gloria, l’approccio non è certo dei migliori.

E infatti la prima parte dell’articolo scorre descrivendo dove abbia fatto freddo e dove invece abbia fatto caldo, con il solito immancabile richiamo alla hit parade degli anni caldi, tra cui quest’ultimo ottiene decisamente un buon piazzamento. Bene, trattasi di riscaldamento disomogeneo che conferma le previsioni dei sostenitori del global warming, infatti, pare che anche il mese di febbraio sia ottimamente piazzato nella classifica della graticola. Ma non si doveva parlare dei limiti della teoria? Che ne so, magari un piccolo accenno al fatto che le anomalie mensili vanno discusse in ambito meteorologico molto più che climatico, oppure che finché non si riuscirà a comporre il puzzle della disomogeneità dei fenomeni sarà inutile continuare a far previsioni.

Ci prova Antonello Pasini a fare un po’ di chiarezza, spiegando che le vicende climatiche nulla hanno a che fare con la nostra percezione, ma hanno a che fare con il buco dell’ozono e con le emissioni in atmosfera. Tutto il resto non esiste. Variabilità interannuale, forzanti naturali, incertezza delle dinamiche climatiche e quant’altro. Non ci credo neanche se lo vedo che ha detto così.

Dopodiché l’articolo si butta sul sociale, raccontando di improbabili congreghe religiose che per compiacere se stessi ed il nuovo Dio clima, assumerebbero comportamenti virtuosi con modelli di vita medioevali dei quali evidentemente c’è molta nostalgia. Chissà se hanno la stessa nostalgia di una vita media che arrivava a stento a quant’anni, sarei veramente curioso di saperlo. E così scatta il digiuno da carbone, ovvero lo sforzo sovrumano di fare a meno di cellulare, Ipod e televisore per un giorno a settimana.

Alla fine delle due colonne il tanto atteso colpo di reni. Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, sostiene che l’azione umana con i cambiamenti climatici c’entra molto poco e che la Natura auto regolamenta i propri processi, però bisogna avere ugualmente rispetto per l’ambiente.

Che fatica ragazzi, finalmente ci siamo arrivati. C’era bisogno di fare tutta questa confusione?

NB: L’articolo è qui.

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2 Comments

  1. Caro Guido,
    ti comunico che io non ho mai rilasciato nessuna intervista a questo giornalista. Deve aver estratto qualcosa, mettendolo insieme a suo piacimento, dal mio blog…
    Antonello

    • Per l’appunto, proprio come immaginavo.
      gg

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