Salta al contenuto

Quando le bufale sul clima perdono il senso del pudore

Qualche giorno fa è uscito il solito editoriale  sul Corriere -aiuto moriremo tutti- a firma di Giovanni Sartori. La cadenza con cui il noto politologo ci rammenta che siamo sull’orlo del baratro è più o meno regolare. Clima, ambiente e, soprattutto, sovrannumero di bipedi, i suoi cavalli di battaglia.

Qusta volta il tono appare un po’ meno convinto del solito, a causa, come egli stesso ammette, dell’errorino commesso dall’amato panel delle Nazioni Unite che si occupa di clima, forte della presunta unanimità -che in passato ha definito consensus scholarum- che gli esperti avrebbero raggiunto nel segnare la catastrofe prossima ventura.

L’errorino, a suo dire, consisterebbe nell’aver preteso di dare date e scadenze, quando sarebbe stato più prudente parlare esclusivamente di tendenza, onde evitare le clamorose smentite in cui sono inciampati ad esempio sulla trista faccenda dei ghiacci dell’Himalaya. Un caro amico ha fatto notare che dunque la previsione perfetta, con in più il pregio di non costare vagonate di soldi come invece costano quelle fatte a suon di modelli, consisterebbe nell’affermare che, vada come vada, dopo la pioggia verrà il sereno. Un altro caro amico di chiare origini unne questa la chiamava la regola del trono e cioè che “Dopo er brutto viè er bono”.

Ad ogni modo, la prudenza di evitare pericolose e verificabili scadenze, sembra non applicarsi alla consistenza degli umani, come detto altro cruccio permamente dello stesso autore. E infatti arriva puntuale il vaticinio che stima in nove mld il numero dei nostri simili per la metà di questo secolo. Di lì all’estinzione il passo sarà breve, come è semplice la soluzione sottesa: basta ridurre il numero degli aventi diritto. Bontà sua, personalmente alla saggezza ottuagenaria aspirerei ad arrivarci pure io, visto che a conti fatti dovrei arrivarci proprio per quella data.

Vedremo, per adesso vi consiglio la lettura di questo interessante intervento di Alessandra Nucci su Italia Oggi (da cui ho tratto il titolo di questo post), anch’ella evidentemente perplessa sulle opinioni così generosamente dispensate dalle pagine del Corriere.

Buona giornata.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inIn breve

7 Comments

  1. Teo Georgiadis

    Gentilissimo Daniele,
    Sergio Castellari, che rispetto ed e’ un vecchio amico, e’ anche focal point italiano IPCC. Mi aspetto quindi che dalla sua viva voce lei abbia sentito correttamente e ne piu’ e ne meno la versione ufficiale di questo Panel Intergovernativo (mi meraviglierebbe qualcosa di diverso conoscendo la correttezza di Sergio).
    Ritenere convincenti le posizioni IPCC e’ ovviamente piu’ che legittimo. Mi dara’ atto pero’ che per me e’ da ritenere molto importante quel diritto di cronaca espresso dalla Nucci che permette di fare conoscere anche al vasto pubblico i problemi interni a quasta supposta ‘indubitabilita” delle posizioni IPCC. Dissento quindi da lei quanto afferma che gli articoli di Nucci e Guidi non sono supportati dai dati: e’ IPCC che sull’argomento scientifico specifico non e’ in grado di supportare le proprie stime con i dati.
    Cordialmente

  2. Duepassi

    Credo che l’opinione di Sartori valga la mia, politologo lui, ingegnere elettronico io, entrambi con esperienze diverse dalla climatologia (che io sappia).
    Solo che la sua è firma più autorevole, per la fama della persona.
    Ma sarei ben felice di incontrarmi con lui e discutere di questi argomenti.
    Nella mia immensa ed impunita immodestia e presunzione sono convinto che qualche dubbio riuscirei a farglielo venire.
    Se non necessariamente a lui, ad un pubblico che ci ascoltasse.
    Chissà se Sartori leggerà queste righe, e mi vorrà concedere un colloquio.
    Uno ci prova (della serie: esistono individui pieni di speranza…).
    Altrimenti il colloquio, e sarebbe più pregnante, potrebbe farsi a più alto livello scientifico, tra due climatologi.

    Secondo me.

  3. Luca Fava

    Ma Sartori chi? Quello che “l’estate del 2003 è stata l’estate più calda degli ultimi 500 Milioni di anni”?
    AHAHAHAHAHAHAHHAH

    Una macchietta….non capisco come possano continuare a fargli scrivere articoli di fondo sul clima. Questo si è un mistero.
    Ad ognuno il suo mestiere! Che faccia il politologo.

  4. Daniele Cuomo

    Personalmente ritengo tutti e tre gli articoli di valore insignificante in quanto puramente espressione di opinioni e non di tesi supportate da un qualsivoglia dato scientifico. Questo è valido soprattutto per gli scritti di Nucci e Guidi, i quali essendo di critica, avrebbero potuto e a parer mio dovuto, alzare il livello comunicativo su basi più solide. Personalmente ho trovato convincenti le spiegazioni date dall’IPCC a riguardo alle cosiddette “falsificazioni” dei dati che ho potuto ascoltare dalla bocca del professor Sergio Castellari.
    La mia è una semplice espressione di idee soggettive.

    • Buonasera Daniele,
      mettiamola così, La Nucci su CM ce l’ho portata io, anche a sua insaputa. E’ una giornalista ed ha diritto di cronaca. Lecito il dissenso, come il giudizio personale, io stesso lo faccio in continuazione.
      Curiosamente salvi l’opinione di Sartori fuori dalla critica per mero diritto di precedenza. Va bene, la scelta è anch’essa lecita, ma il fatto di dire per primi delle cose non vere, non concede il possesso della verità. Anche se si torna a ripeterle molte volte e per molti anni.
      Quanto a me, ci sono circa 700 articoli (di cui più o meno 550 a firma mia) su questo blog che confutano con un livello diverso (più elevato non so, non sta a me dirlo) le tesi espresse nell’editoriale. Riassumerli tutti in un pezzo mi sembrava un po’ eccessivo.
      Se lo ritieni utile ed opportuno, sarò ben felice di cambiare (elevare non sta a me dirlo) il livello comunicativo sui temi specifici che vorrai proporre.
      Benvenuto su CM.
      gg

    • PS: nessuno ha mai parlato di falsificazione dei dati, almeno qui. ma di mistificazione della realtà dei propri dubbi travestendoli da certezze sì. Il punto è che se la polemica che sta soffiando sull’IPCC (a proposito, ormai è ufficiale, le NU metteranno in piedi un board per far chiarezza sull’accaduto) nulla toglie ai risultati scientifici, da questi occorrerà togliere però quanto è stato oggetto di mistificazione. A quel punto quei risultati, pur validi, cesseranno di essere esaustivi, l’emergenza non sarà più tale e si potrà serenamente ripartire proprio da quei risultati per proseguire l’indagine sull’evoluzione del sistema, senza per questo dover destinare tutte le risorse economiche del presente e del futuro alla soluzione di un problema non noto.
      gg

  5. Franco Zan

    Oggi Sartori era presente a radio3 scienza a ribadire questi concetti senza contaddittorio se non la sporadica lettura di SMS di ascoltatori scettici. Anzi , l “errore ” sull’ Himalaya è stato magnificato come fulgido esempio della capacità della scienza di correggere se stessa e ha liquidato la vicenda mail IPCC come una banale intrusione su comunicazioni private che comunque erano solo inopportune e prive di “sostanza”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »