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Tag: Bjorn Lomborg

Ancora dal Dipartimento delle opinioni: Lomborg, Rio e i poveri veri

Ecco un esempio di come le cose sensate debbano comunque essere lette anche se non si è d’accordo su tutto. Nella fattispecie non condivido le certezze di Bjorn Lomborg sul riscaldamento globale, ma tutto il resto – e c’è molto altro – decisamente sì.

L’articolo che segue è uscito un paio di settimane fa sul magazine Newsweek. E’ un po’ lungo e per far prima ho usato google translate correggendo solo ove necessario. Buona lettura.

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Bjorn Lomborg sul summit verde di Rio: La povertà inquina

Il prossimo summit verde delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro è in difficoltà e con buona ragione. I progettisti della manifestazione mammut non sono riusciti ad accordarsi su cosa dire nel documento finale, ironicamente chiamato “Il futuro che vogliamo.” Questa settimana, i dignitari si incontrano a New York City per un ultimo tentativo di trovare un terreno comune.

Non sarà facile. Negli ultimi quattro decenni, la preoccupazione delle Nazioni Unite per le questioni “verdi” si è spostata sempre di più verso le preoccupazioni alla moda dei ricchi occidentali e lontano dalle legittime preoccupazioni della stragrande maggioranza della popolazione della terra.

Non è stato sempre così. Quarant’anni fa, la prima conferenza dell’ONU sull’ambiente a Stoccolma ha contribuito a cristallizzare la necessità globale di una sana politica ambientale. Nei successivi 20 anni, tuttavia, l’enfasi è stata condizionata molto di più guidato da preoccupazioni occidentali. Mentre quella di Stoccolma era stata una conferenza sul tema “Ambiente Umano”, il tema del Summit della Terra di Rio del 1992 è stato “Ambiente e Sviluppo” e lo sviluppo ha avuto il sedile posteriore.

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Galeotta fu la Coca Cola

Una scelta di marketing apparentemente vincente, che ha visto il trionfo del merchandising attraverso l’invasione di orsetti di peluche, portachiavi, oggetti e stoviglie di ogni genere, tutti con l’effige di questa simpatica famiglia di orsetti. E invece è stato il classico boomerang. Sarà l’avversione per una delle multinazionali più odiate ed al tempo stesso amate nelle sere d’estate, però dando tanta visibilità ai plantigradi delle alte latitudini hanno fatto un bel danno.

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