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Tag: UHI

L’isola che non c’era

di Guido Guidi

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Beh, per la verità c’èe sempre stata, anche se qualcuno ha fatto finta di non vederla. Si tratta dell’Isola di Calore Urbano, tecnicamente nota come UHI e, più volgarmente, nota a tutti come quella cosa che quando d’estate fa molto caldo fa in modo che in città invece ne faccia moltissimo. Non che sia un fenomeno solo estivo, s’intende, asfalto e cemento si scaldano più del suolo nudo sempre, così come il rimescolamento dell’aria generato dal vento  fa comunque fatica a entrare più di qualche centinaio di metri nella cinta urbana.

 

E così, è probabile che se un determinato punto di rilevamento della temperatura si trova in un’area urbana, o che magari lo è diventata nel corso degli anni, il trend di lungo periodo ne possa risentire. Per evitare che questo avvenga, anche in considerazione del fatto che la grande maggioranza dei punti di osservazione sono dentro o prossimi ad aree urbane, esistono delle procedure di omogeneizzazione dei dati, in pratica degli aggiustamenti.

 

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Come ti aggiusto il clima

Sulle nostre pagine, così come sulla maggior parte dei siti web specializzati in discussioni sul clima, si fa sempre un gran parlare di temperature globali. Del resto lo spauracchio dei nostri tempi è il global warming, un fenomeno appunto globale. Il problema, come molti sanno, è che la temperatura è di per se un fattore misurabile solo in un dato luogo e in un dato momento. Perché si possa ampliare la scala spaziale di riferimento occorrono quindi molti di questi luoghi adibiti alla misurazione. Se poi si vuole conoscerne l’evoluzione nel tempo, occorre ripetere l’operazione a intervalli regolari per procedere poi a comporne la media.

Quanti di questi luoghi ci sono al mondo? Moltissimi. Quanti di questi sono effettivamente utilizzati e/o utilizzabili per monitorare l’andamento della temperatura? Molti meno. Dove sono questi sensori? Quasi tutti sulla terraferma, ovviamente e, altrettanto ovviamente, quasi tutti nelle zone ad alta densità urbana dei paesi più avanzati. Gli Stati Uniti e l’Europa fanno la parte del leone.

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Città, campagna e Global Warming

Alcuni mesi fa sono stati pubblicati i risultati del progetto BEST, un gruppo di studio in larga misura finanziato privatamente che ha compiuto una analisi delle serie di temperatura per valutare oltre al trend, anche la coerenza tra i risultati dei vari gestori di dataset più autorevoli.

In uno dei documenti pubblicati, è stato confermato quanto molta altra letteratura scientifica aveva già discusso, ossia la scarsa o nulla influenza che l’effetto Isola di Calore Urbano (UHI) – il riscaldamento molto localizzato che occorre nelle aree ad alta densità urbana – può aver avuto nel determinare il trend i medio e lungo periodo delle temperature medie superficiali globali sulla terraferma.

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Iniziamo la caccia all’isola

I lettori di CM stiano pure tranquilli, non abbiamo deciso di buttarci nel bailamme dello show-business televisivo e tantomeno promettiamo di scatenare una caccia al tesoro. Abbiamo invece deciso di lanciare un’iniziativa che ci aiuti a capire qualcosa in più sulle dinamiche delle variazioni di temperatura tra le zone urbane e quelle rurali.

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In vacanza su un’isola……di calore!

[photopress:population_small.gif,thumb,pp_image]Uno degli aspetti più controversi del dibattito sull’effettiva profondità della nostra impronta ambientale è senz’altro la comprensione del mix di variazione di destinazione d’uso del suolo, cementificazione, produzione di calore per attività industriali etc. etc., che la letteratura ambientale conosce come “Isola di calore urbana”. Eppure arrivare a comprendere quanto effettivamente possa essere pesante questo effetto è assolutamente necessario per comprendere il comportamento del clima anche a scala globale. Gli ultimi 150 anni, già sul banco degli imputati per aver visto crescere a dismisura le attività industriali e le conseguenti emissioni di gas ad effetto serra, hanno anche visto aumentare moltissimo l’urbanizzazione del territorio, e dove le popolazioni non si sono spostate in massa verso le città, in pratica sono queste ultime ad essersi spostate verso di loro. Pensiamo ad esempio alla Pianura Padana, una vasta area rurale divenuta ormai una zona urbana densamente popolata. Se dovessimo prendere in esame il trend della temperatura, quando esattamente si dovrebbe cominciare ad applicare delle correzioni ai valori osservati per essere sicuri di eliminare il “rumore” del calore prodotto dalle attività urbane?

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