Salta al contenuto

Impronta idrica: La confusione dei media – Seconda parte

Dopo aver fatto alcune considerazione su cosa sia l’impronta idrica e e sulle differenze tra consumo e utilizzo di acqua analizzerò le affermazioni dei media, anche alla luce di una recente pubblicazione.

Cito il WWF dal “carrello della spesa virtuale

“Peraltro l’agricoltura biologica, preservando la diversità genetica delle colture, permette maggiori possibilità di resistenza prima e di adattamento poi ai cambiamenti climatici. Inoltre, riducendo la necessità dell´irrigazione intensiva contribuisce a salvaguardare le risorse idriche, dato che oggi l’agricoltura in Italia è responsabile di oltre il 60% dei consumi idrici nazionali.”

Il WWF è tra quelli che fanno confusione tra consumo e utilizzo di acqua, la zootecnia e l’agricoltura non intaccano le risorse idriche, e mi sfugge come il biologico possa fare la stessa produzione totale del convenzionale con meno irrigazione, sarebbe davvero una magia!

Su “La nuova ecologia”  il giornale di Legambiente c’è scritto che:

“la produzione di cibo ed energia sono responsabili di quasi il 90% del consumo d’acqua nel mondo”.“Ai primi posti nella classifica degli alimenti che necessitano di più acqua per essere prodotti figura la carne di manzo: 13-15.000 litri di acqua per un chilo, più di 10 volte quelli necessari per produrre 1 chilo di grano: 1-3.000 litri e addirittura 100 volte e più di quelli occorrenti per 1 kg di pomodori 13 litri! (www.legambiente.eu)”

In base a questo ragionamento Legambiente chiede che sull’etichetta degli alimenti sia indicato il ‘water footprint’, cioè la quantità d’acqua necessaria per la loro preparazione. Inoltre gli ambientalisti del Legambiente fanno i soliti confronti a peso che non hanno senso, come se 1 kg di grano pomodori e carne avessero lo stesso valore energetico o proteico, mi chiedo perché non confrontano 1 kg di farina di grano con 1 kg di polvere di marmo tanto sono entrambi bianchi.
Sempre navigando nella confusione tra consumo e utilizzo Al Gore, nel suo libro “La scelta”, a pg 215 arriva addirittura ad affermare che:

“per produrre circa un kg di carne bovina servono più di 40.000 litri di acqua”

Siamo alla lievitazione dei consumi di acqua da 15.000 a 40.000 lt, tra l’altro un manzo beve mediamente circa 4 lt di acqua al giorno ogni 100 Kg di peso vivo. Quindi un manzo che consideriamo abbia, durante tutto il ciclo produttivo, (compreso le fattrici) un peso medio di 500 kg beve 20 lt di acqua al giorno, quindi 7.300 lt di acqua all’anno. Facendo una stima approssimativa dalla nascita alla macellazione (16-17 mesi per un peso tra i 600-700 kg) ) un manzo non beve più di 10.000 lt di acqua, circa 15 lt per ogni kg di peso vivo, quindi al massimo 45 lt di acqua per ogni Kg di carne, ma l’acqua è servita a produrre anche trippe, frattaglie, cibo per cani, pellame, letame e liquame. Tra 45 lt di acqua e 40.000 lt la differenza è quasi di un fattore 1.000, questo perchè il dato di Al Gore riguarda la cosiddetta impronta idrica del prodotto, cioè tutta l’acqua necessaria per produrre la carne in tutta la lunghissima filiera della carne. Per fare questo calcolo alcuni studiosi partono dalle miniere cioè da quanta acqua viene utilizzata per estrarre i minerali ferrosi che poi serviranno a produrre gli attrezzi agricoli, le attrezzature negli allevamenti e nei macelli, i mezzi di trasporto per cereali animali e carne, e per gli stoccaggi. A questa va aggiunta l’acqua utilizzata per estrarre i combustibili, il carbone in particolare e l’acqua per raffreddare le centrali, l’acqua utilizzata in agricoltura per produrre foraggi e mangimi, l’acqua utilizzata in allevamento, e nei macelli. I lavaggi nei macelli sono da considerare come acqua consumata, ma del resto anche le verdure e la frutta devono essere lavate.

Tra le risoluzioni proposte oltre al risparmio idrico urbano (che effettivamente è un consumo che si può ridurre) nello stesso sito della comunità europea consigliano :

“Modificate la vostra dieta evitando i cibi che necessitano di grandi quantità d’acqua per essere prodotti o trasportati, come la carne e gli alimenti elaborati”

Volevo sottolineare come la comunità europea demonizzi la carne invitando a evitarla, in modo generico, quindi danneggiando anche gli allevatori di suini e di polli, quando in agricoltura e zootecnia l’acqua è utilizzata e non consumata, senza accennare al fatto che produrre latte comporta un maggiore utilizzo di acqua in equivalenza calorica, e il latte è una materia prima non può essere considerato un alimento elaborato.

In un recentissimo studio Bierkens et al1 hanno stimato con un modello che la differenza tra l’acqua prelevata e quella ripristinata dal 1960 al 2000 è più che raddoppiata, soprattutto a causa dello sviluppo dell’agricoltura in India e Cina.

depletion water

Nel grafico le zone con la maggior perdita di acqua di falda (groundwater) sono in Pakistan e nel nordest dell’India. Vorrei far notare come le aree a maggior densità zootecnica europee, come la pianura padana, la Danimarca, i Paesi bassi, il Belgio, e la Bretagna non abbiano alcun depauperamento delle riserve idriche sotterranee, ci sono invece aree di depauperamento importanti negli USA.

Secondo gli autori, il prelievo di acqua di falda antropico contribuisce a circa il 25% del rateo di innalzamento del livello dei mari. Gli studiosi hanno considerato tutti i prelievi di acqua sotterranea, compresi quelli per l’irrigazione senza alcuna distinzione tra utilizzo e consumo reale di acqua dolce, il modello utilizzato considera come ricarica della falda solo le precipitazioni, e non vi è accenno invece alle infiltrazioni in falda dell’acqua di irrigazione. Nelle tecniche a scorrimento o a sommersione, come per le risaie, la perdita per drenaggio sotto superficiale può raggiungere il 70% del totale dell’acqua utilizzata a seconda del tipo di terreno coltivato, tanto che nei terreni sabbiosi il riso non si può coltivare con la tecnica a sommersione, perchè l’acqua drenerebbe velocemente in falda, e il riso seccherebbe.
Inoltre il modello dei ricercatori olandesi non considera il ripristino della falda nel caso si utilizzi acqua superficiale per l’irrigazione come in realtà nella maggioranza dei volumi di irrigazione. Solo una parte di acqua evaporata durante l’irrigazione defluirà a mare velocemente, nel caso in cui precipiti come pioggia direttamente sul mare, o nel caso in cui come pioggia defluisca per ruscellamento nei fiumi, il resto dell’acqua di irrigazione giungerà nelle falde per infiltrazione, ripristinando gli equilibri idrografici, fanno ovviamente eccezione le zone dove piove molto poco.

===================================

Seguirà la terza parte “Impronta idrica e cambiamenti climatici”

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
  1. http://www.sciencedaily.com/releases/2010/09/100923142503.htm
    Bierkens et al. A worldwide view of groundwater depletion. Geophysical Research Letters, 2010 []
Published inAmbienteAttualitàClimatologia

7 Comments

  1. Guido Botteri

    e poi vorrei sapere, visto che l’IPCC attribuisce al metano il 14,3 %
    da:
    http://www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/syr/en/figure-2-1.html
    su quale base scientifica qualcuno ha parlato del 50 % ?

    A me già quella valutazione IPCC sembra eccessiva.
    Il metano non ha solo origini antropogeniche (intendendo con questo nome anche gli allevamenti, come fanno loro), ma ha origini biogeniche non antropogeniche, e anche origini abiogeniche.
    Altrimenti qualcuno mi dovrebbe spiegare come le mucche siano arrivate su Giove, su Marte e via dicendo
    come risulta da:
    http://nananerablog.blogspot.com/2009/07/titano-la-grande-luna-di-metano-di.html

    http://it.wikipedia.org/wiki/Marte_(astronomia)
    da cui
    [ È stato definitivamente provato [18] che è presente anche metano nell’atmosfera marziana, e in certe zone anche in grandi quantità;[18] la concentrazione media si aggirerebbe comunque sulle 10 ppb per unità di volume ]

    http://it.wikipedia.org/wiki/Giove_(astronomia)
    da cui
    [ La composizione varia leggermente man mano che si procede verso le regioni interne del pianeta, date le alte densità in gioco; alla base dell’atmosfera si ha quindi un 71% in massa di idrogeno, un 24% di elio e il restante 5% di elementi più pesanti e composti: vapore acqueo,[103] ammoniaca, composti del silicio, carbonio e idrocarburi (soprattutto metano ed etano),[104] acido solfidrico, neon, ossigeno, fosforo e zolfo.[105] Nelle regioni più esterne dell’atmosfera sono inoltre presenti dei consistenti strati di cristalli di ammoniaca solida. ]

    http://it.wikipedia.org/wiki/Saturno_(astronomia)
    da cui
    [ Saturno possiede una struttura interna molto simile a quella di Giove; come l’altro gigante gassoso, presenta una composizione affine a quella del Sole, essendo costituito per il 75% di idrogeno ed il 25% di elio, con tracce d’acqua, metano ed ammoniaca. ]

    tutto questo mi sembra sufficiente per dimostrare che esiste un metano abiogenico, emesso da vulcani, per esempio, o che fuoriesce dalla profondità degli oceani, come è stato documentato anche recentemente.

  2. Claudio Costa

    @ Guido Botteri

    ottima idea Guido peccato che non ci ho pensato io che li mettevo nell’articolo

    http://www.progettomais.net/UserFiles/Image/cropland%20FAO1.jpg

    Estensione delle coltivazioni nel mondo. Fonte: Rapporto FAO 2006

    http://infranetlab.org/blog/wp-content/uploads/2008/12/11_12_06_map_livestock.jpg

    Distribuzione dei sistemi di allevamento industriale di suini, polli, ruminanti e piccoli ruminanti – Fonte: FAO 2006

    Il dato riguarda il peso vivo allevato al km quadrato in India comunque il dato è alto , il verde il verdino e il giallo sono allevamenti a pascolo

    è proprio come dici solo alcune zone sono correlate

    • Guido Botteri

      A prima vista a me pare che la situazione sia quasi opposta per il cropland rispetto alle perdite di acqua di falda, e cioè dove c’è più coltivazione c’è minore perdita di acqua di falda. Ma anche per gli allevamenti la cosa non mi sembra molto diversa, perché praticamente tutte le parti rosse dell’allevamento, ovvero dove esso è maggiore, corrispondono a zone con minime o assenti perdite di acqua di falda.
      Direi che il confronto mi sembra dia un esito CLAMOROSO.
      Invito chi è più preparato di me a fare un confromnto più preciso, ma devo dire che sono molto soddisfatto, e credo che abbiamo smontato una grossa falsità.

  3. Guido Botteri

    Claudio, puoi aggiungere una mappa degli allevamenti bovini ? giusto per confrontare i dati. Qualcosa mi dice che non ci sia alcuna correlazione, e che quindi tutto questo accanimento contro gli allevamenti bovini non abbia alcuna ragione d’essere, se non ideologica e politica.
    Le mucche indiane come sono considerate ? Comunque, guarda caso, le regioni più rovinate, in India, non sono quelle dove ci sono le mucche sacre, mi par di capire. Forse le mucche sacre non bevono ? credo invece di sì, e allora qualcuno di questi grandi scienziati che attaccano gli allevamenti bovini mi dovrebbe spiegare questa contraddizione tra la realtà e quello che sostengono loro.

  4. Claudio Costa

    errata corrige: Nel grafico le zone con la maggior perdita di acqua di falda (groundwater) sono in Pakistan e nel nordovest dell’India.

    non nord est

  5. In realtà dalla mappa mi pare che l’India sia coinvolta più nel nord-ovest che nel nord-est… Claudio puoi confermare? Il nord-ovest è il Kashmir, area musulmana come il Pakistan.

    Più che altro, il dato rilevante per me, uomo della strada, è che non ci sono problemi in tutta Europa; neanche in Francia, paese notoriamente ricco di vacche, sia per la carne che per il latte. Ma allora, ammesso che il problema affligga alcune parti del mondo, che senso hanno gli appelli sull’acqua a Milano o a Lione? Non è che se risparmio acqua in Europa, magari mangiando meno carne, miglioro la situazione nel terzo mondo; o sbaglio?

    PS Fatto salvo ovviamente che gli sprechi vanno combattutti in quanto tali, sempre.

  6. Guido Botteri

    Hai scritto, e del resto si vede dal grafico:
    [ Nel grafico le zone con la maggior perdita di acqua di falda (groundwater) sono in Pakistan e nel nordest dell’India. ]
    Dunque, dovremmo dedurre, se hanno ragione Gore, wwf e Legambiente, che in India si sta mangiando molta carne di vacca (sacra).
    Ma questo NON è possibile, appunto perché in India, lo sanno tutti, se appena si toccasse una vacca ti lincerebbero come minimo, e quindi la pretesa di accusare le mucche per il depauperamento delle falde idriche si dimostra FALSA.
    Deve esserci QUALCHE ALTRA RAGIONE.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »