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Uhm…speriamo bene…

Da La Stampa di qualche giorno fa: “Il clima che cambia diventa protagonista dei libri per ragazzi.” Un articolo che elenca e descrive sommariamente alcune recenti pubblicazioni di indirizzo didattico per i più giovani. Protagonisti principali il clima, la Natura, gli animali etc etc…

La prima opera citata è di fatto quella che da’ il titolo all’articolo, si tratta di un libro con domande e risposte illustrate di Antonello Provenzale, ricercatore del CNR, nonché autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

Che cos’è il Global Warming? – (Editoriale scienze)

Tra i suoi contributi alla divulgazione figura anche il testo curato per l’ISAC-CNR “Clima, cambiamenti climatici e loro impatto sul territorio nazionale”. Su questo testo nei mesi scorsi si è sviluppato un dibattito scaturito dalla recensione fatta da Aldo Meschiari sul Meteogiornale. Recensione nella quale sono stati sollevati degli interrogativi ai quali Provenzale ha risposto sulle stesse pagine web. Dal documento, così come dal dibattito che ne è seguito, traspare in modo chiaro l’orientamento mainstream del pensiero dell’autore. Non una novità, considerato anche il ruolo istituzionale svolto nel panorama scientifico italiano.

Tornando al testo scolastico, leggiamo come l’autore abbia desiderato compiere un’opera divulgativa mettendo in risalto sia il ruolo svolto dalle attività umane nell’ambito del riscaldamento globale, sia le incertezze che ancora contraddistinguono il livello di comprensione scientifica del problema. In pratica rendendo anche giustizia all’esistenza di un dibattito scientifico ancora in corso.

Non avendo visto il libro, non ho alcuna ragione di dubitare che non sia così, né lo si potrebbe immaginare, visto che il tipo e la qualità di informazioni che si danno ai giovani (specie ai più piccoli), sono di vitale importanza, e per chi si cimenta in questa attività rappresentano una responsabilità enorme.

Allora perché il titolo di questo post lascia intendere che qualche dubbio ci sia? Beh, i più scaltri lo avranno capito se hanno già visitato la pagina web ad esso dedicata. In copertina c’è un orso bianco, il simbolo del global warming che non c’è. Perdonate il gioco di parole ma è così. Nessuno mette in dubbio che il Pianeta si sia scaldato e tutti sono concordi nel ritenere che sia necessario comprendere se l’uomo in questo ha in effetti delle responsabilità tangibili. Ma gli orsi bianchi, più volte utilizzati dalla propaganda catastrofista (che l’autore dice di rifuggere) in realtà non c’entrano proprio niente. La loro consistenza numerica è aumentata di 5/6 volte nel periodo che ha visto aumentare le temperature. Tutte le drammatiche vicende che li avrebbero visti in difficoltà ambientale si sono rivelate nel migliore dei casi delle maldestre attività propagandistiche, nel peggiore delle truffe mediatiche, di cui, purtroppo, si sono rese protagoniste anche organizzazioni ambientaliste di fama mondiale.

Questo, ne sono certo, l’autore del libro lo sa e forse non era proprio il caso di farci la copertina. Ma, ripeto, speriamo bene. L’apertura di credito in attesa di ‘vedere’ il questionario è totale, sperando di non incappare, o meglio che i nostri figli non incappino, in un testo come quello adottato da una scuola che conosco molto bene qualche anno fa. “La Terra ha la febbre”, questo era il titolo, e in copertina se non ricordo male c’erano…un orso bianco e un termometro.

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3 Comments

  1. p.ruiz

    Io sono cresciuto con i sussidiari che ripetevano le conclusioni del Club di Roma (Rapporto sui limiti dello sviluppo, 1972): sto ancora aspettando la fine del petrolio che era (allora) già imminente.

    In effetti, data la mia esperienza posso dire che alla fine il catastrofismo è stato utile: mi ha sviluppato un sano e profondo scetticismo…

    • Luca Fava

      Spero che sia come tu dici visto il continuo “brain washing” a cui mia figlia è sottoposta alla scuola internazionale che frequenta…

    • Chi si ricorda il racconto brevissimo pubblicato su un numero della rivista Omni, edizione italiana, fra il 1981 e il 1985, in cui veniva descritta una Roma piena di abeti a causa del raffreddamento globale?

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