I catastrofici negoziati di Durban e l’inutilità dei carrozzoni “salva clima”
E’ uno spettacolo già visto e un po’ stanco, quello che va in scena a Durban, dove il diciassettesimo summit dell’Onu sul clima si sta chiudendo con le solite corse contro il tempo per tentare di far firmare a tutti un qualche accordo più o meno vincolante sul taglio alle emissioni. I colloqui, ancora in stallo ieri sera dopo oltre dieci giorni di lavori, sono continuati questa notte e proseguono in queste ore, con trattative degne di un suk: tutti cederanno un po’ sulle posizioni di ieri (l’Europa a capo di un gruppo di paesi che vuole rinnovare il protocollo di Kyoto fino al 2015 e impegnarsi a trovare un nuovo accordo dopo quella data, paesi come Russia, Canada e Giappone contrari, e altri ancora, come gli Stati Uniti, che vogliono un nuovo accordo, ma non legalmente vincolante e solo dopo il 2020) e il risultato sarà un documento con impegni aleatori.
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