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Desertificazione in Italia: dati vecchi ma allarmi nuovi – Aggiornamento #2

Questo post ha un titolo che si ripete per la terza volta. Non ce ne vogliano i lettori, ma finché continueranno a propinarci allarmi nuovi con dati vecchi noi continueremo a sbugiardarli. Non si può vivere di rendita all’infinito, specialmente in tempi di crisi.

*****

Dal 28 Novembre all’11 dicembre 2011 si è svolta a Durban, in Sud Africa, la diciassettesima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite. All’ordine del giorno, la ricerca di un accordo per un nuovo trattato sulla limitazione delle emissioni di gas serra.

Su molti quotidiani e siti internet non si è persa l’occasione per descrivere ‘scientificamente’ la pessima situazione italiana ricorrendo a varie informazioni che analizzeremo in futuri post. Il caso ha voluto che in coincidenza dell’evento anche l’autorevole e prestigiosa rivista “Le Scienze” abbia pubblicato un articolo dal titolo: “Desertificazione in Italia. Registrato un grado medio-alto di rischio in molte regioni italiane”.

Leggiamo l’inizio articolo:

[image title=”Estratto Le Scienze” width=”416″ height=”444″ align=”center”]http://www.climatemonitor.it/wp-content/uploads/2012/01/Estratto.jpg[/image]

Dopo poche frasi arriva l’affermazione:

“In generale, però – prosegue Luise- l’intensificarsi di questi fenomeni nel nostro paese, come in altre 11 nazioni europee, si deve alla crescita del tasso di aridità dovuta ai cambiamenti climatici”.

Sempre le dodici nazioni europee? Vuoi vedere che si tratta dei soliti dati di cui abbiamo già parlato su CM?

Ebbene si! Sono i vecchi dati che girano da tempo per essere utilizzati quando c’è bisogno di rinnovare l’allarme per il clima che cambia. Se volete verificare confrontate il contenuto dell’articolo in questione con quanto pubblicato su CM il 14 ottobre 2011: “Desertificazione in Italia: dati vecchi ma allarmi nuovi – aggiornamento”.

Sicché, per l’ennesima volta “l’ultima analisi” è quella del decennio 1990-2000, finito ben 11 anni fa? Se un economista volesse descrivere l’attuale situazione economica presentando i dati del decennio 1990-2000 sarebbe ricoperto da pernacchie, perché su tematiche climatologiche-ambientali questo non accade?

La situazione delle precipitazioni nel frattempo non è cambiata? Peccato che i dati non siano aggiornati, cioè, che l’allarmista di turno non si sia presa la briga di controllare né nessuno abbia provveduto a farlo magari pubblicando qualcosa, perché la quantità d’acqua caduta, guarda la fatalità, nel decennio 2000-2010 è aumentata, ma, ahimé, come si legge sul sito del CNR, si tratta di dati preliminari non ancora sottoposti a validazione. Per cui, naturalmente, rigore scientifico innanzi tutto!

[image link=”http://www.isac.cnr.it/~climstor/climate/mean_yr_ita_PCP.jpg” width=”554″ height=”388″ align=”center”]http://www.climatemonitor.it/wp-content/uploads/2012/01/mean_yr_ita_PCP.jpg[/image]

Della ricorrente presentazione degli stessi dati per la desertificazione ne avevamo già scritto più di un anno fa su CM, il 4 giugno 2010, in un post dal titolo “Desertificazione in Italia: dati vecchi ma allarmi nuovi”.

Per favore, se proprio dovete sempre ricordarci le azioni per curare il pianeta malato, fate almeno lo sforzo di aggiornare la diagnosi sulle condizioni reali, altrimenti le azioni proposte potrebbero apparire più guidate dall’ideologia che dalla conoscenza. Ah, naturalmente, solo ‘apparire’ eh?

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Published inAttualitàClimatologia

Un commento

  1. Luigi Mariani

    Caro Fabio,
    concordo con te che l’analisi dovrebbe effettuata su dati aggiornati per lo meno al 2010 e non al 2000.
    Circa poi il problema dell’aridità (intesa come carenza di acqua disponibile per le piante nel suolo) penso che sia importante non ridurre l’analisi alle sole precipitazioni ma occorra invece applicare dei modelli di bilancio idrico (che tengono conto di precipitazione, percolazione, ruscellamento ed evapotrapsirazione).
    In ragione di ciò non mi sento affatto sicuro del fatto che il decennio 2001-2010 sia stato per l’Italia meno arido di quello precedente.
    Ciao.
    Luigi

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