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Abbiamo cambiato idea

Solo chi è stolto non lo fa mai. E’ per questa ragione che, forse primi tra quanti si tormentano con i dubbi sulle origini del riscadamento globale, abbiamo deciso di rompere gli indugi e passare al mainstream. Ci sta che avremo anche miglior fortuna.

Da dove cominciamo? Non ci sono dubbi, l’argomento topico è quello dei ghiacci artici. Questo è quanto riportato dal Weather Bureau degli Stati Uniti d’America, paese leader nel settore scientifico, nonchè proprietario di un bel pezzo delle latitudini settentrionali del nostro emisfero.

 

“L’Oceano Artico si sta scaldando, gli Iceberg sono più rari e in alcune zone le foche trovano acque troppo calde. Tutti i report vanno nella direzione di un cambiamento radicale delle condizioni climatiche e sin qui senza precedenti delle temperature nella zona artica.

Le spedizioni riportano che quasi non si è avuto contatto col ghiaccio sino a nord di 81° 29′ di latitudine Nord. Grandi masse glaciali sono state rimpiazzate da morene di pietre e terra, mentre in molti punti, ghiacciai ben conosciuti sono completamente scomparsi.”

 

Diavolo una catastrofe! Ma, un momento, mi sono sbagliato, il comunicato è del 1922. Meno male, mi ero allineato da cinque minuti e già non sopportavo gli scettici. Vabbè, cambiamo idea di nuovo, sembra che il ghiaccio artico sia sempre stato molto ballerino.

PS: perdonate lo scherzo, non è farina del mio sacco, viene dalla presentazione di Richard Lindzen   alla Cooler Heads Coalition.

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9 Comments

  1. marco g.

    Al contrario del mio omonimo lo trovo molto ironico e nello stesso tempo istruttivo per far capire che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati.( senza l’intervento dell’uomo )

    • Conficoni Dino

      marco g. scrive:
      novembre 3, 2009 alle 1:13 pm
      Al contrario del mio omonimo lo trovo molto ironico e nello stesso tempo istruttivo per far capire che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati.( senza l’intervento dell’uomo )

      REPLICA
      Sono perfettamente d’accordo con quanto scrive Marco G e non riesco a capire come, se escludiamo la malafede, illustri scienziati possano sostenere tesi assurde come quella dell’influenza umana nei cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici ci sono sempre stati da quando esiste il mondo e l’uomo, nel mondo, c’è arrivato soltanto ieri (geologicamente parlando).

  2. alessandrobarbolini

    caro marco,nessuno confonde la climatologia con la meteorologia ,ma ambedue vanno a braccetto ed é inutile nasconderselo,sono complesse tutte e 2 ,..la climatologia ha lo zoccolo duro nei eventi descritti la meteo nel presente e immmediato ,tutte e 2 dipingono scenari,la climatologia a lungo termine ,la meteo nell,immediato…
    un consiglio…la CDG non si inceppa ne oggi ne domani,mi pare che la groenlandia non sia prevista sciolta completamente ,quindi o interviene l,inclinazione terrestre oppure di PEG ce le sogneremo e con esse i mari in piazza a bologna

  3. alessandrobarbolini

    ma quale catastrofe!!! oramai si sono fissati che ce il riscaldamento che nemmeno con i ghiacciai dentro milano ammetterebbero una PEG magari imminente..
    il pianeta si é riscaldato ,casomai andremo verso un raffreddamento…
    se la groenlandia collassa tutta,la corrente del golfo si inghippa e il clima europeo strapiomba in inverni da eraglaciale..
    la questione global warming assomiglia sempre piu a un cane che si morde la coda

    • Marco

      Caro Barbolini, vedo che la sua familiarità con le forme del verbo essere è pari a quella che ha con la climatologia. Il fatto che il pianeta si stia surriscaldando innesta una serie di fattori, alcuni dei quali non facilmente prevedibili, come, per esempio, dare il via ad una nuova era glaciale dovuta all’arresto della corrente del golfo.
      Non si tratta di un cane che si morde la coda ma di eventi così complessi da mettere in moto un vero caos climatico, originato, per l’appunto, dal surriscaldamento.
      Purtroppo la climatologia è una scienza più complessa della meterologia. Attenti, quindi, a non confondere.

    • Duepassi

      Se io saprebbi usare il verbo “essere” come Lei, mi domanderebbi dove stesse, dove stasse, insomma, che fine (h)a fatto quel benedetto albero delle Maldive che gli ambientalisti hanno tagliato perché dimostrava che il livello del mare non si era innalzato.
      Troverà i dettagli di questa notizia in
      http://www.svipop.org/sezioniTematicheArticolo.php?idArt=554
      Come vede, anche questo è un problema dell’ESSERE
      “Essere o non essere”, si domandava Amleto alla conferenza di CO2penaghen,
      “essere o non essere”, si domandava il povero albero, sicuro, poverino di essere amato dagli ambientalisti…
      ah quale amor non ricambiato fu quello !
      Ahi, dura terra perché non t’apristi (davanti ai piedi degli ambientalisti albericidi) ?
      Ahi, duro mare, perchè non t’innalzasti a salvar la vita effimera, eppur gioiosa, di un alberello che aspettava solo di potersi fare il suo bagnetto ?
      E quanto dovette aspettar indarno, quell’alberello, senza che nessuno gli portasse un costumino, o almeno una paperella, casomai le onde gioiose fossero arrivate fino a lui !
      Eppure, essere o non essere, quell’alberello “era”. Era la prova dell’innalzamento del mare, vero o falso che fosse.
      E se gli ambientalisti, invece di farlo fuori, lo avessero lasciato lì, avrebbero dimostrato un maggiore amore verso quello che dicono, a parole, di amare.
      E avrebbero dimostarto di credere davvero nell’innalzamento del mare.
      Il mare non si alza a cupola, o a collinetta, ma (a parte il moto ondoso, che qui non è in discussione) esiste il principio dei vasi comunicanti, e se si alza da altre parti per riscaldamento GLOBALE, s’ha da alzare anche alle Maldive, come diceva la portinaia di palazzo Tarsia. Grande donna fu quella, peccato che quelli dell’IPCC non l’abbiano consultata.
      Dunque, quel povero alberello innocente, lasciato lì, sarebbe stata la prova più evidente dell’innalzamento del mare, se questo fosse stato vero e reale.
      Allora, perché tagliarlo ?
      Basta, le lacrime mi scendono copiose, bagnando questa lettera virtuale (anche le lacrime sono virtuali) e il cor mel dice di porre fine a questo post.
      Addio alberello, sorgente davanti alle acque, ed elevato al cielo (ehm…quasi), rami ineguali, noti a chi è cresciuto tra voi, e impressi nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; onde (più o meno vicine?), de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; schiume sparse e biancheggianti sull’onde, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, dopo aver tagliato l’alberello innocente, se ne allontana!

      Guido Botteri

  4. Marco

    Francamente trovo di cattivo gusto scherzare sulla peggiore delle catastrofi che l’umanità ha mai avuto di fronte.
    E’ accettabile il dibattito scientifico (ammesso che si adducano pubblicazioni scientifiche passate al vaglio del peer review), ma lo scherno è davvero fuori luogo.
    Forse non si può cambiare idea, ma si può avere rispetto.

    • Marco buongiorno,
      non è scherno, è ironia e credo ci sia parecchia differenza. Quanto alla peggiore delle catastrofi che il genere umano abbia avuto di fronte ci andrei piano per una serie di ragioni. La prima è che mentre le guerre, gli eventi catastrofici naturali, la fame etc etc, sono cose reali e purtroppo tangibili, tutto quanto si dice sul GW e sul clima che cambia è frutto di congetture, supposizioni e deduzioni alquanto grossolane. Si parla non di ciò che è o è stato (cioè incontrovertibile), ma di ciò che potrebbe essere, con un potrebbe grande come il problema stesso. Se dai una letta anche al post “Aria di Fuga”, ti renderai conto che queste non sono le parole dell’ultimo dei deniers, quanto quelle degli addetti ai lavori, strastufi evidentemente di sentir parlare incompetenti profeti di sventura a caccia di risorse e consensi. L’altra ragione è che se quanto fatto sin qui (e ti assicuro che è parecchio) fosse andato anche solo un poco nella direzione della soluzione del problema, ora ne potremmo parlare con maggiore serenità. E invece scopriamo che tanto “protocollare” è servito solo a mettere in moto un business astronomico su cui i soliti squali si sono buttati a capofitto. Sempre con riferimento al post che ti ho segnalato, se ce la fai leggi anche l’ultimo periodo, sono curioso di sapere che ne pensi.
      Grazie di averci letto.
      gg

  5. fabio81

    Immagino che la terra pullulava di vacche a quei tempi, altro che uomini. ahahah

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