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Alcuni dati sull’ondata di caldo registrata in Francia il 28 giugno 2019

di Luigi Mariani e Franco Zavatti

Il 28 giugno a Gallargues-le-Montueux (4,17 E, 43,72 N, 44 m slm) nel Gard (sud della Francia) è stato segnato il nuovo record assoluto di temperatura massima in Francia con 45,9 °C. In questo scritto riporteremo alcune considerazioni in merito alla rilevanza da dare a questo dato e alla rappresentatività della stazione in questione.

IL COMMENTO DI METEOFRANCE

Ampi stralci del commento prodotto in tempo quasi reale da Meteofrance e disponibili qui, vengono di seguito riportati in versione italiana.

I 45,9 °C toccati venerdì 28 giugno alle ore 16,20 a Gallargues-le-Montueux, nell’ovest del Gard costituiscono il valore più elevato mai registrato in Francia da quando si effettuano misure. Si tratta di una temperatura massima simile a quella che si registra n un normale giorno di agosto a Furnace Creek nella Death Valley in California (Usa).

Il precedente record di temperature assolute per la Francia era di 44,1 °C, raggiunti a Conqueyrac, sempre nel Gard, il 12 agosto 2003 ed è stato superato questo pomeriggio da alcune delle stazioni riportate in tabella 1.

Si osservi inoltre che in tutto il paese giovedì 27 è fin qui il giorno più caldo mai registrato a giugno con 27,9 °C di temperatura media nazionale (8,6 °C al di sopra della norma). Il precedente record di giugno era di 26.4 °C, toccati il 21 giugno 2017. Solo durante l’ondata di caldo dell’agosto 2003 la Francia ha registrato temperature nazionali medie giornaliere superiori a quelle del 27 giugno 2019 e che non si registravano almeno dal 1947. Il giorno più caldo mai registrato in assoluto in Francia è stato invece il 5 agosto 2003 con 29.4 °C di temperatura media nazionale.

Anche la notte fra 28 e 29 giugno è stata la più calda mai registrata a Nantes, Limoges, Tolosa, Poitiers, ecc. e le temperature minime del 29 giugno hanno fatto registrare valori record in molte località, come si evidenzia in tabella 2.

Tabella 1 – Temperature massime registrate da un gruppo di stazioni del sud della Francia venerdì 28 giugno 2019.
Tabella 2 – Temperature minime registrate in alcune località del Sud della Francia al primo mattino di sabato 29 giugno 2019.

GLI ASPETTI PROBLEMATICI DELLA STAZIONE DEL RECORD

La stazione di Gallargues-le-Montueux è collocata in un luogo per molti versi problematico. Al riguardo invito a leggere l’articolo
“45.9°C à Gallargues : quelles conditions de mesure?” uscito il 30 giugno sul sito di meteo Paris. In tale articolo si presenta un’interessante documentazione fotografica e cartografica che riproduciamo citando ovviamente la fonte. In particolare la cartografia in figura 1 ci ha consentito di individuare la stazione (cerchiolino rosso) nella figura 3 che abbiamo tratto da Google Earth.

L’articolo ci informa anche che il vento in occasione del record termico era da settentrione il che da un lato conforta la nostra ipotesi di condizioni di Mistral (vedi più avanti nel testo) e dall’altro ci dice che la stazione è stata raggiunta in pieno dal “pennacchio urbano” della cittadina. Al riguardo si noti come nel quadrante settentrionale si collochino tutta una serie di aree che esposte al sole raggiungono temperature molto elevate. Fra di esse in particolare si veda il piazzale asfaltato e l’edifico con tetto molto scuro – forse un supermercato – sito a nordest della stazione.

Dalla figura 2 si osserva che una stazione amatoriale Davis collocata sempre a Gallargues-le-Montueux in un sito assai problematico (tetto di un edifico) abbia comunque fatto segnare un valore massimo inferiore rispetto alla stazione ufficiale di Meteofrance, il che è di rilevanza tutt’altro che trascurabile. Infatti se una stazione mal collocata come la Davis in questione ha fatto segnare un massimo di 44.2°C contro i 45.9°C delle stazione  ufficiale di Meteofrance (-1,7°C), possiamo ipotizzare che il valore realmente toccato nell’area rurale circostante Gallargues-le-Montueux  sia stato pari a 43.2°C (valore registrato dalla stazione Davis cui è stato detratto 1°C per tener conto del fatto che la stazione è posta su un tetto ove si verificano valori più elevati di almeno 1°C rispetto a quelli che si registrerebbero su tappeto erboso.

D’altronde Meteofrance classifica la propria stazione di Gallargues-le-Montueux  come “stazione di classe 3” in una scala che va da 1 a 4, il che la dice lunga sulla rappresentatività dei dati da essa ricavabili (per maggiori notizie sulla classe 3 WMO si veda qui).

Peraltro dal manuale indicato si osservi che la classe del WMO viene stabilità in base alle caratteristiche dell’aerale posto nelle immediate circostanze del sito d’installazione mentre vengono trascurati gli effetti avvettivi da maggiori distanze come quelli legati all’aria calda proveniente dal paese di Gallargues-le-Montueux.

 

Figura 1 – Mappa del sito di installazione della stazione di Gallargues-le-Montueux (fonte: meteo Paris).
Figura 2 – Alcune foto della stazione di Gallargues-le-Montueux (fonte: meteo Paris). A destra la stazione di Meteofrance che ha fatto segnare il record e a sinistra una stazione amatoriale Davis installata su un tetto sempre a Gallargues-le-Montueux.
Figura 3- Altre foto della stazione di Gallargues-le-Montueux (fonte: meteo Paris)

ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI DESUMIBILI DAI DATI

Le temperature massime assolute estreme registrate venerdì 28 giugno appaiono un fenomeno che probabilmente ha risentito di fattori attivi a mesoscala. Al riguardo si osservi che:

  1. tutte le stazioni presentate in tabella 1 sono in un raggio di circa 120 km fatto centro a metà strada fra Montpellier e Marsiglia, dal che si desume che si è trattato di un fenomeno a mesoscala.
  2. l’area teatro delle temperature estreme del 28 giugno è soggetta a un vento da nord, il Mistral, che scende dalle montagne del Massiccio Centrale e che può ragionevolmente aver contribuito ad accentuare l’anomalia termica. Al riguardo si segnala che su Wikipedia spicca la frase seguente “Par effet de foehn, l’air s’assèche brutalement dans les basses vallées de l’Ardèche et du Gard.

Il carattere a mesoscala del fenomeno emerge anche da una verifica effettuata sui dati delle sue stazioni aeroportuali “storiche” di Parigi (Orly e Le Bourget), da cui emerge che le temperature massime raggiunte nel giugno 2019 non sono in alcun modo eccezionali nel senso che non è stata mai raggiunta o superata la soglia di 35°C (tabella 4) che può essere considerata come soglia per individuare la presenza di ondate di caldo e che è stata superata parecchie volte in passato (in 33 occasioni a Orly e in 42 a le Bourget). Al riguardo si segnala che le stazioni di Orly e Le Bourget presentano parecchi dati mancanti negli anni passati ma non nel giugno 2019, per cui il numero di casi individuato è probabilmente sottostimato.

Si ritiene infine non corretto sostenere che il fenomeno sia legato a una singola stazione mal localizzata anche se a giudizio di chi scrive il valore registrato a Gallargues-le-Montueux è inficiato da una localizzazione tutt’altro che ottimale e che può avere accresciuto in modo significativo il valore record ottenuto, che pertanto per Gallargues-le-Montueux dovrebbe essere ridotto a 43.2°C, valore comunque molto elevato e sensibilmente anomalo.

Figura – Il sito di collocazione della stazione di Gallargues-le-Montueux, desunto dalla mappa in figura 1 (cerchiolino rosso).
Tabella 3 – Le temperature massime (Tx) e minime (Tn) registrate nel giugno 2019 dalle stazioni aeroportuali “storiche” di Parigi (Orly e Le Bourget). In rosso le massime assolute.
Tabella 4 – I valori di temperatura superiori a 35°C registrati dalle stazioni di Orly e Le Bourget nel bimestre giugno – luglio dall’anno di installazione ad oggi. Si noti che nel 2019 non è mai stato registrato un valore superiore a 35°C.

Conclusioni

L’ondata di caldo sulla Francia occorsa nella terza decade di giugno 2019 è sicuramente un evento fortemente anomalo poiché è stato con ogni probabilità caratterizzato da livelli di anomalia rispetto alla norma superiori a 3 deviazioni standard. La genesi del fenomeno è sicuramente sinottica (un promontorio di blocco africano con avvezione di masse d’aria sahariana, effetti di compressione dovuti alla discesa della massa d’aria nell’anticiclone ed apporto energetico molto forte per l’intenso soleggiamento).

L’evento termico estremo del 28 che ha interessato il dipartimento del Gard e le aree ad esso limitrofe ha avuto invece il contributo determinante di processi a mesoscala e la nostra ipotesi è che un ruolo significativo possa averlo giocato il Mistral, vento catabatico tipico dell’area.

Riteniamo infine che Meteofrance dovrebbe condurre verifiche approfondite prima di convalidare il valore record di 45.9°C registrato dalla propria stazione di Gallargues-le-Montueux, a nostro avviso inficiato dalle caratteristiche scadenti del sito d’installazione.

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Published inAttualitàClimatologiaMeteorologia

12 Comments

    • Maurizio Rovati

      Comunque è costata 5M€ per 1 km, ha prodotto la metà del previsto annuale e adesso è rotta e va smantellata con altri costi. Direi un altro grande successo della green economy!

  1. Simone

    Mi “rattrista” segnalarvi che Meteo France non solo ha confermato il record di +45.9°c, ma anzi ha ufficializzato un nuovo record di una stazione che è vicina i cui dati sono stati esaminati e poi validati. Il nuovo record dell’ondata di caldo in Francia è di +46.0°c.
    Avanti quindi, datevi da fare per sostenere che anche questo nuovo record è errato…

    Immagine allegata

    • Ernesto

      Interessante Simone, la serie storica della stazione da quale anno inizia?

  2. Francesco Tedesco

    I termometri devono stare al sole in schermi fabbricati a regola d’arte, Rocco.
    Ed il problema delle schermature credo sia fondamentale e trascurato, dandosi per scontato che quelle utilizzate correntemente forniscano un’adeguata protezione.
    Dalle foto non si capisce in particolare che tipo di schermo sia usato, non è che è quello il problema?

    Domando poi ai tecnici presenti a questo bel blog: un tempo si usavano le capannine in legno ora per lo più dismesse e sostituite da orribili mini schermi, con strani sistemi di aerazione che registrano spesso massime molto superiori a quelli davis (per lo più usati da privati, me compreso).
    Ebbene, esiste uno studio serio ed autonomo che testi l’efficacia dei vari schermi utilizzati attualmente in Italia dagli enti (ed in particolare protezione civile)?

  3. Virgilio Bardini

    Queste preoccupazioni mi paiono premature, ondate di calore un po’ più intenso della media possono esser indicative solo se durano per mesi, a me risulta che saranno un 15 giorni di queste temperature, aspettiamo l’evoluzione almeno fino ad agosto poi valuteremo. Certo ormai s’è instaurata la nevrosi del “riscaldamento letale” che in piena estate basta un 30° a mezzogiorno che tutti si sentono spacciati e ai Tg nazionali e sul web avvertono che al circolo polare artico gli orsi bianchi finiscono tutti in autocombustione!

  4. Gianni

    “Par effet de foehn, l’air s’assèche brutalement dans les basses vallées de l’Ardèche et du Gard”

    Dalla pagina Wiipedia citata si arriva a un’altra (https://fr.wikipedia.org/wiki/Effet_de_foehn)), che recita:

    “Une situation similaire peut se produire dans le Bas Languedoc lorsque de l’air sec et tiède dévale des hauts plateaux du Massif Central en début d’été, cet air étant aspiré par une dépression thermique en Basse Provence attisée par des phénomènes de brises. Il souffle alors un mistral diurne qui est chaud et très sec, propice aux feux de forêt. Ce vent est parfois appelé mistralet. Un tel phénomène se produisit probablement lors du très fort pic de chaleur à Nîmes le 28 juin 2019 où il fit 45,9 °C dans la région”

  5. Luca Maggiolini

    La cosa più fastidiosa è sentire disquisire di massimi sistemi e pontificare sul futuro del pianeta partendo da un singolo dato “da record”.
    Ricordo benissimo una slide che riguardava la rilevazione a Oymyakon della temperatura, in un giorno di pieno inverno, in varie zone dell’abitato.
    Ora, escludendo di mettere i termometri sopra ad un camino della stufa di una casa del luogo, mi pare che il posto possa definirsi abbastanza isolato e sostanzialmente poco influenzato dall’inurbamento, di fatto inesistente.
    Bene, la temperatura minima registrata presentava scarti di svariati gradi (roba tipo -57 C in un punto e -49 C in un altro, mica frazioni) a distanza di forse centinaia di metri tra di loro.
    Quando vidi le differenze mi venne del tutto spontaneo domandarmi: tutto ‘sto casino per mezzo grado in più o in meno quando le rilevazioni possono presentare variazioni del genere, oltretutto in ambienti ben poco influenzati da fattori esogeni??? Mah….
    Purtroppo non trovo più il link di riferimento nè lo screenshot che mi ero fatto…..

  6. donato b.

    Grazie a L. Mariani e F. Zavatti per quest’analisi della situazione meteorologica europea. E grazie anche a Diego per il suo contributo estremamente interessante.
    .
    Abbiamo assistito ad un evento meteorologico eccezionale di cui tutti parlano e straparlano, ma di cui nessuno ha cercato di analizzare le cause. In tutti i resoconti giornalistici che ho avuto modo di leggere in questi giorni, si parla di eventi eccezionali che dimostrano il cambiamento climatico in atto. L’ondata di caldo, in ultima analisi, sarebbe una prova del cambiamento climatico in corso. Questa mattina, in particolare, una trasmissione di Radiouno (RAI), citava come prova del cambiamento climatico in atto, il susseguirsi di caldo torrido ed eventi temporaleschi. Secondo la conduttrice il repentino passaggio dal caldo ai temporali, era indice di clima pazzo, ossia di cambiamento climatico. Una semplificazione orrenda ed oscena, ma così è , se vi pare.
    .
    In questo post si cerca, invece, di spiegare il perché si sono venute a creare le condizioni perché si verificasse una condizione meteorologica così anomala per il mese di giugno e, per quel che mi riguarda, le spiegazioni fornite da L. Mariani e F. Zavatti, appaiono condivisibili. Esse spiegano i record di temperatura registrati in mezza Europa, sulla base di considerazioni prettamente meteorologiche che non richiedono l’intervento di cause climatiche.
    .
    Mi sembra degno di nota, inoltre, il virgolettato attribuito a J. Hansen nel post citato da Diego: la probabilità che una simile ondata di caldo si potesse verificare senza la presenza dell’effetto serra, sarebbe stata molto più bassa. Mi è sembrato di capire che anche secondo Hansen l’ondata di caldo è un evento meteorologico, reso più probabile dall’effetto serra.
    .
    Da quello che ho potuto capire, pertanto, l’ondata di caldo cui stiamo assistendo è spiegabile da un punto di vista meteorologico, come hanno fatto, per esempio, L. Mariani e F. Zavatti. Da parte sua J. Hansen ci fa presente che l’effetto serra ha aumentato la probabilità di accadimento dello stesso. Ciò sulla base dei risultati dei modelli climatici, presumo. Su questo non sono, però, del tutto d’accordo a causa delle molte perplessità che nutro circa l’attendibilità degli output dei modelli climatici, ma questo è, però, un altro discorso.
    .
    Ciò che mi sembra importante tenere ben presente, è il fatto che l’ondata di caldo in atto è un fatto meteorologico. Per quel che riguarda la sua probabilità di accadimento e l’influenza dell’effetto serra su questa probabilità, possiamo discuterne.
    Ciao, Donato.

  7. Alessandro

    La serie storica inizia solo dal 1985! Per carità… chissà quante volte la temperatura massima in passato sarebbe potuta essere rilevata più elevata, fermo restando che l’installazione fosse stata la medesima anche nel passato.

  8. rocco

    un termometro può misurare solo la temperatura dell’interfaccia tra sensore e ambiente, e solo in quel punto.
    Solo in un contenitore chiuso, privo di scambi con l’esterno, un termometro può misurare la temperatura all’interno di quel contenitore e non solo dell’interfaccia.
    per misurare la temperatura di un luogo aperto, un termometro non basta, ma neanche due, tre, 100, 1000.
    Si dovrebbero conoscere le temperature di ogni singolo atomo, come indicava Laplace, operazione impossibile e irrealizzabile.
    Per questo le previsioni meteo ( per non parlare di quelle climatiche) hanno un limite di pochi giorni di previsione: impossibile stabilire le condizioni iniziali.
    Mi convinco sempre più che si abbia a che fare con una scienza sociale e non con una scienza naturale, una scienza psicologica che misura le emozioni prodotte in funzione dell’enfasi sulla temperatura o sugli eventi meteo in genere.
    p.s.
    ma i termometri non dovrebbero stare all’ombra e non sotto il sole?

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