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Mese: Dicembre 2011

Una speranza vana…

Qualcuno avrà il coraggio di dire “ho sbagliato”?

Ieri mi sono imbattuto in un tweet della World Bank che rilanciava un press release dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Titolo:

Malaria deaths are down, but progress remains fragile.

Nel corpo leggiamo che in totale nel mondo le morti per malaria sono diminuite del 25%, un dato che sale al 33% per la sola Africa.

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Scienza e comunicazione

Qualche giorno fa è stata pubblicata qui su CM e praticamente su tutti i mezzi di informazione, la notizia dell’individuazione delle probabili tracce del bosone di Higgs. Solo qualche mese prima abbiamo assistito alla pubblicazione della notizia della “scoperta” dei neutrini superluminali. Qualche settimana prima erano stati pubblicati i risultati di BEST. Ancora prima si era avuta notizia dei risultati dell’esperimento CLOUD. Questo per restare alle notizie che più di altre hanno generato interesse nella blogosfera e tra i media generalisti oltre che scientifici.

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Libero mercato?

Non voglio discutere sui gusti di ciascuno di noi, nel momento in cui casa nostra si illumina grazie alle lampadine a basso consumo energetico. A qualcuno possono piacere ad altri no, ma come anticipato si tratta di gusti personali. Vi è tuttavia una serie di considerazioni che possiamo fare sull’introduzione delle lampade a basso consumo energetico. Lo spunto ce lo fornisce un articolo apparso nella blogosfera e che contiene una interessante deduzione1 :

Continuo a pensare che tutta l’operazione “lampade a basso consumo” sia un’operazione di imposizione commerciale voluta da qualche potente lobby alla faccia della libertà di scelta dei consumatori. Infatti, se le lampade a basso consumo sono così vantaggiose, perché imporre le scadenze alla vendita di quelle a incandescenza, senza lasciare che liberamente il mercato faccia la selezione dei prodotti migliori (valutando tutti i punti di vista incluso quello della gradevolezza della luce)?

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  1. http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2011/12/14/il-mio-rapporto-con-le-lampade-a-basso-consumo/ []
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Consigli per le vacanze (a breve)

Una futuribile amena località tropicale, questo ci dicono potrebbero diventare le isole Svalbard, il cui territorio va ‘appena’ da 74 a 81°N. Il consiglio in questione è quello di affrettarsi con le prenotazioni, anche se adesso ci sono un certo numero di gradi sotto zero.

Già, perché nei prossimi 8-10 anni, le temperature medie invernali potrebbero crollare di ben 6°C. Lo apprendiamo da questo post su WUWT, dove si da’ conto di una ricerca appena pubblicata da un gruppo di scienziati norvegesi. Un lavoro che si può leggere liberamente su arxiv:

Solar activity and Svalbard temperatures (pdf)

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Prevedere è difficile, soprattutto il futuro

Un aforisma intramontabile quello che da il titolo a questo post. Una frase con la quale, l’ho detto e lo ripeto, non mi sono mai sentito molto a mio agio. Un disagio che viene dalla certezza che ogni previsione deve essere soggetta a verifiche, altrimenti è inservibile.

C’è una sola categoria di previsioni che sfuggono alla verifica, quelle climatiche. Sono le più pregiate, perché permettono di dire tutto e il contrario di tutto, basta proiettarsi in una adeguatamente lunga scala temporale per essere, in quanto esperti, depositari di una verità che nessuno tra i vivi che ascoltano il vaticinio potrà mai confutare.

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Protocolli senza qualità

Chi è stato a dieta conosce per esperienza come si controlla l’efficacia della prescrizione medica. La persona che accusa un “disturbo” va dal “medico”, questi esaminata la situazione individua ad esempio una combinazione di condimenti utilizzata come il responsabile del malessere e quindi prescrive una dieta che porti ad una riduzione/eliminazione del “disturbo”, cioè del motivo per cui si è ricorsi alla cura. Per verificare se la prescrizione è giusta si deve monitorare nel tempo la scomparsa di quanto accusato dal paziente; se questo non avviene occorre inevitabilmente rivedere la dieta.

Una dinamica simile accade in qualsiasi azienda che applichi i concetti della qualità; le fasi dell’azione di direzione sono: pianificare, fare, verificare se gli obiettivi sono stati raggiunti ed eventualmente correggere o migliorare il prima possibile la nostra azione. E’ fondamentale individuare gli indicatori del processo per comprendere i fenomeni che accadono.

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Alberi nel frigorifero

Ecco qua, fresca fresca da Science Daily la catastrofe climatica quotidiana. I ghiacciai svedesi si ritirano, sotto spuntano gli alberi. Attenzione, non quelli che crescono perché il suolo si libera dal ghiaccio, ma i resti di quelli che c’erano prima che il ghiaccio arrivasse.

Circa 600 metri in più di quota rispetto ad oggi, questo pare fosse il limite per lo sviluppo di questa vegetazione. Ciò significa, secondo loro, che la zona dovesse avere temperature medie di almeno 3,5°C più alte di quelle attuali.

Quando? Beh, prima si pensava che l’avanzata di quei ghiacciai risalisse all’ultima glaciazione, ora pare che il legname (non fossili, legname) ritrovato risalga a 4.500 anni fa. Questo significa che quell’ipotetico calduccio lì lo faceva in tempi anche relativamente recenti.

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Informazione ‘Terra Terra’.

Quella che vedete qui sopra è una foto risalente allo scorso dicembre in Inghilterra, più precisamente a Londra. Eravamo alle porte di una glaciazione poi non avvenuta perché il clima ha fortunosamente ripreso il suo corso.

Ora ci risiamo, ma con un rischio dal segno opposto. Saremmo infatti sulla soglia dell’inferno climatico. Una riflessione inevitabile che viene leggendo le pagine del quotidiano ecologista “Terra”, secondo il quale il sole di cui stiamo godendo a dicembre (con alterne fortune tra l’altro di cui in redazione non devono essersi accorti) sarebbe una diretta conseguenza del riscaldamento globale.

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Global Warming? E’ questione di bilancio.

Calma, non è di economia che parleremo oggi, benché sia ormai palese che nelle sedi negoziali, come ad esempio quella che si sta smantellando a Durban, più che di clima si parli di denaro. Il bilancio, nella fattispecie, è quello radiativo, cioè quel che risulta, in termini di riscaldamento del Pianeta, da una eventuale variazione del rapporto tra energia entrante in forma di radiazione ad onda corta e energia uscente in forma di radiazione infrarossa.

Lo spunto viene da Nature, ovvero da un editoriale di recente pubblicazione con il seguente titolo:

Three-quarters of climate change is man-made.

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Anche il Sole ha le sue anomalie

Il sole e il ciclo solare 24 non smettono di regalare agli studiosi della materia nuovi spunti per la ricerca e quesiti sulle conoscenze finora raggiunte. L’ultimo in serie cronologica di questi spunti può venire da alcuni dati che descrivono l’andamento del ciclo solare. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un graduale aumento del numero delle macchie solari e del flusso solare sulla lunghezza d’onda dei 10,7 cm. Nei cicli passati tale incremento andava di pari passo con un aumento di un indice geomagnetico l’indice AP.

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Comanda, regola e imponi

Che il mercato delle energie alternative sia un cosiddetto mercato drogato, è fuori di dubbio. Pesantemente sussidiato, ha portato ad una distorsione del mercato non indifferente anche nella percezione delle misure da adottare o meno. Per esempio la green economy avrebbe dovuto creare milioni di posti lavoro (davvero, milioni) perchè ci hanno sempre detto essere la panacea. Tuttavia, le scelte sono sottoposte come dicevamo ad una tale distorsione ideologica, che nessuno ha finora voluto affrontare la realtà di un mondo in recessione un su tutti: Barack Obama, che espresse parole di immensa fiducia nella green economy, durante il suo famoso discorso di insediamento alla Casa Bianca. Da lì a poco la crisi avrebbe cominciato a mordere fortissimo, ma non importa: la green economy avrebbe salvato tutti.

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Mirror posting: Clima, il circo Durban continua

«Trovato l’accordo un capolavoro di diplomazia», «l’intesa alla conferenza Onu tiene insieme i tagli alle emissioni (25-40% entro il 2020) e gli interessi dei vari Stati rinviando la definizione degli impegni vincolanti Paese per Paese». «Per ora è solo architettura, ma è un’architettura robusta: il disegno di un progetto concreto per la salvaguardia del clima», l’accordo «traccia la strada per un’intesa contro il caos climatico a cui dovrà essere data forma definitiva il prossimo anno: taglio delle emissioni del 25-40 per cento rispetto al livello del 1990 entro il 2020 per evitare che l’aumento di temperatura superi i 2 gradi e un pacchetto di fondi (10 miliardi l’anno che arriveranno a 100 miliardi l’anno nel 2020) per il trasferimento delle tecnologie pulite e il mantenimento delle foreste tropicali». «La Cina ha accettato i criteri di trasparenza nei controlli sulle emissioni serra che per gli Stati Uniti costituivano una precondizione indispensabile per la trattativa e ha aperto alla possibilità di impegni vincolanti per la fine del decennio. L’India ha adottato una posizione simile. I Paesi schierati sulle posizioni più radicali hanno ritrovato lo spirito del multilateralismo e la disponibilità a creare meccanismi più efficienti per il trasferimento di tecnologie pulite».

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