Salta al contenuto

Mese: Gennaio 2014

Il Sole non scalda il Pianeta, ma, se necessario (per i modelli), lo può raffreddare!

Certo che sul Sole ne sappiamo proprio poco. Soltanto qualche anno fa, per esempio, i massimi esperti di attività solare, stabilmente intensa per buona parte del secolo scorso, immaginavano un nuovo ciclo solare tra i più forti. Ora siamo nel bel mezzo del ciclo solare 24, con un emisfero della nostra stella che ha già virato verso la fase discendente e l’altro che seguirà nei prossimi 12-18 mesi, e le macchie solari le abbiamo sin qui contate sulla punta delle dita, a descrivere un ciclo tra i più deboli che la ricerca moderna possa ricordare.

 

Ma c’è una caratteristica del carattere della nostra stella ancora più oscura. Infatti, malgrado essa costituisca l’unica fonte di energia alla quale può attingere il nostro pianeta, le variazioni della sua attività sono insignificanti quando il pianeta si scalda, mentre divengono decisive quando smette di farlo o, addirittura, si raffredda.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 1 Comment

Il Global Warming c’è, sopra le nuvole

L’immagine in testa a questo post, sebbene piuttosto nota a chi ci segue abitualmente, necessita di una spiegazione per i non addetti ai lavori. Tutte quelle linee colorate si chiamano in gergo ‘spaghetti’ e ognuna rappresenta l’uscita di un modello climatico globale sulle temperature della media troposfera intertropicale. La linea nera un po’ più grande è la media di tutti i modelli. I quadratini sono invece le osservazioni ricavate dai palloni sonda e i cerchietti infine quelle rilevate dalle sonde satellitari.

 

Quelli rappresentati sono i modelli utilizzati per il 5° report IPCC, forzati con uno scenario delle emissioni (rcp8.5) in cui nulla o quasi viene fatto per abbatterle, cioè con un aumento della concentrazione di CO2 molto veloce e significativo (qui sugli rcp). Appare chiaro che non c’è un modello che riesca ad avvicinarsi efficacemente alla realtà osservata, specialmente in questi ultimi tre lustri. Da notare che se la realtà delle temperature globali è ben lontana da quella prospettata dai modelli, la concentrazione di CO2, nonostante i molti sforzi comunque quasi tutti nominali e inefficaci, continua a crescere senza dar segni di rallentamento. L’unica eccezione l’hanno fatta segnare i primi due anni della crisi economica mondiale.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 7 Comments

La tempesta solare del secolo, o forse no?

Alcuni giorni fa, il 2 gennaio per la precisione, sul disco solare ha fatto la sua ricomparsa (si ricomparsa perché era già comparsa alla precedente rivoluzione solare) la macchia solare 1944.

 

La 1944 è apparsa subito come una regione molto attiva con una estensione veramente notevole e una configurazione magnetica che faceva presupporre la possibilità di eruzioni solari e brillamenti (Coronal Mass Ejection (CME) e Flares, visto che l’inglese va di moda). Così in effetti è stato. Su molti media generalisti e su vari siti si è iniziato a leggere di possibili effetti devastanti derivanti dalla macchia 1944. Alcuni hanno prospettato Black Out generalizzati, aurore boreali visibili da Gerusalemme e cose simili. La 1944 ha dato origine infine ad un Flare di classe X, ma non certo eccezionale, così come non eccezionale è stato il CME ad esso associato. Questa eruzione solare è stata però “fronte terra”, cioè è avvenuta quando la regione in questione era orientata verso il nostro pianeta.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

Outlook inverno 2013-2014 – Verso il cambio di pattern atmosferico

Con questo articolo si aggiornano brevemente la situazione e le possibili prospettive. Prima di tutto un brevissimo riepilogo delle “puntate” precedenti. Nell’aggiornamento dello scorso 18 dicembre segnalai la genesi di un probabile warming classificato come Minor e atteso tra la fine di dicembre e i primissimi giorni di gennaio. Nell’aggiornamento successivo del 31 dicembre segnalai la possibilità di un evento Major verso la fine della seconda decade di gennaio derivante dalla situazione stratosferica allora prevista. In realtà questo secondo evento non si verificherà, almeno in quei termini, e i motivi principali sono da attribuire all’eccesso di conservazione di moto zonale che il vortice polare sta tutt’ora mantenendo rispetto alle attese derivate dalle conseguenze del Minor Warming e dai continui disturbi offerti da una sempre buona presenza di attività d’onda. Infatti l’elevata zonalità (cosa comunque segnalata poi in sede di commento) ha inibito l’inserimento dei flussi di calore a carico della seconda onda verso il cuore del vortice polare stratosferico alla quota isobarica di 10hPa.

 

La situazione permane comunque molto fluida anche perchè l’attività d’onda al confine tra troposfera e stratosfera tende a produrre continui elementi perturbatori. La situazione potrebbe però trovare uno via di sblocco, ora vediamo perché.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 7 Comments

Rinnovabili: vietato toccare

C’è poco da fare, ci sono alcuni argomenti sui quali proprio non si può discutere, figuriamoci sollevare qualche dubbio. L’argomento, l’avrete capito, è quello delle risorse energetiche rinnovabili, ovvero dello sviluppo siderale che hanno avuto recentemente nel nostro Paese. Non è mia intenzione però affrontare il tema in prima persona, piuttosto, un po’ perché è domenica, un po’ perché non si tratta esattamente del mio settore di applicazione, preferisco segnalarvi due articoli usciti recentemente.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 1 Comment

Perché aumentano i costi dei disastri naturali?

Ogni volta che capita un evento di forte maltempo si torna a sentire la solita litania dell’aumento degli eventi intensi che accmpagnerebbe i cambiamenti climatici, ovviamente solo quelli che avrebbero origine nelle attività umane. E questo accade nonostante sia ormai noto che l’associazione tra le recenti dinamiche del clima – a prescindere dalla loro origine, e gli eventi meteorologici estremi non è possibile, soprattutto per indisponibilità di dati.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

Vespe killer, AGW e Large blue

La Vespa mandarinia è un imenottero vespoideo asiatico, che con i suoi oltre 5 cm di lunghezza  e 7 cm di apertura alare è la più grande vespa del mondo (più grande per intenderci del nostro calabrone – Vespa crabro).  La Vespa mandarinia vive in Asia sia in climi tropicali sia in climi temperati e predilige gli ambienti forestali. Inoltre le sue punture sono spesso letali per l’uomo, tanto che nel solo Giappone l’insetto farebbe ogni anni ben 40 morti.

 

Secondo questo articolo la Vespa mandarinia, per la perversa concomitanza di anthropogenic global warming e deforestazione,  cambierà in futuro il proprio habitat trasferendosi dai boschi alle città e causando in tal modo la morte di moltissimi esseri umani, esseri umani che a loro volta considerano tale vespa come fonte di cibo.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 9 Comments

Il gelo negli USA, il global warming e i dilettanti allo sbaraglio

 La notizia è sulla bocca di tutti, mentre il Mediterraneo si crogiola al calduccio in un inverno giovane ma sin qui piuttosto clemente, nel resto dell’emisfero la stagione fredda si sta facendo sentire come non avveniva da decenni. Onde alte come palazzi sulle coste del Nord Atlantico e nevicate accompagnate da temperature da incubo negli Stati Uniti e sul Canada.

 

I media naturalmente ci vanno a nozze, compresi quelli ad uso anche domestico, che stanno ormai rimpiazzando quelli tradizionali. Qui sotto un tweet di Donald Trump, che è famoso per molte cose, ma non per le sue conoscenze in campo meteo-climatico.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 6 Comments

World Bank, il clima (e i soldi) nelle mani giuste

Soltanto qualche giorno fa abbiamo rilanciato sulle nostre pagine un articolo apparso sul Il Foglio e firmato da Piero Vietti circa l’ultima fatica della parte più attiva del movimento salvapianeta, ovvero la pubblicazione di uno studio che avrebbe messo a nudo l’esistenza di una cartello di finanziamenti oscuri per sostenere la propaganda anti AGW, una banda di sordidi cospiratori intenzionati quindi a fregarsene del clima che cambia e cambia male per continuare a perseguire i loro loschi affari. Non è mia intenzione ritornare sulla totale assenza di senso del ridicolo del solito ricorso al cospirazionismodi questo genere di approcci, basti pensare per esempio che gli ordini di grandezza tra quanto viene speso per la ricerca e per la cosiddetta lotta ai cambiamenti climatici e quanto impiegato invece per chi sulla faccenda nutre qualche leggittimo dubbio sono talmente tanti da non poter essere calcolati.

 

Nel prossimo futuro, più precisamente a partire dal 27 gennaio e per la bellezza di quattro settimane avremo l’ennesima riprova di questa differenza. La World Bank, istituto sovranazionale che non credo necessiti di presentazioni, ha lanciato una massiccia iniziativa di propaganda climatica, il MOOC (Massive Open Online Course), ovvero un corso on-line appunto di quattro settimane la cui presentazione, rivolgendosi direttamente ai potenziali discepoli, suona così:

Facebooktwitterlinkedinmail 1 Comment

Il Caval Barbero e i Cavalli Frisoni – Note a margine di uno scritto di Cook et al, 2013

di Luigi Mariani e Gianluca Alimonti

 

Gli autori ringraziano il professor Ernesto Pedrocchi per aver loro segnalato lo scritto di Cook et al e per gli utilissimi commenti.

 

L’articolo di Cook et al., 2013

Con l’articolo “Quantifying the consensus on anthropogenic global warming in the scientific literature”, uscito il 15 maggio 2013 su Environmental research letters, gli autori si propongono di verificare il livello di consenso rispetto alla teoria dell’Anthropogenic Global Warming (AGW) attraverso un progetto che si autodefinisce di “citizen science” (scienza civica) e che è stato avviato dai volontari del sito web Skeptical science (www.skepticalscience.com). L’obiettivo del lavoro è dichiaratamente “politico” in quanto, come traspare dai primi passi dell’introduzione, si propone di evidenziare il consenso esistente rispetto alla teoria AGW onde evitare che prenda corpo quel “clima d’incertezza” che potrebbe rendere l’opinione pubblica meno propensa a “politiche del clima” volte a ridurre le emissioni di CO2 ed altri gas serra.

 

Facebooktwitterlinkedinmail 35 Comments

Un mese di meteo – Dicembre 2013

IL MESE DI DICEMBRE 2013(*)

 

Andamento circolatorio

Un mese che può essere agevolmente suddiviso in due parti nettamente distinte fra loro, con un periodo 1-17 dicembre in cui l’area italiana è stata interessata da un promontori anticiclonici subtropicali di blocco che hanno garantito tempo stabile e soleggiato. Dal 17 si è assistito alla repentini transizione verso un regime circolatorio atlantico caratterizzato dal passaggio di rapide perturbazioni in forma di saccature che per interazione con sistemi montuosi che circondano il bacino (Pirenei, Alpi) hanno generato minimi di cutoff le cui traiettorie che hanno interessato localmente anche l’Italia peninsulare.

 

Facebooktwitterlinkedinmail Leave a Comment

Mecenati illuminati e sordidi cospiratori

Un piccolo fuori programma prima di arrivare al punto. Ora che anche il rompighiaccio cinese mandato in soccorso della nave russa bloccata dai ghiacci potrebbe…

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger... 4 Comments

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »