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C’è bisogno di aria fresca

La conferenza preparatoria della scorsa primavera ha fallito l’obbiettivo di produrre nuovi elementi su quegli aspetti di detection ed attribution attorno ai quali ruota tutto il castello delle origini antropiche del riscaldamento globale.

I Climate Talks che dovrebbero condurre ad un accordo finale alla conferenza di Copenhagen del prossimo dicembre non stanno producendo alcun risultato, anzi, è il caso di dire che stiano mettendo in evidenza più le distanze tra i paesi partecipanti che le ragioni di avvicinamento.

le dichiarazioni d’intenti dei grandi della Terra al G8 del luglio scorso non sono andate oltre quello che a tutti gli effetti erano: buone intenzioni delle quali è notoriamente lastricata la via dell’inferno.

Il cosiddetto Climate Bill americano, ovvero la proposta di legislazione della nuova amministrazione US che abbiamo piuttosto battezzato Energy Bill in questo post, dopo essere stata approvata alla Camera dei Rappresentanti per il rotto della cuffia sta definitivamente affondando al Senato. Per la terza volta ne è stata rinviata la discussione a causa dell’indisponibilità dei voti necessari per una definitiva approvazione e, paradossalmente, sta trovando più ostilità  tra le fila dei proponenti che tra quelle degli oppositori. Senza una legge che segni la svolta (?!) gli USA arriveranno a Copenhagen con le stesse carte con cui sono partiti da Bali.

I paesi in via di sviluppo hanno fatto sapere che non intendono sacrificare la loro corsa al benessere sull’altare del riscaldamento globale, o forse sì, ma per farlo vogliono che sia l’occidente a pagare il conto.

Sin qui gli aspetti più squisitamente politici, ora un pò di tecnica.

Le temperature medie globali hanno smesso di aumentare dalla fine del secolo scorso e, da ancora prima, non presentano un trend di aumento statisticamente significativo; guarda caso questo è avvenuto non appena il sole ha smesso di giocare al rialzo, piombando in una quiescenza che sembra non aver termine.

La concentrazione dei gas serra in atmosfera ha continuato ad aumentare, aumentando i dubbi sul peso reale che questi possono avere nelle complesse dinamiche del clima. In sostanza una correlazione sempre meno tale tra gas serra e temperature proprio non sembra poter assurgere al rango di rapporto di causa effetto.

Il ghiaccio nell’Artico, in effetti diminuito in modo decisamente sensibile, è ancora sotto la media di riferimento, ma da due anni ormai si sta assistendo ad un graduale recupero della superficie marina ghiacciata. Tra gli studiosi si fa sempre più largo la convinzione che queste oscillazioni siano indotte da modifiche alla circolazione dei venti e delle correnti piuttosto che da alterazioni dello stato termico dello strato superficiale.

Ce n’è abbastanza per fermarsi a riflettere, tentare di restituire a questi temi la dignità  di scienza e non di strumento per far leva su mille altre convenienze di vario genere. Ce n’è abbastanza per abbassare i toni dell’allarme sui media. Gli scoiattoli della campagna della Vigorsol li mandiamo a fare un corso di bon ton e, già  che ci siamo, mandiamo a fare un corso di umanità  anche i creativi dell’agenzia pubblicitaria brasiliana che, insieme al WWF, ha pensato bene di produrre un video in cui, in un caos di jet che si abbattono sulle Twin Towers ed in barba a tutti quelli che ci hanno lasciato la pelle sul serio, ci ricorda impunemente che “Lo Tsunami ha ucciso 100 volte più dell’11 settembre. Il pianeta è brutalmente potente. Rispettalo. Preservalo”. Un vero capolavoro.

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Siamo sicuri che il mondo abbia veramente bisogno dell’ennesima sfilata di bene informati programmata per dicembre a Copenhagen? Leggete qui l’opinione di Syun Akasofu, uno che di clima ne sa un po’.

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Published inAttualitàNews

3 Comments

  1. […] un altro mirabile esempio di incondizionata dedizione alla causa dell’AGW. Dopo il docu-video targato WWF assurdamente evocativo dell’11 settembre, dopo il video strappalacrime  ai limiti dello […]

  2. teodoro georgiadis

    Abch’io credevo che gli scoiattoli fossero gia’ borderline ma…
    Sono rimasto agghiacciato dal video di Tsunami/9/11!
    Almeno ho trovato che: WWF US and WWF Global do NOT endorse this commercial. Cio’ non toglie che al mondo c’e’ comunque qualcuno capace di fare ragionamenti cosi’ aberranti come usciti da qualche dirigente di WWF brasile.

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