Salta al contenuto

Una ghiotta occasione

Impossibile non approfittarne. A Copenhagen si è appena concluso il Climate Change Congress, i media sono dunque iper ricettivi et voilà, scatta la comunicazione efficace. La solita ridda di dichiarazioni spaventevoli con cui ci torurano da anni ormai. Eppure c’erano delle aspettative importanti. Da Copenhagen dovevano arrivare delle importanti novità sulla conoscenza del sistema, per migliorare l’attendibilità delle simulazioni. Niente di tutto ciò. A giugno prossimo vedremo il report completo di questo congresso, per ora ci dobbiamo accontentare di sei miseri punti chiave espressi in un comunicato congiunto a fine lavori.

Uno solo riguarda il clima e dice bugie. Eccolo qui: ”

Key Message 1: Climatic Trends

Recent observations confirm that, given high rates of observed emissions, the worst-case IPCC scenario trajectories (or even worse) are being realised. For many key parameters, the climate system is already moving beyond the patterns of natural variability within which our society and economy have developed and thrived. These parameters include global mean surface temperature, sea-level rise, ocean and ice sheet dynamics, ocean acidification, and extreme climatic events. There is a significant risk that many of the trends will accelerate, leading to an increasing risk of abrupt or irreversible climatic shifts.

Si parla di osservazioni recenti, vediamo.

Bugia numero uno. “Dati gli alti livelli di emissioni osservati“. Le emissioni stanno subendo un rallentamento soprattutto a causa della crisi economica globale (ne abbiamo parlato brevemente qui), tanto che il mercato ETS sta subendo un tracollo al pari di tutti gli altri mercati;

Bugia numero due. “Il peggiore degli scenari IPCC (o anche peggio) si sta realizzando“. Proprio quegli scenari dipendono fortemente dalle emissioni; se non è vera la prima affermazione non lo è nemmeno la seconda. La frase tra parentesi è poi un capolavoro di livello di comprensione scientifica. Se “Very Likely”, quello che abbiamo letto nel 4AR, significa 90%, anche peggio tra parentesi che significa? Si salvi chi può?

Bugia numero tre. “Per molti parametri chiave, il sistema clima sta già andando oltre i pattern di variabilità naturale all’interno dei quali la nostra società e le nostre economie si sono sviluppate“. Qui di vero c’è solo la parola economia, ma con il clima avrebbe ben poco a che fare se non ci fossimo adoperati per dare un prezzo all’aria. Il livello e la temperatura dei mari non hanno subito variazioni, l’unica seria ricerca al riguardo, condotta con una campagna di misurazioni della NASA ha dimostrato che le temperature degli oceani negli ultimi anni invece di salire sono scese. Il ghiaccio antartico continua a crescere e quello artico ha visto quest’anno un importante incremento rispetto ai minimi di pochi anni fa. Sugli eventi clmatici estremi si sono espressi sia l’IPCC che la WMO, asserendo che per la maggior parte di essi le serie storiche sono disomogenee ed inattendibili, quindi non si possono individuare trend specifici. L’aumento di questi eventi è quindi interamente legato alle ipotesi empiriche delle simulazioni climatiche la cui attendibilità è tutta da dimostrare.

Bugia numero quattro. “C’è un rischio significativo che molti trend subiscano un’accelerazione portando un aumento del rischio di cambiamenti brischi ed irreversibili“. Un parametro tra tutti: la temperatura. Sono dieci anni ormai che ha smesso di aumentare e qui si parla di recenti osservazioni. Devono aver smarrito tutti i termometri.

Tutti gli altri messaggi chiave sono politici, ognuno li interpreti come crede.

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inNews

16 Comments

  1. […] scorsa primavera ha fallito l’obbiettivo di produrre nuovi elementi su quegli aspetti di detection ed attribution attorno ai quali ruota tutto il castello delle origini antropiche del riscaldamento […]

  2. La serie storica della CO2, misurata sul Monte Cimone, risale al 1979 (quella di Mauna Loa è circa di 20 anni più antica).

    C.Gravina

  3. Giancarlo

    @ Gravina

    La serie storica precedente di cui lei parla a quando risale?
    Si erano misurati e archiviati dati sulle emissioni antropiche di Co2?
    Forse non ho capito bene , ma non se la prenda troppo a cuore , non ho poi letto molto sullo specifico anche perchè con semplici nozioni di fisica elementare a livello scolastico, non ho molte pretese 🙂
    Cordiali saluti
    Giancarlo (tivàn)

  4. @ Giancarlo

    Lei dice:

    Le emissioni di CO2 antropiche , anche se subiranno una variazione notevole, in quale misura ci diranno quanto influiscono col clima?”

    In alcun modo.

    Se alla fine di questo “periodo test”, ricominceremo ad emettere anidride carbonica (cosa peraltro non affatto scontata come dice Fiore perchè non è detto che la fine di questa crisi debba coincidere con una ripresa dei consumi di combustibili fossili)
    come faremo ad associare eventuali cambiamenti di T globale, proprio alla variazione della CO2 emessa dalle attività umane?

    Ecco, qui in pratica ripete quanto detto prima. Aggiungo semplicemente che, se proprio volessimo, potremmo fare una indagine di tipo statistico, o meglio probabilistico. Ma non è il nostro scopo, nè mai lo sarà…

    Infine:

    A volte ci si può accontentare di ragionare per concetti … i numeri sono importanti e fondamentali ma … vengono sempre dopo

    I numeri non vengono nè prima nè dopo, dipende da quello che si fa e che si persegue. Nel nostro caso, non vogliamo far altro che mettere in relazione due serie storiche e nemmeno ci interessa andare ad indagare eventuali rapporti di causa-effetto. Quindi, in questo caso, i numeri vengono assolutamente prima di qualsiasi altra considerazione. Con i grafici davanti, faremo di certo una bella chiacchierata.

    C.Gravina

  5. Mauro

    @Giancarlo
    Si aumenterà la CO2, ma secondo me non la temperatura, come stà succedendo nell’ ultimo decennio

  6. Giancarlo

    Vi chiedo scusa del mio approccio poco scientifico ma vorrei chiedervi un parere.
    Visto che ho accennato di causa/effetto della Co2 vorrei un vostro parere proprio su questo particolare.
    Se l’aumento di Co2 fosse l’effetto di un aumento di T media globale, credete sia possibile che questo coincida con un raffreddamento temporaneo dei poli?
    Potrebbe accadere che la T aumenti solo alle latitudini temperate riscaldando così maggiori aree marine?
    La conseguenza di questo aumento di temperatura potrebbe favorire maggiori emissioni di gas serra (fra i quali però anche metanoidi) dalla superficie degli oceani e questo potrebbe avvenire a causa di un aumento della flora/batterica , alghe et simila marine.
    I poli potrebbero così continuare raffreddarsi per cause non strettamente legate ai tempi di riscaldamento delle acque, e per un periodo di tempo potremmo assistere ad un aumento di T su quasi tutta la Terra tranne che ai poli.
    Sicuramente avrò detto delle cazzate continentali .
    Sembra però che gli oceani sembrano raffreddarsi come i poli.
    Quello che ho scritto sembra che non stia accadendo adesso.
    Cosa ne pensate?
    Se aumentasse la Co2 proprio nel periodo di crisi, mentre i vulcani mantengono una attività pressochè normale , cosa dovremo aspettarci?
    Giancarlo

    Giancarlo

  7. Giancarlo

    @ Mauro

    Ammesso e non concesso che l’aumento di Co2 sia la causa e non invece l’effetto di un aumento di T, non mi meraviglierei che questo avvenisse.
    Se la Co2 aumenterà allora sulle prime pagine dei vari Focus/quotidiani vari (hanno lo stesso peso scientifico), scopriremo ancora l’acqua calda e …
    verrà estratta dai fumi vulcanici che inavvertitamente sono usciti magari in concomitanza con il minimo solare + qualche altra variabile legata alla QBO o strani allineamenti planetari extrasolari (evento irripetibile) che significherà
    Riscaldamento imminente e sottovalutato perfino dalle ultime “analisi” dell’IPCC.
    A questo punto, Guidi dovrà aiutarci a capire e magari fra una spiegazione e l’altra rinnovare la foto con gli intimi appesi al sole , allargando magari la parte destra così da evidenziare bene quello che appenderemo dopo il 2006 🙂

    Cordiali saluti
    Giancarlo (tivàn)

  8. Mauro

    Io ho il sospetto che nonostante la crisi ed il calo di emissioni antropiche, la CO2 in atmosfera continuerà ad aumentare, questo vorrà dire che noi non centriamo un bel niente con il GW.Fino a quando gli oceani non saranno belli freddi( grazie al minimo solare) e torneranno a stoccare la CO2.Vedremo

  9. Giancarlo

    Infatti, è come dici tu.
    Sembra sempre colpa nostra.
    Il potere che da due millenni in vaste aree del mondo è spesso stato controllato dalla chiesa, era mantenuto ignorante attraverso la colpa.
    Forse per fanatismo , forse per una atavica forma umana di voglia di potere , il popolo andava sottomesso e … chi meglio di Dio poteva farlo?
    Ecco che perfino il Padre Eterno prendeva contorni umani e il potere in mano alla chiesa per molti secoli funzionò alla grande.
    Poi il tutto subì l’evoluzione e al posto di Dio venne inserito un altro inganno ancora più devastante che trovava il suo fulcro nella “Democrazia”.

    Oggi dire che il clima cambia per la volontà di Dio non fa l’effetto desiderato anche perchè il potere moderno si avvale ancora delle religioni ma le masse oggi hanno bisogno di altre droghe che siano più compatibili con i tempi.
    Anche le varie encicliche infatti vengono rinnovate e perfino le religioni devono adeguarsi alle lobbyes e alle corporation.

    Oggi ognuno si fa il suo “modello climatico” fatto in casa…
    E’ quello che la massoneria vuole!

    Vi leggo sempre con interesse
    Giancarlo.

  10. Sergio Musmeci (Copernicus64)

    a Giancarlo

    D’accordo con te. A forza di ignorare la natura poi, l’uomo sta diventando egocentrico. Tutto quello che succede è dovuto a un qualche (spesso improbabile o addirittura risibile) effetto antropico. L’aumento della co2 però è un segno inequivocabile di origine antropica ed è pure sbagliato voler attribuire tutto a cause naturali. Detto questo, a mio parere la crisi dovrebbe divenire davvero tragica per poterne valutare un suo eventuale effetto sul clima. Meglio augurarsi che non accada!

  11. Giancarlo

    @ Sergio Musmeci

    Più che i numeri a volte basterebbero
    le proporzioni . La parte di CO2 emessa dalle attività umane è comunque irrisoria rispetto a quella emessa dalla Terra.
    E’ vero che l’interesse riguarda la variazione della emissione di CO2 e quì in effetti occorrerebbero i numeri.
    Ma con un minimo solare alle costole e altre variabili legate assieme da ignoti o parzialmente noti meccanismi, come faremo ad essere certi che una eventuale variazione di T, sia da imputare al dato certo e misurato, della ridotta CO2 emessa alle attività umane durante il periodo di crisi economica?
    Questo sarebbe possibile qualora avessimo un quadro chiaro delle cause/effetto del resto del sistema , e quindi potremo credere di esserci avvicinati ad una risposta vera e magari ci saremo invece allontanati.

    Riguardo alle convinzioni di alcuni sui presunti terribili scenari non saprei nemmeno io cosa aggiungere.
    Sul fatto che ne sarebbero addirittura convinti di una cosa potrei essere certo.
    Sono sicuramente convinti di avere a che fare con una media ignoranza scientifica dilagante mantenuta ad arte da un sistema che è sempre lo stesso da quando è nato il potere.
    Per il resto le nostre risposte e le nostre convinzioni anche personali le confronteremo aiutandoci anche con i numeri, con quelle naturali.
    Saluti Giancarlo

  12. Sergio Musmeci (Copernicus64)

    Beh i concetti si devono basare sulle osservazioni quindi sui numeri. Prima l’osservazione (che può essere o meno basata sui numeri) poi il concetto quindi i “numeri” per formulare una teoria valida che poi va riconfermata con le osservazioni. Francamente non capisco come siano arrivati a formulare questo terribile scenario! Se lo scenario era roseo probabilmente ci saremmo trovati in una nuova piccola era glaciale…:-). Scherzi a parte se ci illuminassero in base a quali assunti l’andamento attuale è peggio della peggiore delle previsioni dell’IPCC sarebbe meglio perchè altrimenti rischiano di perdere credibilità e non solo presso chi è più addentro alla materia. Cavolo, sono talmente convinti che qualcosa di vero dovrà pure esserci…

  13. Giancarlo

    @ Claudio Gravina
    Le emissioni di CO2 antropiche , anche se subiranno una variazione notevole, in quale misura ci diranno quanto influiscono col clima?
    Se alla fine di questo “periodo test”, ricominceremo ad emettere anidride carbonica (cosa peraltro non affatto scontata come dice Fiore perchè non è detto che la fine di questa crisi debba coincidere con una ripresa dei consumi di combustibili fossili)
    come faremo ad associare eventuali cambiamenti di T globale, proprio alla variazione della CO2 emessa dalle attività umane?
    Le variabili in campo sono tante e non sappiamo ancora bene come interagiscono fra di loro , oltretutto il minimo solare potrebbe influire anche lui e quindi eventuali inneschi di grandi variazioni dovute a superamenti di soglia (non conosciuti)da parte di eventi gia poco noti, dovrebbero bastare a farci avere dei seri dubbi di avvicinarci molto alla verità.
    Non so se sono riuscito ad esprimere i miei concetti che non parlano di numeri.
    A volte ci si può accontentare di ragionare per concetti … i numeri sono importanti e fondamentali ma … vengono sempre dopo 😉
    Giancarlo (tivàn)

  14. @ Lorenzo
    Non abbiamo conti da far tornare, semmai c’è qualcun altro che dovrebbe preoccuparsi dei propri conti che non tornano. Condivido in pieno quanto ti ha risposto Claudio, questa situazione ci darà la possibilità di capire qualcosa in più. Il link che hai segnalato se non mi facesse venir da piangere farebbe sorridere. Come ho scritto nel post: niente di nuovo sotto il sole e…staremo a vedere.
    gg

  15. Non è che noi si aspetti la crisi per far tornare i conti… E’ proprio la crisi che ci offre una interessante opportunità per verificare alcuni meccanismi. Infatti le emissioni, negli ultimi mesi, sono diminuite di svariati milioni di tonnellate, in Europa. Siccome a noi piacciono i numeri, a breve uscirà un monitoraggio (semi) permanente della CO2 italiana, legata alla produzione industriale. Sul resto, si vedrà, ma almeno avremo dei numeri in mano e non dei “forse” o dei “probabilmente”.

  16. Lorenzo Fiori

    La ‘crisi economica’ non durerà in eterno e tempo un paio d’anni probabilmente le emissioni torneranno al tasso di crescita ante-crisi: questione di tempo; quanto alle concentrazioni di Co2 in atmosfera probabilmente non subiranno sostanziali variazioni ovvero difficilmente vedranno una stima al ribasso…
    Pensare alla crisi come qualcosa che possa far tornare i propri conti mi sembra francamente pretestuoso.

    Quanto ai ghiacci artici:

    http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/ambiente/ghiacci-artico/ghiacci-artico/ghiacci-artico.html?ref=hpspr1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »