Salta al contenuto

Beata Ignoranza

La mia! Quant’è bello non sapere e potersi abbandonare alle congetture!

Date un’occhiata alla breve serie di slides che Antony Watts ha pubblicato sul suo blog. Vengono dalle presentazioni fatte all’AGU (Americano Geophisycal Union) da un paio di irriducibili “solar addicted”. Noi non sappiamo né come né perché la nostra stella abbia improvvisamente deciso di entrare in una fase di quiete, né per quale ragione abbia lavorato a ritmo serrato per una buona parte del secolo scorso.

Però sappiamo che quando il Sole si calma il clima del pianeta assume dei tratti caratteristici piuttosto distanti da quel che avviene quando lavora a pieno regime. E’ accaduto alcuni secoli fa in modo spettacolare, poi subito dopo in modo appena meno significativo e poi, per un breve periodo anche a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Ora sta accadendo di nuovo. Ripeto, beata ignoranza, non sappiamo né come né perché, ma sta accadendo. Per di più in barba a tutte le previsioni, sia astronomiche che climatiche.

Capisco che l’assenza di comprensione generi incertezza, e chi è abituato a investigare il perché delle cose fatichi a farsene una ragione, ma trascurare simili evidenze solo perché non se ne comprende il meccanismo è inspiegabile. E perseverare diviene facilmente imperdonabile. Può darsi che l’effetto antropico ne mitighi gli effetti, che il bias delle misurazioni della temperatura ne celi la reale portata, ma è un fatto che siamo entrati in una fase climatica diversa. Se l’aggettivo “fredda” non stonasse per l’uso eccessivo che è stato fatto del suo esatto contrario, non ci sarebbe altro modo per definirla, pur sapendo che questo non significa che dovrà per forza fare sempre più freddo o meno caldo del solito. Diciamo allora più semplicemente che per qualche tempo parlare di global warming potrebbe risultare demodè.

Diavoli di attivisti, avevano capito tutto cominciando per tempo ad usare la frease molto più politically correct “cambiamento climatico”. Essendo sempre accaduto, finisce per tornare buona per tutte le stagioni!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàNewsSole

4 Comments

  1. Luca

    Maurizio, il problema è che le industrie lo sanno benissimo e proprio per questo riescono a sfruttare l’ignoranza delle persone a loro profitto.

  2. Maurizio Zuccherini

    Ma scusi, caro Maurizio, al di là del riuscire a convincere il cambioclimatista convinto, il problema mi sembra sia quello di far capire la verità a tutto il complesso di industrie varie, automobilistiche e quant’altro, che, a fronte alta e sguardo verso l’orizzonte annunciano giornalmente nuovi prodotti in grado di rivoluzionare la nostra vita con la diminuzione del 6 o anche, forse, del 7 per cento annuo dell’odiato e terribile gas venefico Co2. Così i veri e grandi, e in alcuni casi gravissimi, problemi ambientali vengono completamente dimenticati.

    • Il punto è esattamente questo. Ma non sembra che importi a più di tanto a chi l’ambiente se lo appunta sulla giacca. Troppo occupati a preoccuparsi della CO2.
      gg

  3. Ma cosa dici mai? Non lo sai che c’è già chi ha tirato fuori i modelli che prevedono una pausa del riscaldamento per dieci anni? E anche chi ha i modelli pronti per dire che si raffredderà? E riscalderà? Aumenterà e diminuirà la neve, la pioggia e la siccità. Inutile parlare del Sole, è arrivato il momento di chiedere a ogni cambioclimatista, prima di cominciare ogni discussione, quale fenomeno mai di quale sorta potrà mai convincerlo e fargli cambiare idea.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »