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La Livewell Diet del WWF per salvare la Terra

Ho già scritto molto sugli errori di valutazione degli ambientalisti nell’accusare la zootecnia di essere tra le prime cause del riscaldamento globale, quindi avrei poco da aggiungere nel commentare l’ultima campagna del WWF sulla dieta del viver bene, la Livewell Diet, se non che per viver bene bisognerebbe iniziare a non raccontare più balle. Cito da qui:

(Politicambiente.it, gen 2011) – Ciascuno di noi può combattere quotidianamente il surriscaldamento terrestre? Certo, ogni volta che ci si siede a tavola, ad esempio: basta mangiare meno carne o cibi “trasformati” ed aumentare invece il consumo  di verdura e cereali integrali, anche a vantaggio della salute e del portafoglio. La conferma, autorevole, giunge dal “Rowett Institute of Nutrition and Health” della Aberdeen University (GB), i cui scienziati hanno messo a punto una dieta ecosostenibile  – la Livewell Diet (“dieta vivibene”)  – con una tabella settimanale e menu giornalieri. Lo studio, commissionato dal WWF, servirà ora come base scientifica per una campagna di persuasione a livello nazionale e internazionale

Ma da quando i lavori del WWf possono essere considerati come una base scientifica da utilizzare per la persuasione? Dal rapporto sui ghiacci himalayani?

La giornalista  Tracy McVeigh, in un lungo articolo sull’Observer di domenica 30 gennaio, ha sottolineato una delle conclusioni della ricerca: se tutti i sudditi della regina Elisabetta adottassero la Livewell Diet si potrebbero abbassare sensibilmente – ossia del 25%  – le emissioni di gas serra della Gran Bretagna. […] Colin Butfield, responsabile delle campagne informative del WWF, ha ribadito all’Observer che quello del consumo di carne, soprattutto di manzo, è uno dei problemi-chiave del mondo come causa dei cambiamenti climatici

Ricerca dove fanno i soliti errori nel traslare a CO2 equivalente le emissioni di metano lorde, senza fare il bilancio tra il metano zoogenico che effettivamente si aggiunge in atmosfera, e il metano zoogenico che va a sostituire la quota di metano atmosferica (di origine zoogenica) ormai ossidata a CO2. Solo il metano aggiuntivo cioè il netto, si presume, senza alcuna dimostrazione peraltro, che dia una forzante riscaldante. Inoltre non fanno i confronti con i sostituti di tutti i prodotti zootecnici edibili e non edibili, quindi non stornano le emissioni necessarie a produrre tutti i sostituti. Considerano le emissioni zoogeniche senza considerare che il 20-40% delle razioni è prodotto tramite i sotto prodotti dell’industria alimentare tramite il sistema di ricircolo più grande del mondo. Sottoprodotti che altrimenti sarebbero rifiuti da smaltire. Quindi le emissioni del 20-40% delle razioni andrebbero stornate ma ovviamente nella ricerca citata non lo fanno. Per gli approfondimenti vi rimando ai miei articoli nell’archivio di CM.

La dieta è basata su una normale lista della spesa, che ogni famiglia può fare facilmente, ma limita molto i prodotti alimentari trasformati e la carne, entrambi accusati anche di causare malattie cardiache e diabete. Né la carne né i prodotti alimentari già pronti sono causa di diabete o di malattie cardiache, causate invece dall’assunzione in eccesso di calorie, cosa che vale anche per diete vegetariane con pasta, birra e patatine fritte.Un esempio di menu? A colazione, cereali ricchi di fibre con latte semiscremato, toast e marmellata; a pranzo, minestra di lenticchie, un sandwich di scampi e maionese su pane nero;  a merenda, una mela, frutti di bosco, qualche biscotto e latte semiscremato; a cena, pollo al curry con riso e pitta bread (focaccia di pane). Il costo settimanale della Livewell Diet è di circa 29 Sterline (35 Euro) a persona.

Scampi? Però non specificano tra quelli pescati e quelli allevati, perché sostituire la carne con il pesce pescato senza considerare l’impatto di over fishing vuol dire fare i conti senza l’oste. Se invece si riferiscono agli scampi allevati mi risulta che in equipollenza la filiera comporti le stesse emissioni, se non di più, dei polli e dei suini.

[…] nei soli Stati Uniti, il 70% della superficie agricola è dedicata alla coltivazione di cibo per il bestiame, con enormi quantità di risorse idriche utilizzate.

In agricoltura e in zootecnia l’acqua è utilizzata non consumata a parte alcune eccezioni, come già spiegato qui e negli articoli precedenti.

Senza contare che il bestiame bovino vivo produce grandi quantità di azoto, un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica.

Va beh, questo è un errore, perché l’azoto N2 non è un gas serra. In realtà dai reflui zootecnici si sprigiona un potente gas serra che è il protossido di azoto, N2O ma non in grandi quantità bensì in tracce infinitesimali e comunque si sprigiona anche dai concimi minerali azotati di sintesi, quindi concimare con i reflui o con i minerali poco cambia per le emissioni di protossido d’azoto come spiegato qui.

Anche i prodotti alimentari trasformati – con i loro cicli di produzione extragricoli, gli imballaggi, i trasporti e i consumi di energia – rappresentano un potente fattore di surriscaldamento della Terra. Mentre il pianeta si avvia ad avere una popolazione di 9 miliardi di persone entro il 2050 – ha sottolineato Colin Butfield – il problema di come potremo nutrirle tutte sta diventando uno dei più importanti e pressanti. Finora eravamo abituati a pensare a guerre combattute per l’oro e il petrolio, mentre da oggi in poi potrebbero essere combattute sempre più per l’acqua o per i terreni agricoli e fertili. Anche per questo la nostra dieta è fondamentale per il futuro. E la tabella Livewell – ha concluso il dirigente del WWF – dimostra quanto facile possa essere per tutti variare certe abitudini alimentari e mettersi al riparo da numerosi problemi. Basti pensare che, in fatto di cibo, le proteine di origine animale hanno un impatto del 57% sul clima, ossia più di tutte le altre sostanze alimentari messe assieme”.

Questo è sbagliato e vale solo per chi fa i conti della serva. Inoltre non specificano la provenienza della carne come se derivasse tutta da allevamenti industriali, invece il 50% circa della la carne bovina e il 100% di quella ovina proviene da allevamenti a pascolo in zone altrimenti improduttive. Eliminando la carne, servirebbe più terra per sostituire i milioni di tonnellate di carne con proteine vegetale. Non è specificato. E non lo è nemmeno il fatto che gli allevamenti che utilizzano i reflui polline, liquami e letami per produrre bioenergia con combustione, biogas e o gassificazione, vanno a credito di emissioni quindi non sono più accusabili di essere causa di AGW.

Sempre sulla stessa livewel diet cito questo commento:

La dieta salva-pianeta ha un costo di 35 euro a settimana e potrà servire anche a salvare la deforestazione dell’Amazzonia. Il menu settimanale, Livewell Diet, è stato proposto per i sudditi britannici, per dare l’esempio alla popolazione perché, come ha spiegato il WWF, un hamburger consumato a Londra, a New York o a Roma ha un potenziale distruttivo sulla foresta amazzonica. Se tutti mangiassero come un europeo servirebbero due pianeti per nutrirli entro il 2050.

Anche di questo ne ho già parlato su climatemonitor. La deforestazione ci sarebbe comunque anche senza la zootecnia perché è una fonte di reddito. Anzi la zootecnia dei paesi occidentali non ha nessun ruolo nella deforestazione, casomai può averla la zootecnia dei paesi emergenti che è in forte crescita. Tra l’altro quanti hanno voluto a tutti i costi gli incentivi sulle bioenergie sanno che ogni ettaro destinato a biomassa, biogas, bioetanolo ecc,  equivale ad un ettaro di deforestazione. Ricordo che l’ultimo scandalo alimentare dovuto alla diossina è stato causato da una ditta produttrice di biodiesel che ha venduto residui tossici di raffinazione come olio per grassare i mangimi.

I consigli dei ricercatori e del WWF sono per una dieta equilibrata, per alimenti semplici e genuini. In sostanza bisogna eliminare gli eccessi e il consumo di cibi pronti all’uso che non solo hanno un costo maggiore dei prodotti freschi, ma sono dannosi per il cuore e provocano il diabete.

Saranno contenti alla Findus! Spero in una bella causa multimilionaria! Ricordo che il gruppo Cremonini ha citato Report dopo il vergognoso servizio “La carne” per un risarcimento di 12 milioni di euro.

Un alimento da consumare con moderazione è certamente la carne. Solo negli USA il 70% dei terreni agricoli è destinato alla produzione di foraggio ed erba medica per il bestiame, il cui allevamento oltre a togliere terra all’agricoltura necessita di moltissima acqua.

La maggior parte di questi terreni sono appunto pascoli in zone desertiche o montane altrimenti improduttivi, e la zootecnia nulla toglie all’agricoltura: è agricoltura cioè produce cibo e non bisogna dimenticare che le colture proteiche come soia, fagioli e piselli hanno rese all’ettaro circa 10 volte inferiori al silomais che è la base alimentare dei bovini.

In Gran Bretagna è stato calcolato che ogni individuo consuma in media 79 chili di carne all’anno.  Il WWF vorrebbe portare questa quantità a 10 kg annuali, che equivalgono a circa 203 grammi ogni settimana. Per abbattere i consumi e mangiare ecosostenibile bisogna consumare più frutta e verdura, meglio se prodotti da agricoltura biologica.

E questa qui è un’altra balla perché il biologico a parità di prodotto richiede molta più terra agricola e determina più emissioni. Il WWF vorrebbe portare il consumo di carne a 10 Kg a testa per salvare il pianeta, io invece vorrei che le associazioni allevatori portassero il WWF davanti ai giudici. Chi salverà la terra da questi analfabeti zootecnici?

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Published inAmbienteClimatologiaEconomiaNews

6 Comments

    • Guido Botteri

      io vorrei che allo stipendio di Fulco Pratesi pensassero cani e gatti, e solo rigorosamente loro, visto l’evidente odio di costui per la specie umana. Non è infatti la sola “cosa” che ha scritto quell’uomo, che ci ha impartito tante altre lezioni, come quelle sull’igiene intima.
      Non ho il link sottomano, ma la cosa è pubblica e conosciuta.
      Come scettico, però, continuerò a cambiare indumenti intimi ogni giorno, anche più di una volta al giorno, quando sarà il caso.
      da
      http://it.wikipedia.org/wiki/Fulco_Pratesi
      [ « Sono ecologista, mi lavo ogni sette giorni » ]
      da
      http://www.fulcopratesi.it/2010/10/04/guerra-agli-sprechi/#more-146
      [ Per me e per mia moglie (reduce dalle tremende privazioni dell’assedio di Budapest nel 1944) non esiste la possibilità lasciare qualcosa nel piatto; e anche la poco elegante tecnica della “scarpetta” e praticata con maniacale perizia. E la norma di rimettere a tavola la sera le pietanze avanzate a pranzo è assolutamente rispettata ]
      Vorrei far notare che la pratica della scarpetta è un peccato veniale per chi sta bene in salute, ma mi sembra paradossale, per non dire altro, che la si consigli come pratica ecologica, visto che notoriamente può dare danni alla salute, ed è altamente sconsigliata dai medici.
      da:
      http://www.fulcopratesi.it/2009/05/14/acqua-qualche-domandina-agli-ingenui/#more-97
      [ Attenzione a non cambiare troppo spesso la biancheria! ]
      Ma avevo letto ben altro, che non riesco a ritrovare, in riferimento ai vecchi e ai grandi carnivori… ma visto che non lo trovo, mi astengo, chissà se però qualcuno è in grado di fare quella citazione.

  1. Fabrizio Giudici

    Dissento solo sul punto finale: non mi auguro affatto iniziative legali su queste basi, perché ce ne sono già troppe in giro (penso a questioni nazionali, ma anche alla miriade di cause aperte nel mio campo professionale a livello internazionale). Si tratta alla fine di libertà di parola, che (purtroppo, ma inevitabilmente) include anche la libertà di dire cazzate. Semmai, l’importante è controbattere e demolirle.

    Quanto agli inglesi, è anche ovvio che sarà meglio per loro migliorare la dieta e mangiare meno carne per questioni di salute. Personalmente, però, preferirei morire di fame che seguire una dieta elaborata da un inglese.

    • Andrea G.

      Mi associo, la morte piuttosto che una dieta “all’inglese”.

  2. Donato

    Inutile prendersela. Come si dice a Napoli “Adda passa a’ nuttata”.
    Ciao, Donato.

  3. Guido Botteri

    Vorrei mettere in evidenza questa frase dell’attivista wwf:

    [ Senza contare che il bestiame bovino vivo produce grandi quantità di azoto, un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica. ]

    Si tratta, come hai ben detto, di un errore, ovviamente, ma di un errore che dimostra una profonda ignoranza dell’effetto serra, perchè l’azoto (N2) è una molecola simmetrica (come H2, O2 ecc, e a differenza di CO2, H2O ecc.), che quindi non può creare dipoli, e non può dar luogo ad effetto serra.
    Se questi che vogliono cambiare il mondo non sanno nemmeno l’ABC dell’effetto serra…

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