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La Green…list! Ma è verde l’economia o i dollari?

E’ questione di gusti. Con i colori poi il gradimento è assolutamente soggettivo. Alcuni però sembrano essere più fortunati di altri, forse per il fascino che esercitano sulla gran parte degli esseri umani le immagini che questi fanno tornare in mente. Intendiamoci, non c’è niente di male nel prediligere l’uno o l’altro, quando però l’amore per l’ambiente (che più verde non si può) trova corrispondenza nel verde delle banconote d’oltremare viene qualche sospetto che quest’amore possa essere -come dire- interessato. Anche qui nulla di male, del resto una delle accuse che viene mossa più frequentemente a chi nutre qualche dubbio sulla teoria del riscaldamento globale di origine antropica è proprio quella di essere al soldo dei perfidi inquinatori. Per par condicio, uno dei nostri lettori, Marco Pallecchi, ha scovato un articolo dal quale forse si capisce chi è al soldo di chi. Una valanga di soldi dai quali speriamo che si produca un pò di sano ambientalismo privo di pregiudizi (visto che chi ce li mette è spesso vittima degli stessi). Sorge però il sospetto che per accudire questi corposi investimenti si possa esagerare un pò con la comunicazione efficace. Vi lascio a questa istruttiva lettura, devo scappare perchè ho la Ferrari in doppia fila. 

Lo scorso 1 marzo è apparso su The Times di Londra un articolo estremamente interessante che però non ha trovato molta fortuna dalle nostre parti. Il titolo non può deludere le attese: “The Green Rich List”.

Si discute molto infatti sull’importanza mediatica che ha assunto negli ultimi anni il Global Warming: lo troviamo dovunque!!! Su internet, alla TV, sui giornali, sulle pubblicità e persino come vessillo della verginità e della purezza sulle auto e sugli elettrodomestici che lo combattono. In poche parole: oggi tutti siamo tempestati da ogni parte dalle vicende che affliggono questo povero pianeta in preda alla fornace globale.

Ed allora sarà curiosità di tutti sapere che il Times ha redatto una lista dei più ricchi uomini al mondo quantificando i loro investimenti proprio nel settore delle energie rinnovabili. Vediamo chi sono, cercando di capire cosa rappresentano e soprattutto evitando di cadere nel Legittimo Sospetto.

Primo nella classifica: Mr Warren Buffet.
Ai più risulterà sconosciuto ma questo simpatico vecchietto è il titolare della Berkshire Hathaway che con i suoi 100 miliardi di dollari di fatturato annui è una delle holding più grandi al mondo: le società all’interno di questa holding spaziano in qualsiasi settore. Non c’è area che sia scoperta: assicurativi, bancari, mediatici,alimentare, industriale, petrolifero, energetico ecc.. Un autentico colosso da 40 miliardi di dollari di valore: qualcosa come tre finanziarie dello Stato Italiano!! Non v’è ovviamente da dubitare che i miliardi di dollari di Buffet nell’eolico siano remunerativi e non v’è ovviamente da dubitare che il peso mediatico del sig. Buffet e della sua company sia rilevante.

Secondo posto: udite udite, è con noi Mister Bill Gates!!!
Il poveretto di windows si è fatto fregare da Buffet per un solo miliarduccio di dollari: Bill Gates con i suoi 29 miliardi di dollari, investe nelle energie rinnovabili e soprattutto nei carburanti alternativi. Non mi pare il caso di dilungarsi sul peso mediatico di questa raffinata figura di imprenditore.

Terzo posto: Mr Ingvar Kamprad!!
Qualcuno lo ricorda? Ma dai!!! il proprietario dell’IKEA!!! Uomo da 25 miliardi dollari!!

Ma proseguiamo pure…

Udite udite!! MR Bloomberg…Michael Bloomberg ! Ex Sindaco di New York ma soprattutto , molto più interessante, fondatore e proprietario di una delle più importanti riviste finanziarie al mondo, “ Bloomberg” appunto, e uno dei più importanti gruppi d’informazione:la Bloomberg L.P. Mr Bloomberg è uno tra gli uomini più ricchi al mondo con televisioni, radio, quotidiani, riviste, network e chi più ne ha, più ne metta!
Forse da un punto di vista mediatico qualche parolina sul Gw gli sarà sfuggita…giusto per far andar un po’ meglio gli ingenti investimenti sulle energie rinnovabili che ha fatto.

Questa poi è bellina!! Sentite chi troviamo al 7° posto: Micheal Otto!!! per chi non lo conosce sarà sufficiente sapere che la Otto GmbH & Co KG è la più grande multinazionale nel settore della pubblicità sia mediatica (spam) che postale di prodotti e servizi!! Anche qui quindi un pizzico di sospetto che il peso mediatico di Otto finisca per agevolare gli investimenti della vecchiaia nel settore delle rinnovabili, pare ci sia…

Abbiamo poi Paul Allen, co-fondatore con Gates della Microsoft… Nulla da aggiungere…

Troviamo poi una paio di personaggiucci del cui peso mediatico forse si può dubitare….
Mr. Larry Page e Mr. Sergey Brin: Page non è ovviamente il chitarrista dei led Zeppelin! Insieme a Brin sono i modestissimi proprietari della macchina pubblicitaria più grande ed efficace al mondo: conoscete Google? Ne sono fondatori! Il più potente strumento di informazione e pubblicità al mondo è di proprietà di due persone che fanno importanti investimenti nel settore delle rinnovabili. Possiamo davvero qui dubitare che qualche riferimentuccio al GW e ai cambiamenti climatici non vi sia? Possiamo dubitare che la macchina d’informazione per eccellenza, il motore di ricerca per antonomasia, sia fuori dal conflitto d’interessi?

Volgiamo davvero proseguire questa classifica? Qualcuno si sta annoiando? Qualcuno farà brutti sogni stasera? Ma soprattutto: è davvero la Co2 il nostro problema?
E va beh! Proseguiamo pure:

Mr. T. Boone Pickens uno dei più grandi petrolieri americani.
Mr.Philip Anschutz proprietario di uno dei più importanti giacimenti petroliferi americani.
Mr. David Rockefeller nipote del celebre nonnetto e proprietario di una delle più importanti holding nel settore petrolifero del mondo.
Insomma…mi pare inutile proseguire. Qui trovate la lista completa. Sta a voi spulciarvi ogni singolo nome.
Una delle più delicate faccende del 21° secolo rischia di ridicolizzarsi. Altro che economia verde!! Qui di verde c’è solo l’odore di dollari. La grande truffa mediatica è servita: petrolieri, media-bussines, pubblicitari, holding tra le più grandi al mondo…ecc.. tutti gli uomini più ricchi e mediaticamente influenti hanno investimenti da centinaia di milioni di dollari…miliardi di dollari…tutti nei nuovi settori dell’economia verde!!! L’unico settore che non è in recessione è proprio quello dell’ecocompatibile, delle rinnovabili…del verde!
E noi che stiamo qui a discutere sulla Co2! Dalla mattina alla sera veniamo rimbambiti da messaggi a dir poco subliminali. Messaggi che nel migliore dei casi parlano del clima con l’unica vera ragione di fomentare la domanda globale nei settori delle energie rinnovabili.
Qualcuno potrebbe obbiettare: ma i centri di ricerca cosa c’entrano con la televisione, i giornali ecc…
Sapete dove finiscono un buon 20% dei guadagni delle grandi Holding mondiali? Ricerca e sviluppo. E’ un pratico modo per abbattere l’imponibile fiscale ed ottenere ottimi sgravi. Ogni grande holding finanzia decine di centri di ricerca in tutti i settori.
Ai centri di ricerca pubblici ci pensano ovviamente gli Stati…e già questo la dice lunga se si pensa che i maggiori investitori nelle energie rinnovabili sono proprio alcuni stati: Germania e Spagna sono ai vertici mondiali. E se non sono gli Stati direttamente ad investire, sono le società da essi partecipate.

Una delle più colossali truffe mediatiche è servita! Sta ad ognuno di noi credere a chi vuole. Comportarsi secondo un etica ambientale è obbligatorio; ma cosa c’è di etico in tutto ciò?”

Marco Pallecchi

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Published inAmbienteEnergiaVoce dei lettori

3 Comments

  1. Duepassi

    Quando si esprime qualche dubbio, e gli ambientalisti non hanno nulla di serio da apporre, credono di cavarsela attaccando la credibilità dell’avversario.
    Lasciando stare tutte le storie sull’autorevolezza, il consenso, e via dicendo, (tutti modi per depistare la discussione dal concreto delle argomentazioni) uno degli argomenti più usati per denigrare l’avversario è che chi non crede nei dogmi ambientalisti sarebbe “al soldo dei petrolieri”.
    Questo articolo di Pallecchi dimostra invece il contrario, e cioè che sono gli ambientalisti, semmai, ad essere al soldo dei petrolieri. Che i petrolieri, in cerca di nuovi orizzonti e nuovi obiettivi, puntino sulla green economy e finanzino l’ambientalismo, non ci vedo nulla di male… saranno pure fatti loro, no ? Finché lo fanno coi soldi loro, mi sta bene.
    Ma quello che mi manda in bestia è l’ipocrisia degli ambientalisti che accusano gli altri di prender soldi dai petrolieri…da che pulpito !
    Secondo me.

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