Salta al contenuto

Sognando Copenhagen

I media li chiamano negoziati sul clima, dichiarando apertamente l’ignoranza in materia. In realtà più che altro sembra di assistere al sound check di un gruppo riunitosi per la prima volta a strimpellare.

I leader manifestano oggi impegno domani prudenza dopodomani chissà, con grande profusione di piani ambiziosi che sotto sotto nessuno spera vadano in porto. Il “Climate Bill” della nuova presidenza USA sta lacerando la maggioranza che lo sostiene ed ha subito già numerosi interventi al ribasso. L’eroica ed eolica Germania chiede in fase negoziale di escludere il proprio comparto manifatturiero dalle attività produttive soggette alle limitazioni delle emissioni e si preoccupa del fatto che, nel breve, sarà la Cina a trasferire tecnologie energetiche alternative all’occidente e non il contrario. Nel Regno Unito l’eolico è un po’ in affanno e si progetta di costruire tre nuove centrali a gas, ognuna delle quali produrrà più energia di quanta non ne renda disponibile ora l’intero comparto eolico installato. Nei progetti, assicurano i mandatari, sarà lasciato spazio anche a siti di stoccaggio dell’anidride carbonica, anche se non è escluso che parte di questa possa essere impiegata per scopi commerciali; dopotutto siamo nel paese degli affari.

Dalla Commissione Europea fanno sapere che c’è bisogno di più tempo perchè i colloqui internazionali non sono stati sin qui molto costruttivi, un eufemismo per dire che probabilmente non se ne farà niente. I paesi in via di sviluppo battono cassa a gran voce esigendo trasferimento di tecnologia e sostegno economico per affrontare i limiti alle emissioni che si vorrebbero imporre. Tra questi, quelli che più che essere in via di sviluppo sono in procinto di inviluppare il resto del mondo come Cina e India, fanno la voce grossa e ad entrare in un patto paritetico non ci pensano neanche. Anche le più virtuose -sin qui più che altro solo a parole- economie occidentali cominciano a farsi due conti ed a subire un po’ meno il fascino della green revolution, elettoralmente irrinunciabile ma realisticamente impraticabile.

Dall’esterno squillano le trombe delle multinazionali dell’ambiente, che mostrano i muscoli e fanno propaganda. Greenpeace stampa cinquantamila copie di un falso Herald Tribune datato 19 dicembre 2009 per celebrare il raggiungimento dell’accordo sul clima. Tra le esortazioni del comunicato che ne ha accompagnato la distribuzione, spicca la creazione di un fondo gestito dalle Nazioni Unite per la conservazione delle foreste. Alè, c’è sempre spazio per un’altra bella organizzazione sovranazionale, a Ginevra avanza giusto qualche ettaro di terra. Il Global Humanitarian Forum -presieduto dall’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan- vagheggia centinaia di migliaglia di vittime che starebbe già mietendo il clima che cambia e si dimentica dei milioni mietuti annualmente da stenti e privazioni che si potrebbero alleviare spendendo la millesima parte di quanto si prospetta di spendere per la caccia alla CO2.  Una ricerca che, nelle stesse parole del presidente del GHF, non vuole e non può avere carattere scientifico (?) ma piuttosto informativo. Insorgono gli esperti del settore, gongolano gli editori dei giornali.

Di tutto questo al clima importa tanto quanto. Del resto nell’emisfero sud sta tornando l’inverno e prima di poter sfruttare per bene altri disastrosi distacchi di iceberg o scioglimento di banchise si dovrà aspettare che smetta di gelare. Nell’emisfero nord si è sciato fino all’altro ieri e si dovrà attendere che cominci la stagione degli uragani per qualche bel colpo ad effetto. I timidi tentativi di trasformare il primo caldo di maggio ed il secondo di giugno in Italia in un allarme cottura stile 2003, sono naufragati -è il caso di dirlo- tra i tipici temporali di fine primavera, più classici di una finale Italia-Germania ai campionati del mondo.

Nel frattempo si programmano le ferie e tutti si interrogano su che estate sarà. Mi verrebbe voglia di fare una rivelazione. Ma no, dai, sarà per un’altra volta.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAmbienteAttualitàClimatologiaEnergia

15 Comments

  1. Maggio più caldo da inizio serie pluriannale (1864, dati omogeneizzati) da me (Lugano, Svizzera italiana).

    @Claudio
    il suo discoro non fa una grinza e non c’azzecca manco per idea con quel che diceva Giordano.
    Magari, prima di sparare illazioni al limite dell’insulto a destra e a manca, meglio informarsi direttamente o farsi un giretto nel sito di Meteosvizzera.
    PS: lo sa che quest’inverno e ancora ad aprile ha nevicato parecchio (eufemismo) sul verante meridionale delle Alpi svizzere?

  2. marco

    riferendomi a quello che dice il sig.Giordano Monti(relativo alle Prealpi Lombarde) posso dire,per quello che può contare ed ineressare,che nella mia zona(Verbania-Prealpi Piemontesi)maggio è stato come temp.media piu’fresco rispetto il 2003 con quantitativi di pioggia notevoli.Per quanto riguarda i primi 19 giorni di giugno la media delle temp.a superato quella relativa allo stesso periodo del 2003 di ben 4.7° e sono caduti(Verbania città)231.4 mm.di pioggia tra i piu’ piovosi di sempre.
    Cordiali saluti

  3. Anna

    “Il Global Humanitarian Forum -presieduto dall’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan- vagheggia centinaia di migliaglia di vittime che starebbe già mietendo il clima che cambia e si dimentica dei milioni mietuti annualmente da stenti e privazioni che si potrebbero alleviare spendendo la millesima parte di quanto si prospetta di spendere per la caccia alla CO2.”
    Direi che questa è una considerazione fondamentale. Consiglio, per chi non l’ha letto l’interessante libro di Lomborg “Stiamo freschi”.
    Anna

    • Grazie Anna, leggeremo.
      gg

  4. Beh, domani parleremo un pò di temperature e di come le misurano. Così, giusto per passare il WE. Premetto che non so nulla del suddetto sito, nè sui metodi di rilevamento. La chiacchierata riguarderà tutt’altra cosa.
    gg

  5. Claudio

    Voglio buttarla sul ridere.
    “Il dato del caldo eccezionale di maggio lo trova dunque sul sito di meteo svizzera….” e meno male che ha fatto caldo perchè il sottoscritto (abitante a pochi km dal confine svizzero, che spesso valica in quanto appassionato arrampicatore su granito) quest’anno però, NON è ANCORA riuscito ad effettuare uno straccio di ascensione perchè ogni volta viene TRADITO dalle previsioni meteo del suddetto prestigioso sito…L’unica volta (22 maggio) che le previsioni erano azzeccate…mi sono ritrovato sulle meravigliose pareti del Sustenpass ( a meno di 2400m slm) alle 11.00 am con temperatura di 6 ° …e ho dovuto rinunciare per il gran freddo….vista la tenuta estiva che indossavo..(maggio)
    Ora,mi son detto, sicuramente io sono più vecchio e/o il mio orologio digitale ha cannato ed ha sbagliato la rilevazione ed una misurazione così “al volo” non significa nulla.
    Allora domenica scorsa (14-6-2009) mi son dato alle passeggiate facili e mi son diretto al rifugio Marco e Luisa sopra Riale (Val Formazza).Macchè. Niente da fare : dopo aver attraversato innumerevoli nevai, l’ho trovato chiuso (14 giugno)…mai successo.Perchè? Ancora troppa neve.CHE RESISTE E RIMANE ECCOME. Quindi.Ho scherzato.Forse no.Forse ho esagerato ed ho tratto conclusioni affrettate. Hanno lo stesso grado di affidabilità , però, delle (pre)visioni di “esperti” che osano firmare documentari /articoli tipo “il clima che ci aspetta NEL 2075 (…..)” Sognamo Copenhagen. Come vengono misurate queste benedette temperature?Forse anche in svizzera, come negli USA, hanno diminuito drasticamente il numero delle stazioni di rilevamento ? ed il criterio eventualmente seguito? E DOVE sono posizionate ? “per quello che può contare e interessare, il mese di maggio è stato il più caldo da almeno 150 anni (area delle prealpi lombarde) e tra i più asciutti di sempre” mi sembra un’affermazione un pochino al limite, gradirei sapere da dove viene e su quali dati è basata

    • giordano monti

      va beh,
      vorrà dire che i termometri svizzeri sono starati, chieda a quelli di Locarno, sono persone gentili e alla mano.

  6. giordano monti

    ancora @ guidi (interessanti i dati delle prealpi lombarde, avresti mica qualche data set da analizzare?)

    mi spiace no. Poichè abito nel nord della Lombardia a pochi km dal confine con la Svizzera italiana per le valutazioni sul “mio” clima sfrutto abusivamente i rapporti di meteosvizzera. Non credo di sbagliarmi molto, la regione dei laghi di como, lugano e varese è piuttosto omogenea anche orograficamente.
    Il dato del caldo eccezionale di maggio lo trova dunque sul sito di meteo svizzera.
    http://www.meteosvizzera.admin.ch/web/it/clima/clima_oggi/rapporti_mensili/maggio_2009__caldo.html

  7. Franco Zan

    Intervengo ( forse a sproposito ) a riguardo del termine ” negazionista ” che nel normale utilizzo che se ne fà, sia in Italiano che in Inglese, richiama nefandezze tipo ” negazione della persecuzione degli ebrei ” che hanno dato a questa parola il valore intrinseco di ” chi nega la realtà oggettiva dei fatti per tornaconto politico o personale”.
    In questo campo specifico viene normalmente usato nello stesso modo da chi non accetta la naturale dialettica sul tema AGW.
    La lingua cambia di coninuo e la accezzione negativa del termine negazionista è entrata nell ‘uso corrente e risulta cosi, in qualche modo , offensiva.
    Perdonate l ‘intrusione.

    • Grazie.
      Personalmente mi disturbano sia il significato originale che quello evolutosi successivamente. Dato che sono entrambi chiari, è anche chiaro che chi ne fa uso non vuole proprio dispensare pacche sulle spalle. Tutto qui.
      gg

  8. giordano monti

    @ guidi

    la mia breve puntualizzazione non meritava una risposta tanto lunga. Intendevo solo precisare che almeno in Italia, i temporali di maggio, se e dove ci sono stati, non sono bastati a riportare le temperature nella media, come si sarebbe potuto intendere da una lettura frettolosa del suo post. Tutto qui.
    Il termine negazionista non mi sembra offensivo. Se dà fastidio non lo uso più, ma resto dell’idea che sia la parola più adatta per descrivere il vostro (sia chiaro: assolutamente legittimo) atteggiamento riguardo le vicende del clima.

  9. @ Monti

    Le ha già detto tutto Guidi, una cosa però vorrei sottolinearla nuovamente. Su questo sito (forse non se n’è accorto) produciamo una analisi mensile delle anomalie termiche globali. Quindi, mi creda, siamo perfettamente aggiornati sull’andamento dei parametri climatici.

    In secondo luogo, da tempo ormai molti studiosi (seri) stanno urlando ai quattro venti che la metrica da utilizzare non è tanto la anomalia termica in atmosfera, bensì la quantità di calore immagazzinata negli oceani. Per sua comodità, a breve, potrà leggere su questo sito anche l’aggiornamento mensile di quel parametro.

    Infine mi permetto di dire che questo sito va ben oltre la cronaca quotidiana degli eventi meteo (a meno che non abbiano un valore didattico di ampio interesse, si veda il SSW di questo inverno). Se vuole la cronaca meteo, Google le sarà amico, inondandola di alternative.

    CG

  10. giordano monti

    “i timidi tentativi di trasformare il primo caldo di maggio ed il secondo di giugno in Italia in un allarme cottura stile 2003, sono naufragati -è il caso di dirlo- tra i tipici temporali di fine primavera”

    S può essere scettici, (forse meglio dire: negazionisti) sugli scenari climatici futuri, ma non sulla situazione climatica del presente. Le osservazioni anche a livello globale continuano, purtroppo, a essere coerenti con un trend di riscaldamento inequivocabile, che nessun temporale di fine primavera ha cancellato…

    http://www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/research/2009/may/global.html

    Aggiungo che a livello locale e direi personale :-), per quello che può contare e interessare, il mese di maggio è stato il più caldo da almeno 150 anni (area delle prealpi lombarde) e tra i più asciutti di sempre.

    Calorosi saluti.

    • 1) Qualche tempo fa ho scritto che la parola “negazionista” è bannata da queste pagine, non per il significato letterale ovviamente, quanto per ciò che evoca nell’immaginario collettivo. Ti pregherei di non usarla più. Scettico va meglio, anche se è comunque riferito al rifiuto di atteggiamenti dogmatici, per cui credo che dia più fastidio a chi vorrebbe far passare i dogmi per scienza che a chi li rifiuta.
      2) Che cosa c’entra il trend di riscaldamento? Caro Giordano, sei troppo smart per associare l’aumento delle temperature medie globali alle fasi calde estive o pre-estive. Qualcuno lo fa, ma non ci fa una gran figura, specie quando evita di associare poi la neve di febbraio alle glaciazioni :-).
      3) la frase “situazione climatica del presente” è una contraddizione in termini. Anche qui puoi fare di meglio. Se è presente è tempo meteorologico (e quindi il trend non c’entra), se è passato o futuro è clima, il primo osservato il secondo vaticinato e quindi c’entra il trend, ma non il caldo estivo.
      4) interessanti i dati delle prealpi lombarde, avresti mica qualche data set da analizzare?
      5) attendo ancora la riscrittura del post “Peggio di quanto si pensasse” in chiave critica. Posso sperare?
      gg

  11. Claudio Costa

    rivelazione, rivelazione vogliamo la rivelazione

Rispondi a marco Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »