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Tag: Nature

L’ora delle bollicine

Si stappa lo champagne dalle parti di Nature. Dopo un primo post opinione cautamente ottimista, non ce l’hanno fatta proprio più e sono partiti i festeggiamenti:

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Results confirming climate change are welcome, even when released before peer review.

Il riscaldamento globale sta realmente accadendo – sul serio. Non c’era alcuna cospirazione o insabbiamento. Il peer review non ha fallito e gli scienziati che hanno trascorso decenni di lavoro cercando il modo migliore per gestire ed elaborare i dati si sono rivelati il modo migliore per gestire ed elaborare i dati, dopo tutto. Grazie, studio del Berkeley sulla temperatura superficiale della Terra (BEST).

I quattro lavori rilasciati la scorsa settimana dai migliori team della University of California, Berkeley, sono di indubbio interesse per i media, dato che sostengono ciò che viene rappresentato come la posizione del mainstream scientifico sul cambiamento climatico. Essi potrebbero anche rivelarsi attrattivi in politica, soprattutto negli Stati Uniti, dove avrebbero potuto essere utilizzati per combattere le affermazioni dei Repubblicani, che hanno effettivamente gettato via la scienza del clima. Ma la conclusione scientifica principale, che un secolo e mezzo di misurazioni strumentali confermano una tendenza al riscaldamento, è, beh, un po’ come un 1990 (fine della guerra fredda). […]
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L’Uovo di Colombo

Tanta fatica, tanti dibattiti e tante incertezze, e invece la soluzione era a portata di mano. Dove esattamente? Nelle simulazioni al computer naturalmente. In un articolo uscito su Nature all’inizio del mese si individua un indice che mette in relazione le emissioni di anidride carbonica e le temperature con grande uso di modelli climatici. Ora non resta che fare due conti e decidere. Ma è davvero così?

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Il clima non è lineare, ma l’editoria lo è?

All’inizio di quest’anno il lavoro di Steig et al. sul riscaldamento del continente antartico ha suscitato grande interesse e non poche critiche. Una di queste è stata sollevata anche da un gruppo di ricercatori italiani che hanno presentato una “Brief Communication Arising” alla redazione di Nature, la rivista che ha ospitato il lavoro di Steig. Le obiezioni, pur giudicate pertinenti, non sono però state pubblicate. Paolo Mezzasalma, uno degli autori, ci spiega com’è andata, ponendosi e ponendovi qualche interrogativo.

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Che Sole sarà

Un altro metodo di previsione dell’attività solare. Anche questo non sembra aver avuto molta fortuna, ma ci dà lo spunto per tornare a parlare un pò più approfonditamente di questa affascinante materia. Come per il precedente capitolo, anche questa volta è Antonio Marino ad accompagnarci nella lettura.

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