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Tag: Tornado

E finalmente (purtroppo) sono arrivati i tornado

Il tornado è una delle espressioni più violente del tempo atmosferico. Anzi, in valore assoluto e con i dovuti riferimenti spazio-temporali, è la più violenta. Quando passa un tornado, che il nostro territorio conosce per lo più nella versione light delle trombe d’aria, la distruzione che si lascia alle spalle è quasi totale.

C’è un’area degli Stati Uniti centrali che storicamente detiene il record per la formazione di questo genere di eventi. Non a caso quell’area è stata ribattezzata Tornado Halley, cioè il viale dei tornado. E’ però molto più che un viale, essendo una fascia di territorio che attraversa quasi tutti gli stati centrali USA. Un territorio incline alla generazione dei violenti temporali generati da supercelle rotanti, per l’effetto di sottovento generato dalle Montagne rocciose rispetto ai fronti freddi che arrivano da nord-ovest e l’aria calda e umida che sale dal Golfo del Messico. Come molti altri eventi atmosferici, anche i tornado hanno la loro stagione più prolifica, per la Tornado Halley questa copre un periodo di circa tre mesi, da aprile a giugno. Perciò, ci siamo.

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Il tornado di Monroe ha spazzato via tutto, anche il senso del pudore!

Quello che sto per scrivere non sarà molto educato. A ben vedere, con il mestiere che faccio, sarà anche prevedibile. Come prevedibile era che i soliti noti si sarebbero precipitati a riempire la scena con le loro filippiche la loro prosopopea e le loro palesi bugie.

 

Già, perché non si può pensare che fior di scienziati, esimi ricercatori, abilissimi divulgatori e abituali frequentatori delle riviste scientifiche, nonché, in molti casi, anche titolari di interi capitoli dei report IPCC, non sappiano quale sia lo stato dell’arte della conoscenza in materia di tornado e, più in generale, in materia di eventi atmosferici estremi. Sicché, mentono sapendo di mentire. Sapendo di trovare solido appoggio sulle pagine dei giornali, per l’ignoranza e la fame di scoop di chi li gestisce.

 

La testata protagonista di questo post, come vedremo, è una sola, è vero, ma visto che in uno dei due esempi che farò si riprende pari pari quanto scritto da altri, l’esempio può considerarsi rappresentativo di un mondo della comunicazione e divulgazione scientifica che è diventato come il mercato del pesce alle due del pomeriggio: il meglio se ne è andato e quel che resta puzza da un chilometro.

 

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Moore, Oklahoma, il tornado era un F5

La massima intensità che eventi di questo genere possono raggiungere, almeno con riferimento ai dati disponibili. Il National Weather Service americano ha diramato un comunicato tecnico in cui l’intensità dei venti associati al tornado è stata stimata provvisoriamente in 200-210 miglia orarie, poco sotto 340kmh.

 

La scala di riferimento per valutare l’intensità di questi eventi è applicabile solo a posteriori, ossia dopo la valutazione dei danni. Un sensore che dovesse trovarsi sul percorso infatti non potrebbe davvero riportare alcun dato, anzi, presumibilmente non sarebbe proprio possibile ritrovarlo. Così, come ci racconta wikipedia, si ricorre alla scala Fujita, che prende il nome dello studioso che l’ha definita, analizzando per anni i danni provocati dai numerosi tornado che si svilupparono subito dopo l’esplosioni atomica di Hiroshima.

 

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Più clima, meno Tornado

Solo pochi giorni fa Luigi Mariani esprimeva in un commento il suo parere circa la relazione tra le oscillazioni del clima e gli eventi stremi.ne riporto qui sotto i tratti salienti:

[info]

[..] penso che dobbiamo intenderci su cosa si intende per evento estremo, nel senso che la definizione di evento estremo che usiamo oggi è del tutto antropocentrica. Quando Lindzen indica che in un pianeta più caldo diminuisce il gradiente termico equatore-polo e dunque cala l’energia per li eventi estremi, penso che questo vada riferito ad eventi tipo cicloni tropicali o perturbazioni delle medie latitudini o piogge estreme. Nel caso delle grandi siccità, legate alle grandi anomalie circolatorie (quali i blocchi anticicolonici), penso che la considerazione di Lindzen non sia applicabile e che dunque durante le fasi calde (come la nostra) la siccità sia un rischio da tenere presente, come ci insegna la lezione dei gradi optimum sopra citata. Il concretizzarsi di tale rischio dipenderà ad esempio dalla frequenza e persistenza dei blocchi o dall’intensità del monsone o…..

[/info]

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Tornado vs PIL: molta variabilità, trend negativo.

Ha senso considerare preoccupanti le recenti evoluzioni delle dinamiche del clima se queste non hanno impatto significativo? Non me ne vogliano i lettori di questo…

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