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Ci sono cascati di nuovo!

Dalle mie parti si dice “con tutte le scarpe!” Due parole per spiegarvi l’accaduto. France Press esce con un’agenzia subito ripresa da News.com.au: “Il Global Warming potrebbe finire la neve sul Monte Kilimangiaro”. La speranza era che dalle nostre parti, avvezzi a pescare con sapienza ma non con ingenuità  questo genere di notizie, si resistesse alla tentazione di rilanciare per l’ennesima volta una delle più grosse bufale che siano mai state raccontate circa gli effetti “tangibili” del riscaldamento globale.

E invece il giornale di Legambiente non ce la fa, la mela, che purtroppo per loro nasconde un bel vermiciattolo, è troppo rossa ed invitante, per cui scatta il dettagliato resoconto di questa ennesima nuova certezza scientifica. E, come da copione, i banditori sono sempre più realisti del re, per cui, nel dare il triste annuncio dell’imminente probabile scomparsa dei ghiacciai sulla sommità  del Kilimangiaro, mettono l’accento sulle solite temperature in aumento. Questo, pur resistendo a stento alla tentazione di farlo, gli stessi autori della ricerca si guardano bene dal dirlo. Certo, qualche accenno al climarrosto c’è, si parla di temperature con evidente trend positivo nella zona circostante il massiccio pur tra mille difficoltà  nel reperire dati attendibili, ma è difficile parlare di riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacci dove le temperature non sono mai salite oltre la soglia di fusione. Tutto ciò nella scia di quanto abbiamo discusso qui solo qualche giorno fa, circa il continuo ricorso a notizie ad effetto non supportate da evidenze scientifiche.

Per chi non ne avesse contezza infatti, la cima del monte è quasi a 6000mt sul livello del mare. Lassù, anche portandoci una caldaia, la temperatura non sale mai sopra zero, e quella cosa bianca e dura che si chiama ghiaccio ed è elemento costitutivo dei ghiacciai, diventa acqua solo oltre quelle temperature. Perciò, nisba, il global warming non c’entra nulla.

Del resto sono parecchi anni ormai che si conosce la verità  su questa faccenda, nonostante ogni tanto qualche buontempone cerchi di mescolare di nuovo le carte. Si chiama EVAPOTRASPIRAZIONE, è diretta conseguenza della cambiamento dello stato del suolo operato alle pendici della montagna, soprattutto deforestazione. Minor quantitativo di umidità  disponibile nell’aria, minori precipitazioni, ablazione del ghiacciaio. Il tutto anche attraverso l’azione diretta del sole che che lavora meglio perché ci sono meno nubi, non perché faccia più caldo.

Ora, tutto ciò è nell’evidenza dei fatti, ne basta uno solo in effetti, e riguarda proprio le temperature. Quello del Kilimangiaro è, per quanto spiacevole, un esempio lampante di modifica delle condizioni climatiche locali ad opera dell’azione antropica. Che bisogno c’è di tentare ogni volta di ricondurre il discorso ad una scala continentale o addirittura globale che mostrerebbero evidenti modifiche areali che nulla hanno a che fare col problema? Meglio una bella firmetta su un accordo globale sostenuto da questi “scientificamente” incontrovertibili proclami o un po’ di grano salis ed impegno vero che affronti i problemi per quello che sono?

NB: leggi questa notizia su WUWT, il blog di Antony Watts.

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Published inAmbienteAttualitàClimatologiaNews

16 Comments

  1. alessandrobarbolini

    ripeto….siamo arrivati a un punto,che se vostra moglie vi lascia….la colpa é del GLOBAL WARMING

  2. Lorenzo

    @ monti

    vedo che sulle alpi sono già intervenuti con (grande) cognizione di causa…ma proseguendo in ordine alfabetico, passiamo alla seconda voce: antartide

    http://www.meteogiornale.it/notizia/16283-1-nel-2009-record-di-minor-scioglimento-dei-ghiacci-antartici

    http://www.astronomia.com/2009/05/06/mar-glaciale-antartico-piu-47-dal-1980-dove-sono-i-media/

    ah, no, scusa, prima c’è l’alaska (che per la verità verrebbe anche prima di alpi;-)

    http://www.montagna.tv/?q=node/9061

    http://geoscienza.myblog.it/archive/2008/11/24/i-ghiacciai-dell-alaska-stanno-avanzando.html

    🙂

    • Ha proposito di Montagne, una prova di come i fautori del grido allarmistico sul Global Warming cerchino di giustificare le proprie tesi anche di fronte a evidenze chiare l’ho avuta sabato mentro in divano guardavo la trasmissione della Rai “Montagne”.
      In studio c’era un esperto che parlava della mummia di Similaun ovvero dell’antico uomo trovato tra i ghiacci alpini. Elencando le sue caratteristiche e il suo modo di vivere spiegava bene che quello stile di vita e l’abbigliamento che indossava era possibile perchè migliaia di anni fa sulle nostre alpi c’era un clima più caldo dell’attuale e quindi era possibile vivere ad altitudini molto elevate con ritrovamenti di molti insediamenti dove oggi non sarebbe possibile vivere per il freddo e il ghiaccio. A questo punto la domanda ovvia della conduttrice e di molti telespettarori come me è stata: “Ma allora perchè oggi parliamo di riscaldamento globale quando invece ci sono stati periodi ben più caldi dell’attuale?”. L’esperto, indubbiamente con una punta di imbarazzo, a questo punto ha risposto con una non risposta ovvero ha buttato li alcune affermazioni senza nessuna giustificazione scientifica provata affermando che con il riscaldamento attuale in atto aggravato dal fattore umano le temperature già elevate dei millenni passati saranno superate tra alcuni decenni…
      Chiaramente questo passaggio televisivo mi ha ancora una volta confermato che ormai tutti si gettano sulla questione del Global Warming perchè fa farte del politicamente corretto e serve per avere visibilità ovunque anche se per superare talune evidenze si cerchi la solita arrampicata sugli specchi
      Mi fermo, altri commenti sarebbero superflui.

    • giordano monti

      …mi domando perchè mai mi vado a ficcare in queste discussioni! dimentico sempre che qui in CM i ghiacci o avanzano, o, se si si sciolgono lo fanno a) per il disboscamento b) per cause a noi sconosciute, perchè, come sempre non ne sappiamo abbastanza, il clima è sempre cambiato, ecc, ecc. Sta di fatto che per esperienza personale ho verificato che sono proprio i glaciologi tra gli scienziati forse quelli più allarmati da quanto succede… gente bizzarra!:-)

      Pettinari: scusi, l’esempio del Similaun mi sembra proprio scelto male. Quel cadavere è giunto fino a noi in quelle condizioni proprio perchè è sempre stato congelato e sepolto dal ghiaccio! E non a 4000 m, ma alle ben più modeste quote delle Alpi orientali.
      Se avesse fatto così caldo come dice quel corpo si sarebbe decomposto, o no?
      chiudo

    • Giordano non sei giusto, cerchiamo solo di dar spazio ai punti di vista che di solito non ne trovano. Questa discussione ne è la riprova. Quanto alla faccenda del ritrovamento, credo che il commento precedente si riferisse al fatto che per vivere a quelle quote con quelle esigue protezioni avrebbe dovuto fare più caldo, cosa che del resto è accertata. Certamente però non possiamo sapere che diavolo ci facesse lì, dato che per essersi conservato deve essere stato copreto dalla neve (e poi dal ghiaccio) praticamente subito. Non direi che se ne possano tirar fuori informazioni di particolare rilievo, è solo un esempio che può come vedi essere letto in due modi diversi.
      gg

  3. Giovanni Di Fabio

    @ Monti
    Il GW è innegabile, sopratutto alle medie alte latitudini, ed è iniziato dal 1750 circa. Ne risulta che allo stato attuale i ghiacciai alpini siano “anacronistici” e si sciolgono per raggiungere l’equilibrio con lo status climatico attuale.

    • giordano monti

      Di Fabio: non sono glaciologo, ma mi risulta che i ghiacciai alpini fossero piuttosto “in forma” anche durante l’ottocento e che perfino recentemente (fino ai primi anni ’80) la situazione dei ghiacciai attuali (sottolineo attuali) fosse piuttosto buona, dunque almeno in equilibrio, con perfino casi di avanzata delle fronti. Il declino recente è piuttosto impressionante, non trova?

    • Giovanni Di Fabio

      Se non sbaglio, neanche io sono glaciologo ma semplice appassionato, l’ultima progressione glaciale si ebbe nel 1920, solo per alcuni ghiacciai. Ma non ne sono sicuro. Ma apparte ciò, da appunto 1750 in poi ci sono stati diversi “climate steps” verso l’alto. Quello appunto dal 1920 in poi pare abbia iniziato a incidere maggiormente i ghiacciai alpini (e mi riferisco solo a questi, degli altri continenti non ne ho conoscenza), fino ad arrivare allo status attuale che tutti conosciamo. Ma da quello che so la dinamica glaciale è complessa, e non regolata dalle mere temperature. Per cui credo si faccia un errore approssimativo ad associare il ritiro dei ghiacciai un intervento umano.
      Cordiali saluti.

    • alessandrobarbolini

      si capisce che la temperatura é aumentata dalla fine della PEG,é piu che logica….il problema é sapere ,quando questo ciclo temperato finira

  4. giordano monti

    ok, con il Kilimangiaro ci siamo cascati.
    Adesso, magari, ci illumini anche sulle altre catene montuose del mondo dove i ghiacciai stanno scomparendo. Scegliamo un posto a caso? andiamo in ordine alfaberico e cominiciamo con la “A”?
    Ah, sì le Alpi…

    • Le cause Giovanni, le cause, non gli effetti. Quelli non spiegano proprio niente. 🙂
      gg

    • giordano monti

      non so se la risposta era riferita a me,
      cmq, appunto, sì speravo proprio che mi si spiegassero le cause!

    • Chiedo scusa Giordano, ho sbagliato nome, non persona. Ora mi metto all’opera, prenoto il premio nobel del 2100, tanto ormai li danno sulla fiducia. 😉
      gg

    • Giuseppe Tito

      “U” come Urali, specie quelli settentrionali; lassù ghiacciai praticamente non ce ne sono, eppure latitudine, altitudine, insolazione, esposizione, temperature medie annue ecc. sono più che favorevoli; cosa manca? La materia prima… la neve. Si sa che quelle sono zone notoriamente aride (400-500mmm annui). Propio la neve è temporaneamente (ultimi 2-3 decenni) venuta a diminuire anche nelle Alpi, accompagnata poi da qualche periodo in più di bolle anticicloniche a cuore caldo (stile africano), il risultato è una parziale e temporanea accelerazione dell’arretramento… La storia ci insegna che sulle Alpi l’andirivieni di ghiacciai è un fatto comune nei secoli passati. Come sottolinea Di Fabio inoltre, i ghiacciai alpini non sono in equilibrio con le condizioni climatiche attuali; probabilmente l’arretramento proseguirà ancora, anche se le temperature dovessero scendere o dovesse nevicare di più nei prossimi anni. Le risposte di un sistema complesso come un ghiacciaio sono piuttosto lente, se paragonate alla scala dei tempi umani.

    • alessandrobarbolini

      che ci parlino dei ghiacciai scandinavi e del perito moreno,che sono in controtendenza,e non delle solite alpi che se in un inverno non accumulano ,ovviamente nel periodo estivo vanno in crisi

  5. alessandrobarbolini

    sinceramente,trovo squallido che in questo mondo che vive con la crisi del lavoro,si sia inventato un business parlando di cose ovvie e una marea di gente ci mangia e campa sopra.
    dalla notte dei tempi il clima é sempre mutato..non ce niente di nuovo che gia non si sapeva

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