Salta al contenuto

169 search results for "climategate"

Climategate 2.0: L’uccello del malaugurio

Diciamo la verità, in fondo, sebbene animati da proprie personali cognizioni di causa, anche gli scettici climatici più impenitenti sperano che i profeti della catastrofe climatica si sbaglino. Ci mancherebbe, come potrebbe essere altrimenti?

E allora perché il profeta di tutti i profeti, l’ottimo Phil Jones, guida carismatica della Climatic Research Unit (CRU), si ritrovava a sperare che i suoi colleghi, improvvisamente colti da un lampo di genio e impegnati a immaginare una pressoché totale assenza di riscaldamento fino al 2020, si sbagliassero di grosso (email 4195.txt)?

Facebooktwitterlinkedinmail 1 Comment

Climategate 2.0, regola numero 1: Divergere in privato, convergere in pubblico

Versione moderna dell’antico detto: i panni sporchi si lavano in famiglia. Quando si tratta di scienza però, specie se di scienza del clima, quella famiglia siamo tutti noi, perché da una non meglio specificata convergenza, ovvero da un consenso scientifico del tutto fittizio, sono scaturiti fior di provvedimenti – e altri si progetta di farne scaturire – che condizionano non poco le nostre vite.

Qualcuno ricorderà che alcuni mesi fa abbiamo parlato su queste pagine di “divergenza”, cioè di quello strano effetto per cui le temperature ricavate dai dati di prossimità degli anelli di accrescimento degli alberi e quelle misurate con il termometro smettono di andare d’accordo. Qualcun altro ricorderà anche che per evitare che questo si notasse nelle ricostruzioni di temperatura, alcuni dataset di dati proxy vennero esclusi dalle ricostruzioni e opportunamente sostituiti con i dati osservati, commettendo così un errore doppio: a) non tener conto che quel disaccordo invalidava potenzialmente anche i dati proxy non verificabili con le osservazioni, b) confrontare le mele con le pere, cioè mettere sullo stesso livello di attendibilità i dati proxy e quelli osservati.

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

Climategate 2.0: con una informazione così, dove sarebbe lo scandalo?

Alcuni giorni fa, con l’appoggio del solito server russo irrintracciabile, è comparsa la seconda tranche delle mail trafugate nel novembre del 2009 dai computer della Climatic Reserch Unit (CRU), l’unità di ricerca della Università della East Anglia sede tra l’altro del Working Group II dell’IPCC.

E’ una notizia che ormai dovrebbe essere di dominio pubblico, e invece da noi ne hanno parlato solo l’Ansa, Il Foglio e, naturalmente i blog di settore, tra cui ovviamente anche CM. I media generalisti nostrani non hanno ritenuto opportuno soffermarsi sull’argomento, tutti presi come sono ad accendere i riflettori sulla conferenza di Durban (qui e qui per esempio).

Facebooktwitterlinkedinmail 2 Comments

Breaking news: Climategate 2.0 – Aggiornamento #2

Nuovo giro nuova corsa, appena poche ore ha iniziato a circolare un altro file proveniente dal misterioso hacker FOIA, apparentemente lo stesso che aveva messo sulla rete i dati e le mail comparsi nel novembre 2009.

E pare che si tratti ancora una volta di dati autentici, The Guardian, il primo media a tuffarsi sulla notizia, ha già raccolto le prime dichiarazioni di Michael Mann che fa sapere: “Beh, sembra siano le mie, ma faccio fatica a vederci qualcosa di male, a parte il fatto che saranno prese e decontestualizzate [… ].

Analogamente sta facendo la BBC, riportando anche che i messaggi sarebbero del 2009, per cui si potrebbe trattare di materiale tenuto appositamente in serbo. E con la conferenza di Durban alle porte si capisce anche il perché.

Facebooktwitterlinkedinmail 8 Comments

Non riesci a trovare cosa stavi cercando? prova a migliorare la tua ricerca:

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »