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Tag: energia

Mirror posting – Picco del petrolio: Apocalisse rimandata, come sempre.

Carlo Stagnaro ha scritto un post interessante su Chicago Blogssull’argomento della disponibilità di greggio e sulla ennesima previsione sbagliata degli amanti della catastrofe dietro l’angolo.

Buona Lettura.

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Pochi, in Italia, si sono resi conto della rivoluzione che sta attraversando il mondo petrolifero. Si è molto discusso – et pour cause – della rivoluzione dello “shale gas“, e molto meno di quella dello “shale oil” o, più precisamente, delle produzioni non convenzionali di gas e olio. Le conseguenze di questa rivoluzione sono enormi e di lungo termine, e non riguardano solo la capacità della produzione di greggio di tenere il passo di una domanda che, nel lungo termine, è comunque destinata a crescere. Ora, la pubblicazione di un nuovo rapporto curato da Leonardo Maugeri per il Belfer Center dell’Università di Harvard rende pubblici dati nuovi, e fa crollare miti vecchi. Come quello del “picco del petrolio”.

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Emissioni: La Cina fa il gioco delle tre carte?

Da Nature Climate Change. Nel più perfetto stile della trasparenza delle informazioni, nel computo totale delle emissioni di CO2 cinesi per il 2010, pare manchi all’appello ‘appena’ un miliardo di tonnellate di anidride carbonica. Sommando quanto riportato a livello provinciale con quanto comunicato a scala nazionale il conto non torna. In eccesso, naturalmente.

The gigatonne gap in China’s carbon dioxide inventories

Nell’articolo appena uscito sulla rivista scientifica espressamente dedicata ai temi climatici e a tutto ciò che vi ruota intorno, si cerca di capire quale sia la ragione di questa clamorosa discrepanza.

In termini percentuali la differenza si aggira intorno al 20%, ossia più o meno pari alle emissioni del Giappone, che occupa la quarta piazza nella speciale classifica dei cattivi, dopo appunto la Cina, gli Usa e l’India.

Sarebbero sostanzialmente tre i problemi alla base di quello che comunque si può sommare in una sola parola: caos.

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Energia: La beffa della tariffa bioraria

Carte fedeltà dei carburanti, dei supermercati, campagne promozionali. Il boom delle offerte per risparmiare che in realtà sono solo incentivi al consumo, fattore ultimamente alquanto depresso. Personalmente devo ammettere di essere un disastro in questo campo.

Però con l’energia elettrica mi ci sono messo d’impegno. Si vuole e si deve cambiare l’attitudine al consumo ti dicono. Dobbiamo imparare a impiegare l’energia con consapevolezza, dobbiamo essere più efficienti e risparmiosi. Pronti. Lucchetti agli elettrodomestici di giorno, lampade a basso consumo (e alto mercurio), banditi i dispositivi di raffreddamento/riscaldamento elettrici.

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Ma i morti di Panama non ci hanno insegnato nulla?

La storia della costruzione del canale di Panama è segnata dalla strage di migliaia persone morte a causa della mancanza di sicurezza nei cantieri, ma soprattutto a causa delle malattie tropicali contratte durante i lavori.

Il progetto iniziale del 1875 fu dei francesi, ma fallirono nell’impresa sia Ferdinand de Lesseps, già costruttore del Canale di Suez, sia Gustave Eiffel. Uno tra i motivi più importanti del fallimento fu l’incapacità di controllare e limitare l’insorgenza delle malattie tropicali, soprattutto delle febbri trasmesse dagli insetti pungitori cioè: malaria, febbre emorragica, febbre gialla etc. Morirono 22.000 persone tra tecnici e operai per lo più provenienti dal caribe, una vera ecatombe.

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Numbers

Ieri ho fatto una scoperta interessante, cui – e qui rivelo una buona dose di ignoranza – ne sono seguite altre che alcuni troveranno sconcertanti altri forse riusciranno a stento a trattenere uno sbadiglio. Forse perché si tratta di cose note.

La prima scoperta è un blog nuovo. Lo cura Tom Fuller, già noto agli ambienti meteo-climatici per aver fornito parecchi contributi sulle interfaccia tra le problematiche climatiche e quelle energetiche. Il suo è il punto di vista di un credente nell’AGW. E’ quindi certo che il fattore antropico porterà il sistema alla rovina. Bontà sua, questo potrebbe già frenare non poco l’entusiasmo dei lettori. Il fatto però che ne sappia di energia e lavori nel settore delle rinnovabili (solare fotovoltaico), fa tornare verso l’alto il termometro dell’interesse.

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Tempi moderni: La Sindrome del Summer Sunny Day

SSSS, questa è l’abbreviazione. Non si tratta di una sindrome influenzale o, data la caratteristica estiva, di complicanze da eccessiva esposizione al Sole.

E’ una sindrome cui può andare incontro il sistema elettrico, ovvero le sue infrastrutture, per eccesso di offerta e scarsità di domanda.

Il denominatore comune delle fonti rinnovabili per eccellenza è infatti l’imprevedibilità. Il Sole brilla sempre, ma se ci sono le nuvole di sicuro non genera energia. Stesso effetto, anzi peggio, per le ore notturne. Il vento tira quando vuole. Può soffiare gagliardo e produrre grandi quantità di energia, ma non è detto che in quel momento ce ne sia bisogno, posto che la caratteristica imprescindibile della produzione e distribuzione elettrica è quella di rendere disponibile esattamente la quantità di energia necessaria in ogni momento.

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Addio al nucleare, sotto col carbone

Era inevitabile, i benpensanti climatico-ambientalisti se ne facciano una ragione. Tutti i paesi che si sono fatti prendere dalla sindrome di Fukushima -paradossalmente tra questi…

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